Ancona-Osimo

Conad, deposito di Osimo verso lo svuotamento. Cresce la preoccupazione dei lavoratori

Mentre carrelli e muletti vengono portati via, i dipendenti chiedono risposte. Il 2 marzo nuovo tavolo in Regione

La protesta davanti alla Regione

ANCONA – I sindacati lanciano l’allarme sulla situazione del deposito osimano. La vertenza Conad-Auchan sembra non arrivare mai ad una definizione. La preoccupazione dei lavoratori del deposito che rifornisce i punti vendita ex Auchan sta salendo: proprio in questi giorni infatti vengono portati via carrelli e muletti per la movimentazione dei carichi. Movimenti che stanno preoccupando non poco i 102 dipendenti che vedono il magazzino svuotarsi inesorabilmente.

Ma in ballo c’è anche la sede. Nei giorni scorsi a Bologna si è tenuto un incontro fra le parti sindacali e Conad proprio per tentare di trovare una soluzione agli esuberi. Nel corso del vertice al quale hanno partecipato i legali della Pwc, fra i quali Baroni e Neirotti, oltre ad Imolese e a Filcams Cgil, Fist Cisl e Uiltucs Uil, l’azienda ha illustrato il piano di incentivazione all’esodo per gli uffici e le sedi, mentre sulle modalità delle ricollocazione non è ancora emersa una linea. Una questione che tiene in apprensione sindacati e lavoratori.

Intanto per lunedì prossimo (2 marzo), salvo eventuali slittamenti dovuti a restrizioni nei trasporti legate al Coronavirus, è stato fissato un nuovo tavolo in Regione dedicato alla questione del deposito al quale dovrebbe prendere parte anche Xpo, l’azienda che gestisce la logistica di Osimo.

«La preoccupazione è altissima – spiega il segretario di Filcams Cgil Ancona Carlo Cotichelli – , aspettiamo lunedì per avere notizie sul deposito perché i tempi della vertenza si stanno facendo strettissimi e rischiamo lo svuotamento dell’intera struttura».

«Le proposte avanzate dall’azienda in sede nazionale sono del tutto insufficienti sia per quanto riguarda il tema sedi che per i depositi – commenta la segretaria regionale Fist Cisl, Selena Soleggiati -. L’incentivo all’esodo offerto per chiudere la procedura di mobilità con il criterio della non opposizione, e cioè la volontarietà, oltre che essere insufficiente perché non tiene conto con il metodo di calcolo individuato della professionalità e della storia retributiva dei lavoratori interessati, rischia di essere l’unica vera opzione. Il meccanismo elaborato da Conad – prosegue – prevede infatti la corresponsione di una annualità solo per chi esce entro metà aprile, sei mensilità per chi esce dopo qualche mese e la riduzione a una cifra davvero solo simbolica per chi deciderà di restare ad aspettare sino al 30 novembre in attesa di una offerta di ricollocazione che peraltro non è stata nemmeno dettagliata in un piano articolato come promesso nel precedente incontro».

Insomma, l’assenza di un piano di ricollocazione, secondo la Soleggiati, «rende nei fatti come unica soluzione quella di accettare un incentivo che di certo non è in grado di consentire per la sua irrisoria entità nemmeno la ricerca autonoma di una ricollocazione. Ancora più critica la situazione del deposito di Osimo che a tutt’oggi, mentre assiste all’inesorabile spegnimento graduale, non ha ancora ricevuto alcuna risposta né da Xpo Logistics né da Margherita distribuzione. Dall’incontro di lunedì in Regione ci aspettiamo quindi chiarezza e la formulazione di una soluzione concreta per Osimo e per la sede. Il piano di ricollocazioni dovrà essere chiaramente definito a partire dai posti di lavoro che Conad dovrà mettere sul tavolo atteso che ben due cooperative insistono nel nostro territorio. Come organizzazioni sindacali non faremo sconti a Conad, le promesse fatte davanti a tutti gli italiani vanno mantenute nelle Marche come nel resto di Italia».

Il segretario regionale Uiltucs Fabrizio Bontà spiega: «nell’attesa dell’incontro che si terrà lunedì in Regione, la situazione del deposito è drammatica. Stiamo aspettando che si concretizzino le promesse fatte nel corso del penultimo incontro da Neirotti di Pwc, che ci promise che potevamo sperare in positivo. Sperando che il Coronavirus non causi ulteriori slittamenti».

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