Ancona-Osimo

Fiumi di droga nelle Marche, cade l’associazione a delinquere per l’operazione “Damasco”

Sette le condanne dopo la maxi operazione dei carabinieri di Ancona e Fano, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, che ha smantellato un grosso traffico di stupefacenti che aveva il suo quartier generale nella Vallesina. Al centro i fratelli Salvatore e Vittorio Fontana, palermitani in pianta stabile a Cupramontana

Il tribunale di Ancona

ANCONA – Cade l’associazione a delinquere per gli arresti dell’operazione “Damasco” che aveva stroncato un grosso giro di droga tra le province di Pesaro e Ancona con decine di arresti per lo più di cittadini del sud residenti da anni in Vallesina. Più che dimezzate le pene nella sentenza di condanna dove 2 dei 9 imputati rimasti (gli altri avevano optato per l’abbreviato) sono stati assolti. Così ha deciso oggi il Collegio penale dei giudici presieduto da Carlo Masini.

Al centro della maxi operazione dei carabinieri di Ancona e Fano, che dal 2014 avevano iniziato l’attività d’indagine, coordinati dalla Dda di Ancona (Direzione distrettuale antimafia), portata a termine due anni fa, i fratelli Salvatore e Vittorio Fontana, palermitani ormai in pianta stabile a Cupramontana dove vivevano prima dell’arresto del 22 marzo 2016.

A loro e ad altri sette imputati la procura contestava di aver messo in piedi una banda dedita allo spaccio di cocaina, marijuana e hashish tra le provincie di Pesaro ed Ancona anche con metodi intimidatori. Droga che sarebbe arrivata dall’Albania e portata nelle Marche dopo un primo passaggio nel sud d’Italia. Associazione a delinquere ai fini dello spaccio era il reato più grave contestato a 6 dei 9 imputati finiti sotto processo, oltre allo spaccio, alla detenzione, all’estorsione, rapina e detenzione illegale di armi contestati a vario titolo a tutto il gruppo per un totale di oltre 130 capi d’imputazione. La procura (con i pm Mariangela Farneti e Valentina Cigliola) aveva chiesto le condanne per tutti e per tutti i reati contestati. Le più significative contro Vittorio Fontana, 45 anni (attualmente ristretto a Montacuto), con una richiesta di 26 anni di carcere, e il fratello Salvatore (anche lui già in carcere a Montacuto), 50 anni, con una richiesta a 24 anni e 3 mesi di reclusione. Secondo le accuse contestate c’erano loro dietro la fiorente attività di spaccio che abbracciava due province.

I giudici del Collegio però oggi non hanno riconosciuto l’associazione a delinquere e i due fratelli sono stati condannati solo per gli altri reati relativi allo spaccio e alla detenzione di droga: Salvatore ha preso 14 anni (più una multa di 45mila euro) mentre Vittorio 4 anni e 11 mesi. A Salvatore è stata contestata anche l’estorsione e il possesso di una pistola. Per altri imputati del processo, Michele Caccamisi, 38 anni, palermitano residente a Cupramontana, Marianeve Esposito, 41 anni, di Torre Annunziata residente a Jesi, Vincenzo Fabbricatore, 51 anni, di Benevento residente a Fano, Gaetano Marsala, 37 anni, catanese ma residente a Santa Maria Nuova, Thomas Profili, 42 anni, jesino, Giuseppe Sanfilippo, 29 anni, catanese residente a Jesi e Silvio Russo, 39 anni, di Catania ma residente a Monsano, le richieste della procura erano arrivate ad un massimo di 10 anni. Nella sentenza di oggi due sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Per gli altri 7 le condanne sono state: a Vincenzo Fabbricatore 10 anni e 8 mesi, a Giuseppe Sanfilippo 5 anni e 8 mesi, a Marianeve Esposito 2 anni e 2 mesi, a Caccamisi Michele 1 anno e 5 mesi pena sospesa e a Thomas Profili, difeso dall’avvocato Alessandro Sorana, 9 mesi pena sospesa.

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