Ancona-Osimo

Conero, nasce il Parco Archeologico. Silvetti: «Territorio che trasuda cultura e storia, valorizziamolo»

Avviato l'iter per la realizzazione di un Archeodromo, dove sarà ricostruita una abitazione picena per svolgervi attività didattiche. Il presidente illustra anche gli obiettivi futuri

Daniele Silvetti
Daniele Silvetti

ANCONA – La bellezza paesaggistica, la cultura e l’immenso patrimonio storico del Conero saranno certificati, entro la primavera, da un ulteriore tassello di straordinaria importanza: l’avvio dell’iter di realizzazione di un Parco Archeologico con un proprio Archeodromo in quel di Sirolo. Come primo passo sarà ricostruita una casa picena del V secolo A.C., nonché una nuova struttura in legno con una tettoia dedicata all’attività di didattica archeologica. Il manufatto, a grandezza naturale, sarà la base operativa dalla quale, studenti e turisti, si confronteranno con la vita e la quotidianità dell’epoca, anche grazie all’archeologia sperimentale (e in futuro innovative tecniche di realtà aumentata e 3D), che li vedrà protagonisti nella ricostruzione di oggetti, strumenti, utensili e vasellame del periodo piceno.

La notizia è stata data con soddisfazione dal presidente Daniele Silvetti. «Il progetto del Parco Archeologico s’inserisce in un piano di sviluppo dell’attrattiva turistica, in grado di soddisfare target più ampi, e del cluster della cultura» afferma. «Questo territorio trasuda storia e cultura, per questo ci sembrava doveroso poter ricreare ciò che accadeva in passato, forti dell’esperienza di ritrovamenti di reperti e arredi di pregio e qualità, appartenenti all’epoca picena, e tornati alla luce nel corso degli anni – continua -. Dunque abbiamo deciso di porre le basi per un Archeodromo che potesse arricchire sensibilmente la proposta didattica dell’intero Parco».

Passaggi resi necessari da un grande lavoro di progettazione, seguiti in prima linea dal dottor. Filippo Invernizzi – responsabile dell’Ufficio Cultura del Parco del Conero -, e dal sostegno del territorio, delle istituzioni, di interlocutori e finanziatori, pubblici e privati, come ad esempio la Fondazione Cariverona, che ha messo a disposizione ingenti risorse, oltre ad altri soggetti quali il capofila Ente Parco Regionale del Conero, la Soc. Coop. Sociale Onlus Opera che gestisce la struttura del Centro Visite del Parco ed il connesso Centro di Educazione Ambientale CEA, i Comuni di Sirolo, Numana e Camerano, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, l’Antiquarium Statale di Numana, il Museo Tattile Statale Omero e l’Associazione Riviera del Conero e Colli dell’Infinito.

Area per Parco Archeologico del Conero

Mentre si stanno compiendo gli ultimi studi prima di realizzare l’Archeodromo, Silvetti in persona, negli scorsi giorni, ha effettuato un sopralluogo in zona. L’auspicio è di essere pronti per la primavera. «Purtroppo però il Covid rende incerte le tempistiche di conclusione dei lavori – sottolinea -. Certo che, una volta finito, questo luogo rappresenterà non soltanto un importante polo culturale ma anche sociale». Che metterà ulteriormente in rete il Conero e, in particolare, il capoluogo Ancona con le località di Camerano, Sirolo e Numana. In quest’ultima, di recente, il dottor Enrico Sartini, nell’ambito del suo dottorato, è riuscito ad ottenere dati utili per la prima ricostruzione di un’abitazione picena risalente al V-IV secolo A.C., certificando di fatto che la città costiere dell’Adriatico erano luoghi ideali per l’insediamento delle popolazioni picene, per i porti e il commercio.

In chiusura Silvetti ne ha approfittato per raccontare le iniziative future, a qualche settimana dal suo insediamento come presidente: «Di idee ne abbiamo molte – conclude – e che vanno tutte nella direzione di valorizzare e conservare ulteriormente questa magnifica area verde di quasi 6mila ettari. L’Ente Parco si è dato due obiettivi: per prima cosa ci piacerebbe realizzare una porta di accesso, che effettivamente non c’è, data la vastità dello spazio. Che non sarà soltanto celebrativa, ma sancirà l’ingresso in un luogo in cui bisogna mantenere una condotta di rispetto della natura e dell’archeopaesaggio. La seconda è una ‘casa del Parco’, che potrebbe fungere da snodo per tutti i sentieri storici che attraversano il Parco del Conero. Vogliamo fare in modo che, cittadini e turisti si sentano parte integrante di una comunità che, indubbiamente, affonda le sue radici in questo territorio».

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