Ancona-Osimo

Ancona, all’ospedale di Torrette in arrivo nuovi anticorpi monoclonali mirati contro la variante Omicron

Lo annuncia il primario della Clinica di Malattie Infettive Andrea Giacometti. L'infettivologo spiega che i nuovi farmaci hanno un'efficacia maggiore e una protezione più lunga

Malattie Infettive Torrette

ANCONA – Nuovi anticorpi monoclonali in arrivo all’Ospedale regionale di Torrette di Ancona. Lo annuncia il primario della Clinica di Malattie Infettive Andrea Giacometti. L’infettivologo spiega che i nuovi farmaci «sono mirati contro la variante Omicron» che nelle Marche regista ormai una prevalenza del 100%, dopo che ha soppiantato la Delta.

«Le prime infusioni – precisa – arriveranno con tutta probabilità entro un paio di settimane» e una volta che la Regione ne avrà autorizzato l’utilizzo, già a marzo i sanitari avranno a disposizione anche questa nuova “arma” per evitare ospedalizzazioni.

«Si tratta di una coppia di anticorpi monoclonali mirati contro la variante Omicron, hanno la caratteristica abbastanza nuova di avere una emivita più lunga» spiega. Recentemente approvati, hanno, come precisa l’infettivologo, la caratteristica saliente, che li differenzia dagli anticorpi monoclonali finora in uso, «di essere maggiormente efficaci contro la nuova variante, Omicron 1 e il suo sottotipo Omicron 2, e soprattutto di garantire una protezione più duratura nel tempo dall’infezione».

Andrea Giacometti

Il professor Giacometti spiega infatti che «le proteine di questi nuovi anticorpi, venendo metabolizzate molto lentamente dall’organismo, mantengono gli anticorpi nel sangue attivi fino anche a sei mesi, mentre gli altri anticorpi lo restano al massimo per un mese, un mese e mezzo».

Anche questa tipologia di farmaci viene somministrata per infusione endovenosa a pazienti segnalati dai medici di famiglia in base a precisi criteri: nei malati sopra i 65 anni di età che hanno contratto il Covid, che non sono ospedalizzati, e che presentano almeno un sintomo della malattia; ai malati sotto i 65 anni che presentano almeno un fattore di rischio (comorbidità) per lo sviluppo della malattia Covid in forma grave, inclusa la popolazione pediatrica.

«Saranno infusi in coppia – conclude – e con tutta probabilità potranno essere anche maggiormente tollerati dall’organismo».

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