Ancona-Osimo

Coronavirus, Confindustria Marche: «Alle aziende serve liquidità immediata»

Diego Mingarelli: «Siamo molto preoccupati visto l'avvicinarsi delle scadenze della fine di aprile, che è stato il primo mese completo di lockdown». E ancora: «Nuovo debito bancario sicuramente aiuta, ma non può essere l’unica soluzione»

Diego Mingarelli
Diego Mingarelli

ANCONA – Le aziende fanno i conti con le scadenze di fine aprile e con l’eccessiva burocrazia del sistema bancario in questo periodo di emergenza Coronavirus.

«Siamo molto preoccupati visto l’avvicinarsi delle scadenze della fine del mese di aprile, che è stato il primo mese completo di lockdown», dice Diego Mingarelli, vice presidente Piccola Industria Confindustria e delegato al credito di Confindustria Marche. «Alle aziende serve liquidità immediata, perché è l’ossigeno che consente loro di vivere. Se continuiamo così saranno sempre di più le aziende che faranno fatica a onorare i pagamenti e si creerà un pericoloso circolo vizioso che colpirà l’intero sistema economico».

Secondo dati Prometeia, quasi un terzo delle imprese ha riserve solo di due mesi per coprire le esigenze derivanti dal capitale di funzionamento e il 43% delle imprese manifatturiere avrebbero difficoltà a coprire i costi fissi con la liquidità disponibile in azienda.

«Gli annunci del Governo parlavano di “liquidità immediata” – spiega Mingarelli – ma con il Decreto sono state fornite solo “garanzie” e la sua applicazione è in balia della burocrazia. Un esempio: sono trascorsi quasi 20 giorni ma i moduli per le richieste al fondo centrale di garanzia sono arrivati solo ieri. In questa complicata fase le imprese devono “comprare tempo”: il tempo necessario per riorganizzarsi e ristrutturarsi. Nuovo debito bancario sicuramente aiuta, ma non può essere l’unica soluzione».

Confindustria aveva chiesto liquidità immediata a costo zero rimborsabile in 30 anni: il Governo ha risposto con garanzie per sostenere debiti da restituire in 6 anni. «Un tempo troppo breve per le aziende che saranno chiamate a una ristrutturazione pesante», secondo Confindustria.

«All’urgenza del provvedimento non è corrisposta inoltre una semplificazione delle procedure bancarie – aggiunge il delegato al credito di Confindustria Marche -. Come sempre le banche dovranno fare istruttoria e delibera, e stanno chiedendo numerosi adempimenti alle aziende, tra i quali il previsionale di quest’anno, e talvolta anche quello degli anni futuri».

In un momento come questo, in cui prevedere gli effetti economici di una crisi che non ha precedenti nella storia economica recente è decisamente difficile, Confindustria si attiva come supporto.

«Il sistema Confindustria delle Marche si è attivato per offrire il massimo supporto alle imprese – dice Mingarelli -. Siamo a fianco degli imprenditori per supportarli in tutte le scelte strategiche di finanza, che vanno dall’individuazione della quantità corretta di debito da richiedere, alla preparazione di un previsionale a 5 anni, fino alla presentazione della richiesta alle banche nel minor tempo possibile».

Anche la Regione Marche si è attivata con una Legge specifica che ha messo a disposizione risorse per 14 milioni di euro. «Sarebbe auspicabile – conclude Mingarelli – l’allargamento non solo degli importi finanziabili ma anche delle risorse messe a disposizione, per poter supportare tutte le piccole e medie imprese marchigiane».

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