Ancona-Osimo

Terzo settore, rete fra associazioni contro il Coronavirus. Barbaresi di Cgil: «Volontariato ruolo straordinario»

La Regione Marche ha stanziato 1 milione e 300 mila euro per il mondo del volontariato e 800 mila euro per creare una rete fra associazioni con l'obiettivo di lavorare sul ritorno alla normalità. Auser Marche lavora a un progetto di alfabetizzazione digitale

ANCONA – Associazioni, cooperative sociali e onlus. Ci sono anche loro in prima linea nell’emergenza Coronavirus, a stretto contatto con le fasce più vulnerabili della popolazione.

L’importanza del terzo settore è emersa con forza in questa epidemia che ha costretto gli italiani a blindarsi in casa, con il rischio di creare nuove povertà e ulteriori fragilità oltre a quelle già presenti sui territori. Uno strascico amaro, quello che porta con sé il Coronavirus, di cui non abbiamo ancora visto appieno gli effetti. Ma le conseguenze potrebbero presentarsi anche per le associazioni che rischiano anche loro di subire gli stessi effetti negativi. Per questo, ma anche per preparare la fase della ripartenza, la giunta della Regione Marche ha stanziato 1 milione e 300 mila euro e 800 mila euro per il progetto “Terzo settore in rete per l’emergenza Covid-19”.  Risorse che, come spiega l’assessore regionale Fabrizio Cesetti, saranno destinate «alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale che vorranno aggregarsi in una unica compagine per realizzare su tutto il territorio regionale le azioni progettuali».

Fabrizio Cesetti, assessore regionale

Insomma una rete nel volontariato per contrastare la povertà estrema, per garantire interventi domiciliari di supporto alle fasce deboli, compresa la consegna di pasti e medicine a domicilio e supporto a distanza per situazioni di disagio causato, o acuito, dall’emergenza epidemiologica. Il bando varato dalla Regione metterà in rete un minimo di 10 associazioni a loro volta collegate con altre.

«Si confida – spiega l’assessore regionale – che queste organizzazioni, con la loro pervasività nel tessuto civile della nostra regione, possano intercettare altri soggetti tra imprenditori, imprese sociali, fondazioni, che apportino ulteriore valore aggiunto al progetto, sia in termini finanziari, sia in termini di concrete azioni che possano integrarsi in esso».

Positivo il commento di Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche, secondo la quale è una mossa vincente quella di «mettere in rete le associazioni in un unico progetto per rispondere ai bisogni che si sono venuti a creare con l’emergenza Covid». Il terzo settore, secondo la Barbaresi, sta svolgendo «un ruolo straordinario» nel contrasto all’esclusione sociale, portando pasti, medicine, spesa a casa degli anziani, oltre che con l’assistenza domiciliare.

Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche

«Il fatto che la Regione spinga in direzione delle aggregazioni – prosegue – per fare fronte comune è un segno importante, anche alla luce dei bisogni che emergeranno subito dopo il superamento dell’emergenza sanitaria».

«Il bando dà una risposta alla prima fase dell’emergenza Covid – osserva Manuela Carloni, presidente regionale Auser Marche -, e alla seconda fase per il ritorno alla normalità con una modalità indispensabile soprattutto in questa fase: l’azione in rete delle associazioni».
Un ritorno alla normalità che però potrebbe avvenire più tardi per gli anziani, che dovranno restare blindati nelle loro abitazioni più a lungo degli altri. Cruciale sarà abbattere il digital divide, ovvero il divario esistente tra chi ha effettivamente accesso alle nuove tecnologie e chi invece ne è escluso: in Italia, secondo l’Istat, un terzo delle famiglie non ha un computer né l’accesso ad Internet. Con lo smart working, la didattica a distanza e i pagamenti online è una necessità non più procrastinabile, evidenzia Manuela Carloni, che spinge anche sulla banda ultralarga.

Manuela Carloni, presidente regionale Auser Marche

E proprio su questo l’Auser Marche sta portando avanti un progetto per l’apprendimento permanente che possa consentire l’alfabetizzazione digitale fra la popolazione. «Accedere ad Internet è un diritto di cittadinanza», osserva ponendo l’accento sul fatto che potrebbe consentire anche agli anziani di superare l’isolamento in cui spesso versano. «Il volontariato è indispensabile in questa emergenza – conclude la presidente Auser – , ma serve un’azione collettiva e parlare un linguaggio unico è molto importante».

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