Ancona-Osimo

Pugno in faccia alla dottoressa del 118: «Non ero in me altrimenti non l’avrei colpita», il giudice lo condanna

Un anno e 10mila euro di provvisionale. Questa la sentenza emessa oggi da Paolo Giombetti per un 26enne accusato di lesioni aggravate contro un medico dell'ospedale di Torrette, intervenuto per soccorrerlo in casa perché aveva le allucinazioni. La difesa ricorrerà in appello

tribunale di Ancona
Tribunale di Ancona

ANCONA – «Non ero nel pieno delle mie capacità altrimenti non avrei mai colpito quella dottoressa. Nemmeno ricordo di averlo fatto. Sono solo un ragazzo che ha problemi di salute. Successivamente le scrissi anche una lettera per chiederle scusa». Il giudice lo ha appena condannato in primo grado ad un anno per lesioni aggravate nei confronti di un medico del 118 quando l’imputato, un 26enne anconetano, fuori dal tribunale, ha commentato così, questa mattina, la sentenza emessa da Paolo Giombetti.

I fatti contestati risalgono al 21 aprile del 2013 quando, in una abitazione di via Togliatti, alle 5, era arrivata l’automedica del 118 chiamata dai genitori del giovane perché il figlio, tornato dopo una serata passata in discoteca, era in una condizione di forte agitazione e diceva di avere delle allucinazioni. L’equipe dell’ospedale di Torrette aveva raggiunto la casa. La dottoressa del 118, una 57enne ancora oggi in servizio, si era avvicinata al ragazzo per parlargli e cercare di calmarlo. È in quel frangente che lui le avrebbe sferrato il pugno che l’ha colpita in pieno viso facendola piombare su una sedia. Il medico aveva riportato fratture multiple alla mandibola, lesioni neurologiche e aveva rischiato di perdere l’occhio: 35 giorni di prognosi il referto del pronto soccorso.
Era partita una causa contro il giovane che è arrivata fino in tribunale. In aula il ragazzo, difeso dall’avvocato Giorgio Canali, ha sempre parlato di una sbracciata e non di un pugno, perché aveva le allucinazioni e stava male.

L'avvocato Maria Francesca Franchini
L’avvocato Maria Francesca Franchini

Il pm Marilù Pizza oggi ha chiesto la condanna a due anni. Il giudice lo ha condannato ad un anno, pena sospesa, più il pagamento di 10mila euro di provvisionale come risarcimento danni alla dottoressa, rappresentata in aula dall’avvocato Maria Francesca Franchini.
«Si è voluto far passare da vittima chi vittima non è – commenta l’avvocato Franchini – perché in aula è stata messa in dubbio la professionalità della dottoressa e le procedure effettuate quel giorno in casa del giovane. La mia cliente ha subito il pugno e nonostante le condizioni ha continuato a dire all’infermiere come trattare il ragazzo, portando a conclusione un intervento dato come codice rosso».

Per la difesa il giovane non era lucido al momento di colpire il medico. «Stava seguendo una terapia farmacologica – dice l’avvocato Canali – che ha influito sul comportamento ma non l’ha colpita intenzionalmente. Ricorreremo in appello non appena usciranno le motivazioni della sentenza». L’imputato ha aggiunto che il giorno seguente all’accaduto, aveva cercato in ospedale la dottoressa per chiederle scusa e spiegarle che non era in sé. «Non si è fatta trovare – sottolinea il 26enne – le ho lasciato anche una lettera di scuse, consegnata alla caposala perché non era nelle mie intenzioni farle del male».

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