Ancona-Osimo

Marche, niente Green pass per i consiglieri regionali. Il Pd: «Umiliante subalternità a Salvini e Meloni»

Il gruppo dei dem attacca la maggioranza dopo il dietrofront sulla proposta di regolare l'accesso all'Aula con il lasciapassare. La certificazione è prevista solo per giornalisti e visitatori esterni

Il gruppo consiliare del Pd. Da sinistra Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Casini, Mangialardi, Vitri e Biancani

ANCONA – «Riteniamo che la politica debba dare sempre il buon esempio evitando fratture che rischiano di aumentare la distanza tra cittadini e istituzioni e di fomentare l’antipolitica». Il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi interviene così nella polemica sul Green pass nell’Aula del Consiglio regionale, a cui sono soggetti sono gli organi di stampa e i visitatori esterni, ma non i consiglieri regionali.

Il leader dei dem ha definito la vicenda un dietrofront e «un fatto molto grave sia per il rispetto dell’Aula e soprattutto dei marchigiani e delle marchigiane che forse non meritano di essere sempre guidati da Roma rispetto alle decisioni che si assumono in questa regione». La proposta del Pd di regolare l’accesso all’Aula dell’Assemblea Legislativa, consentendolo solo ai consiglieri e dipendenti in regolare possesso del pass, se in un primo momento era stata accolta dalla conferenza dei capigruppo, poi la certificazione verde non è stata più prevista per queste categorie.

Un accordo, che come fanno notare gli esponenti del Pd «avrebbe consentito alla Regione Marche di essere la prima in Italia ad adottare una simile misura, offrendo dunque un esempio alle altre Regioni e al Parlamento. Invece nulla di fatto, perché a tre giorni dalla seduta, con una repentina retromarcia, la maggioranza ha fatto saltare il patto lasciando senza controlli l’accesso al consiglio».

Maurizio Mangialardi, capogruppo consiliare Pd

Ma i dem non ci stanno e attaccano la Giunta e la presidenza dell’Assemblea Legislativa sottolineando che il Green pass «è uno strumento democratico» oltre che di «sicurezza e libertà, non un privilegio». Mangialardi sottolinea la «totale e umiliante subalternità ai giochi politici di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che ha ridotto l’Assemblea legislativa delle Marche e la giunta regionale a mere appendici delle segreterie romane della Lega e di Fratelli d’Italia. Quanto accaduto umilia i cittadini che hanno responsabilmente scelto di vaccinarsi, il personale sanitario e i docenti per i quali il green pass è obbligatorio, i titolari di attività economiche che seriamente si impegnano ogni giorno per far rispettare le normative anti Covid. Il tutto mentre ci sono assessori e consiglieri di maggioranza che continuano ad ammiccare ai movimenti no-vax».

Il capogruppo dei dem ha assicurato che il partito continuerà a chiedere l’applicazione della certificazione verde per regolare l’accesso in Aula, ed ha garantito l’impegno del partito anche a livello nazionale «per mettere tutti nelle condizioni di essere trattati in maniera equa, senza esenzioni di sorta, quelle dei parlamentari e dei consiglieri regionali». 

Inoltre ha sottolineato che «le scelte che si stanno facendo rispetto alla spinta delle vaccinazioni su scala nazionale sono importanti e stanno producendo effetti determinanti, ma nelle Marche c’è un po’ di confusione nella Giunta perché qualche assessore spinge per le vaccinazioni e qualcun altro invece sostiene le posizioni dei no-vax o di quella costellazione che imbarazza tutto il governo marchigiano».  Secondo Mangialardi difficilmente la richiesta dei dem sarà accolta, «a meno che Salvini e Meloni non ritornino con buon senso sulla Via di Damasco».

La consigliera Anna Casini vice presidente del gruppo parla di «ingiustizia non solo nei confronti di tutte quelle categorie professionali soggette all’obbligo di green pass, ma anche di qualunque cittadino che si rechi al bar, al ristorante, al cinema o al teatro. La Regione Marche, come tutte le istituzioni, avrebbe dovuto dare il buon esempio, invece, a causa di questa giunta eterodiretta da Roma, si assumono atteggiamenti da casta. Una casta schizofrenica in cui l’assessore alla Pubblica istruzione da un lato ammicca quotidianamente ai movimenti No Vax e dall’altro pretende il rispetto dell’obbligo del green pass dai lavoratori della scuola e con consiglieri regionali della Lega schierati con l’estremismo di Salvini in aperto contrasto con le posizioni moderate del ministro Giorgetti e del governatore Zaia, convinti sostenitori del green pass».

Andrea Biancani, consigliere Pd

Secondo Andrea Biancani, le Marche hanno perso l’occasione per essere un modello «per il Parlamento, per le Regioni, per i Comuni», ma «la maggioranza ha deciso di tirarsi indietro. Tra l’altro oggi la Regione Marche si ritrova scavalcata da quelle amministrazioni come il Comune di Pesaro, che proprio sulla scia della decisione presa ad agosto dalla conferenza dei capigruppo e dall’ufficio di presidenza avevano iniziato ad adeguarsi regolamentando l’accesso agli uffici solo ai possessori del green pass».

«In questo anno abbiamo ripetutamente riscontrato una siderale distanza tra i principi enunciati e le posizioni concrete di assessori e consiglieri – lamenta il consigliere Romano Carancini -, ma ciò che oggi stride clamorosamente è il silenzio del presidente Acquaroli, che avrebbe potuto spendere una parola per dare una linea di indirizzo e invece, ancora una volta, è rimasto assente sullo sfondo, triturato dalle contraddizioni in seno alla maggioranza che lo sostiene».

Anche il consigliere regionale Fabrizio Cesetti, ha rimarcato il fatto che il Green pass rappresenta uno strumento democratico a garanzia di tutti. «Per questo – spiega – ne avevamo sostenuto l’applicazione in Consiglio regionale», ma la decisione presa dalla maggioranza nom è democratica in quanto «sancisce una disparità di trattamento tra categorie diverse di cittadini. Spiace che, oltre al presidente Acquaroli, anche il presidente del consiglio Latini sia rimasto in silenzio di fronte a questa retromarcia della destra, evitando scientemente di esercitare l’autorevolezza che deriva dal suo ruolo».

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