Ancona-Osimo

Covid e sport, giocare o non giocare? Dal Futsal anconetano riflessioni opposte

Il contesto sanitario rende problematico il regolare andamento dei campionati. In Serie B di calcio a 5 le società anconetane Cus Ancona e Trecolli Montesicuro stanno portando avanti due tesi contrapposte

Trecolli Montesicuro
L'ingresso in campo della Trecolli Montesicuro nell'ultimo match di campionato con il Grottaccia

ANCONA – Poco sport, Futsal in questo caso (di Serie B nazionale), e tanta attualità. Con la situazione attuale e il contesto sanitario legato al Covid la regolarità delle competizioni nazionali viene messe settimanalmente a repentaglio. Un caso particolare da analizzare risiede, appunto, in Serie B di calcio a 5 dove due società anconetane, il Cus Ancona e la Trecolli Montesicuro, si stanno facendo portatrici di due diverse idee circa il futuro immediato dei campionati.

La prima, visti i tanti rinvii (quattro nell’ultimo weekend di campionato), vorrebbe la sospensione immediata. La seconda, a tutela dei sacrifici sostenuti dai club fino ad oggi, la regolare prosecuzione della stagione. Andiamo ad analizzarle nel dettaglio.

«Non è possibile andare avanti»

Per il Cus Ancona, dopo gli interventi del presidente David Francescangeli e del mister Francesco Battistini, è arrivata anche la dura presa di posizione del responsabile della sezione C5 Fabio Carletti: «Andare avanti in queste condizioni non è più è possibile, per questo motivo abbiamo ufficialmente chiesto la sospensione del campionato nazionale di serie B di calcio a 5. Ognuno è libero di fare quello che ritiene più opportuno, ci mancherebbe altro, ma alla nostra richiesta si sono aggiunte quelle di altre squadre del nostro girone. Ipotizzare un proseguo del campionato a queste condizioni è impensabile, ogni giornata ci sono diverse partite che vengono rinviate a causa del Covid. Noi sabato scorso non abbiamo giocato, non giocheremo sabato con il Cesena, e molto probabilmente salteremo anche la prossima in casa. L’attività è ferma, la salute dei ragazzi, dei dirigenti, dei collaboratori e dell’intero staff tecnico viene prima di ogni cosa, senza dimenticare i familiari di queste persone. Per quello che riguarda il Cus Ancona, così come per altre società, i protocolli sono stati attuati a costo di grandi sacrifici economici, tuttavia qualcuno dovrebbe iniziare a pensare che qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto. Come affrontare la diffusione del Covid-19, e soprattutto come gestire lo spogliatoio, ci è stato indicato in un protocollo che risale al periodo estivo quando in Italia vi erano circa 500 contagi al giorno. Ora le cose sono cambiate, in Italia si viaggia nell’ordine di 35.000 contagi al giorno, ritengo quindi a mio modesto avviso, che molto probabilmente quel protocollo non sia più attuale. La situazione è cambiata in peggio ma il protocollo è rimasto lo stesso di agosto. Come se non bastasse, mancano i controlli, lo scorso anno ad esempio se veniva dato un numero di palloni insufficienti alla squadra avversaria c’era il rischio della multa, ora i commissari di campo sono spariti dalla circolazione».

«Proseguire per tutelare le società»

La Trecolli Montesicuro, in risposta, ha scritto (insieme ad altre società) direttamente al Commissario nazionale per il calcio a 5 Giuseppe Caridi: «Preso atto della richiesta da parte di alcune società del girone D di serie B di voler sospendere il campionato, siamo qui a richiedere invece che lo stesso possa continuare. Siamo consapevoli dell’evidenza dell’aumento dei casi di positività al Covid-19, siamo consapevoli della possibilità ogni weekend del rinvio delle gare causa indisponibilità dei giocatori o riscontrati positivi o in quarantena fiduciaria perché a contatto con positivi ma siamo altresì convinti che il protocollo studiato appositamente per noi, per farci continuare, possa tutelarci. Abbiamo piena fiducia nelle istituzioni al punto che abbiamo investito ingenti somme di denaro per uniformarci e attenerci a tutte le regole imposte a nostra sicurezza. Abbiamo speso denaro per iscrizione, materiale, abbiamo accordi economici depositati da dover rispettare, abbiamo affitti da pagare e la responsabilità della cura e salvaguardia dei ragazzi che vivono lontano da casa. Abbiamo speso per allenarci in sicurezza per giocare in sicurezza per affrontare trasferte in sicurezza (non più di 3 in macchina) il tutto perché ci siamo fidati che rispettando tali protocolli sarebbe stata messa in sicurezza anche la nostra salute durante lo svolgimento della nostra attività (poi il resto del tempo ogni ragazzo si comporta come crede e spero con senso civico e rispetto delle regole). Per questi motivi riteniamo sia doveroso e rispettoso continuare proprio per non vanificare gli sforzi fin qui fatti affinché il nostro sport si potesse svolgere e si potesse svolgere in sicurezza. Si può discutere sulla necessità di test più frequenti anche con l’aiuto attraverso convenzioni con laboratori specializzati. Si può discutere insieme di ulteriori forme di “garanzia” circa la tutela della salute dei tesserati ma non di sospendere un campionato che per partire ha visto il sacrificio in termini di tempo e denaro da parte delle società per essere in regola»

Ora che succede?

Al netto di clamorosi colpi di scena, prima di qualsiasi decisione è in fase di allestimento una riunione (probabilmente già per la prossima settimana) tra le società e il Commissario Caridi per meglio chiarire le posizioni di ognuna. Anche negli altri gironi di Serie B le idee sono contrapposte, con difficoltà a pervenire a uno schieramento unanime.

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