Ancona-Osimo

Crac Banca Marche, assolti i tre sindaci. Rinviati a giudizio invece i 13 indagati

La decisione del gup Carlo Cimini arrivata intorno alla 11.30. Aula affollatissima da correntisti, azionisti e risparmiatori dell'istituto di credito fallito nel 2016. «Soddisfatti a metà», dice l'avvocato Corrado Canafoglia dell'Unione Nazionale Consumatori Marche

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona
ANCONA – Crac Banca Marche, assolti i tre sindaci revisori e rinviati a giudizio i 13 indagati. Questa la decisione arrivata poco fa, intorno alla 11.30 del gup Carlo Cimini. Aula affollatissima da correntisti, azionisti e risparmiatori dell’istituto di credito fallito nel 2016 (Leggi l’articolo). Oggi infatti in tribunale l’udienza nei confronti dei tre sindaci Franco D’Angelo, Marco Pierluca e Piero Valentini (non presenti in aula), per i quali i tre pm Andrea Laurino, Serena Bizzarri e Marco Pucilli avevano chiesto la condanna a 7 anni e 6 mesi. Arrivata invece l’assoluzione perchè il fatto non costituisce reato. La motivazione si conoscerà tra 90 giorni. Rinviati invece a giudizio i 13 indagati: l’ex dg Massimo Bianconi, l’ex presidente Banca Marche Giuseppe Michele Ambrosini, l’ex vice direttore generale Stefano Vallesi, il dirigente Paolo Arcangeletti, Giuseppe Barchiesi, Massimo Battistelli, Giuliano Bianchi, Bruno Brusciotti, Lauro Costa, Daniele Cuicchi, Claudio Dell’Aquila, Giuseppe Paci e Tonino Perini. Diverse le accuse: dalla bancarotta fraudolenta al falso in bilancio all’ostacolo della vigilanza. Per loro il processo inizierà il 9 maggio alle 10.

«Contenti a metà» è il commento dell’avvocato Corrado Canafoglia che rappresenta l’Unione Nazionale Consumatori, l’associazione Dipendiamo Banca Marche, oltre agli azionisti privati Banca, ovvero una schiera di oltre 3000 persone che hanno visto dissolversi i risparmi di una vita.

«Siamo soddisfatti per il rinvio a giudizio – spiega Canafoglia – è importante perché prosegue il procedimento nei confronti di chi la Procura ritiene responsabile. Siamo perplessi sull’assoluzione riconosciuta al collegio sindacale. Ci riserviamo di vedere le motivazioni di questa assoluzione e di presentare appello».
L’avvocato Salvatore Santagata

Tirano un sospiro di sollievo i tre sindaci, difesi dall‘avvocato Salvatore Santagata. «Un’assoluzione piena e doverosa dal momento che non sono mai stati presi in considerazione come possibili autori dei reati e quindi non dovevano essere coinvolti nel processo – sostiene Santagata – La Procura, all’esito delle indagini preliminari, ha messo in piedi un fascicolo di 285 mila e 800 pagine che noi abbiamo pagato quasi 20 mila euro. In queste pagine non c’erano tutti i verbali delle riunioni del collegio sindacale perché nè i consulenti tecnici e neppure la polizia giudiziaria hanno mai preso questi verbali. Questo perchè sin dall’inizio i sindaci non sono mai stati presi in considerazione come possibili autori di questi reati. Poi però, stranamente, all’ultimo, quando il capo di imputazione passa da appropriazione indebita a bancarotta fraudolenta, allora in quel preciso istante, siccome nella norma fallimentare si citano come possibili autori del reato anche i sindaci, la Procura iscrive i sindaci. Ma in realtà negli atti di indagine non c’è un solo atto a carico del collegio sindacale. I verbali delle riunioni del collegio sindacale li ho prodotti io con la mia memoria difensiva, proprio perché con quelli si dimostra l’assoluta competenza, capacità e onestà dei sindaci». Che conclude: «Fortunatamente il dottor Cimini ha dimostrato non solo grandi capacità ma soprattutto una grandissima onestà intellettuale».

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