Ancona-Osimo

Contagi, l’Udc scrive ad Acquaroli: «Se nuove limitazioni, per i non vaccinati»

Lettera aperta del segretario della provincia di Ancona dell'Udc- Popolari Marche, Paolo Niccoletti: «La campagna vaccinale mostra la propria efficacia. É il momento di rappresentare le preoccupazioni della maggioranza silenziosa»

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Vaccinazione (Immagine d'archivio)

«Con una lettera aperta al Presidente della nostra Regione credo sia giunto il momento di rappresentare, in maniera pacata e responsabile, le preoccupazioni di quella maggioranza silenziosa che, dopo aver ottemperato alle direttive scientifiche e sanitarie, guarda con estremo timore  alla ripresa dei contagi da covid 19». A parlare è Paolo Niccoletti, segretario provinciale per Ancona dell’Udc- Popolari Marche e già sindaco di Loreto, oltre che capolista alle regionali per il suo partito nella circoscrizione Ancona al voto di un anno fa.

Il sindaco di Loreto Paolo Niccoletti
Paolo Niccoletti, segretario per la provincia di Ancona dell’Udc- Popolari Marche, qui nelle vesti di sindaco di Loreto, carica ricoperta per 10 anni

Nicoletti si è rivolto con al presidente Francesco Acquaroli con una lettera aperta indirizzata per conoscenza anche al direttore dell’Area Vasta 2 Giovanni Guidi. «Se i dati finora in possesso – dice Niccoletti- evidenziano, anche a livello locale, la maggior pericolosità degli effetti del contagio nel confronti dei soggetti non vaccinati ne consegue che proprio alla salute e ai rischi corsi da questi ultimi occorre mostrare maggior sensibilità ribadendo l’utilità della vaccinazione. Da ultimo appare conseguente che l’eventuale reintroduzione di norme limitative alla libera circolazione dei cittadini dovrebbe prioritariamente riguardare coloro che sono maggiormente esposti alle conseguenze del contagio». Di seguito il testo della lettera.

«Egregio Presidente, la campagna vaccinale dimostra, anche nelle Marche, l’efficacia della medesima al fine di contrastare la pandemia da Covid 19 e per converso l’aumentata vulnerabilità dei non vaccinati, anche in termini di occupazione dei posti ospedalieri  dedicati all’emergenza. Proprio tale costatazione mi porta a concludere che, nella denegata ipotesi si dovessero adottare misure limitative alla circolazione dei cittadini, i primi a doverle sostenere dovrebbero essere quelli più esposti al rischio del contagio ed alle sue conseguenze, ovverosia i non vaccinati».

Prosegue la missiva: «Intervenire cercando di limitare prioritariamente le occasioni di contagio nei confronti dei non vaccinati rappresenta un atto di responsabilità e reale attenzione per la salute di questi ultimi e, nel contempo, eviterebbe le disastrose conseguenze  socio economiche di una limitazione generalmente imposta anche nei confronti di coloro che hanno aderito alla campagna vaccinale».

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