ANCONA – Un corteo antifascista ha invaso oggi pomeriggio le strade degli Archi e del Piano, mentre CasaPound inaugurava la sua sede in via Jesi 55. Alla marcia contro razzismo ed esclusione sociale hanno aderito forze di sinistra, sindacati e associazioni, tra cui il centro sociale Asilo politico, la Polisportiva Antirazzista Assata Shakur, Spazio Comune Heval, Altra Idea di Città, Potere al Popolo, Fiom, Usb e Cobas.
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«Dei brutti individui provenienti da fuori Ancona che fanno riferimento a quel partito razzista di Casapound – dichiarano i membri di Spazio Comune Heval e Polisportiva Antirazzista Assata Shakur – hanno deciso di aprire una sede al Piano. Respingiamo coloro che si definiscono fascisti del terzo millennio guidati ad Ancona da Emanuele Mazzieri, il quale si è espresso contro i quartieri Piano e Archi definendoli ghetti multiculturali. Non stiamo a guardare mentre vengono a rigettare odio nella nostra città, ma rispondiamo con tutta la diversità che ci contraddistingue». Nel corteo bambini e famiglie di origine straniera, con in mano cartelli, hanno sfilato insieme agli organizzatori e al corteo ha aderito anche Possibile Marche perché «un partito neofascista come Casapound, che opera in barba alla Costituzione e si è macchiato di numerose azioni di violenza, non può avere agibilità politica nelle nostre città. È quanto mai necessario manifestare nelle piazze per difendere i valori della democrazia, messi in pericolo da chi fa della discriminazione la sua bandiera».
![Emanuele Mazzieri, coordinatore Casa Pound Ancona](https://www.centropagina.it/wp-content/uploads/2018/10/dddddedddd-300x225.jpg)
Nel frattempo, oggi pomeriggio alle 18, CasaPound ha aperto la sua sede, in via Jesi 55, proprio nel quartiere multiculturale del Piano. «Abbiamo scelto il Piano – spiega Emanuele Mazzieri, coordinatore di CasaPound ad Ancona – perché è il quartiere più difficile. La sede sarà il punto di riferimento degli italiani rimasti, perché come dice il nostro presidente Iannone, “CasaPound è il sindacato del popolo”». Mazzieri ha definito «ghetti multiculturali» il Piano e gli Archi, perché «non c’è integrazione. Gli stranieri che, si sono presi quasi interamente questi due quartieri della città, si sono auto ghettizzati. È un dato di fatto che la metà dei residenti è di origine straniera e che nei due quartieri si registrano il maggior numero di reati di microcriminalità e vandalismo. Credo ci sia una correlazione». Nella sede cosa farà CasaPound per la città? «Abbiamo tanti progetti – spiega – organizzeremo un doposcuola per i bambini durante il pomeriggio, aiuteremo a presentare domande sul lavoro e forniremo assistenza legale per le cause del lavoro. Offriremo servizi ai cittadini senza chiedere nulla in cambio, ma sarà anche una sede per lo svago e ci sarà anche una libreria». E se alcuni stranieri entreranno nella sede per chiedere aiuto? «Non staremo lì a guardare la carta d’identità delle persone – dichiara – se entrerà qualcuno che ha bisogno di cibo lo aiuteremo. Ci sono però tante cooperative, non credo che verranno da noi».