Ancona-Osimo

Covid, l’infettivologo Giacometti: «In ospedale siamo di nuovo pieni di polmoniti. Quarta dose per tutti gli over 60»

L'infettivologo degli Ospedali Riuniti di Ancona traccia un quadro dell'andamento della pandemia. «Ci aspettiamo il picco per metà luglio e una sesta ondata in autunno»

Andrea Giacometti, primario Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona

ANCONA – «La quarta dose? Pochissimi marchigiani l’hanno fatta, ma con la crescita dei contagi e dei ricoveri ospedalieri che si sta registrando in questi giorni è importante vaccinarsi contro il Covid». Lo dice l’infettivologo Andrea Giacometti, che già nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme sul ruolo dei concerti, che si sono tenuti soprattutto nell’anconetano, nella diffusione della pandemia, un tema sul quale ora c’è attenzione anche a livello nazionale.

«Sono d’accordo con l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali – dice il professor Giacometti – che ha consigliato la vaccinazione per tutti gli over 60 anni: in Clinica di Malattie Infettive siamo di nuovo pieni di pazienti con polmonite da Covid e la maggior parte di queste persone non ha ricevuto la quarta dose, evidentemente il booster è necessario».

Il direttore della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona sottolinea che l’impennata di contagi con l’incidenza dei casi positivi tornata sopra quota mille casi su 100mila abitanti, e la ricomparsa delle polmoniti anche gravi che stanno tornando a mettere sotto pressione alcuni reparti ospedalieri, derivano dalle nuove varianti Omicron, cioè Omicron 4 e 5.

«Stiamo rincorrendo le varianti – osserva – e anche se la quarta dose di vaccino non protegge dall’infezione, è importante per limitare gli effetti gravi della malattia, come l’ospedalizzazione. Avevamo pensato di aver vinto la battaglia contro il virus e abbiamo abbassato la guardia – spiega – ma i dati ci mostrano che non è così». Intanto però a Torrette si susseguono gli incontri tra i vertici ospedalieri e i primari per capire come fronteggiare questa nuova ondata, la quinta.

«Dal pronto soccorso ci arrivano continue richieste di ricovero – afferma -: solo ieri su 10 pazienti positivi al Covid arrivati in Pronto Soccorso, 8 avevano necessità di ricovero. Forse sarebbe opportuno piuttosto che riconvertire interi reparti in area Covid, ricavare all’interno degli stessi, una o due stanze per l’isolamento dei pazienti che hanno contratto l’infezione, in modo, ad esempio, che un malato cardiologico possa essere ricoverato nel reparto per la patologia di cui soffre e non in malattie infettive».

Che autunno ci aspetta? «È in atto un peggioramento e lo dimostra il fatto che a luglio abbiamo già il reparto pieno di Covid: credo che andremo avanti così fino a Pasqua del 2023, in quanto le nuove varianti sono molto più contagiose delle precedenti. Alla fine verremmo tutti contagiati dal virus, ci sarà una grande diffusione e qualche vittima tra i fragili. L’unica strategia efficace per ora è la vaccinazione, in quanto previene le ospedalizzazioni: chi deve fare la quarta dose è importante che la faccia perché dalla terza sono ormai trascorsi diversi mesi e perde dunque la sua capacità protettiva. Gli antivirali non riescono a decollare bene, ed ora con l’eliminazione delle Usca i medici di base sono poco favorevoli, da quanto possiamo osservare, a distribuire gli antivirali contro il Covid»,
Quando ci sarà il picco di questa ondata? «Ci aspettiamo il picco per metà luglio e una sesta ondata in autunno».

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