Ancona-Osimo

Coldiretti: «Si conferma la crescita qualitativa del vino marchigiano»

Le anticipazioni delle guide come quella del Gambero Rosso parlano in favore del territorio vitivinicolo marchigiano, con numerose conferme

Uva verdicchio

ANCONA – Ribadendo la vocazione «bianchista» delle Marche del vino, trainate da Verdicchio e Pecorino, e più in generale con la conferma della qualità dei vini marchigiani, nei giorni scorsi il Gambero Rosso ha svelato i suoi Tre Bicchieri. Ricevendo l’apprezzamento da parte di Coldiretti che scorrendo la lista dei 23 vini marchigiani che sono stati insigniti del riconoscimento dalla guida, sottolinea proprio la conferma della qualità espressa anche quest’anno dal territorio vitivinicolo marchigiano. La tradizione dei terra di grandi vini bianchi viene mantenuta con il Verdicchio che fa la parte del leone: su ventitré premi, infatti, come sottolineato anche da CentroPagina nei giorni scorsi, dieci se li aggiudicano i Castelli di Jesi e quattro il Matelica. A completare il quadro dei bianchi c’è l’Offida Pecorino con due vini premiati, e il Falerio Pecorino. Tra i rossi oltre alla tradizionale conferma del Rosso Piceno Superiore, tre riconoscimenti, si torna a festeggiare anche sul Conero con il massimo riconoscimento del Gambero dopo due anni di digiuno.

«Tra cantine storicamente e saldamente presenti e altre che vi si affacciano per la prima volta – commenta la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni – le guide evidenziano la crescita qualitativa del lavoro dei nostri agricoltori quest’anno alle prese con un’annata davvero difficile non dal punto di vista della qualità, che resta alta proprio grazie alla grande professionalità dei viticoltori, ma per la quantità». Quantità che non fa rima con qualità, però, visto che proprio la produzione del vino di qualità richiede tra le pratiche di vigna quella del diradamento dell’uva, cioè della soppressione di alcuni grappoli a vantaggio della qualità degli altri. Comunque sia vino marchigiano gettonatissimo all’estero con oltre 75 milioni di euro di export nel 2022 (35 milioni nel primo semestre 2023) – sottolinea ancora Coldiretti – e capace di generare, solo con le denominazioni di origine, ben 106 milioni di euro di valore secondo l’ultimo report Ismea Qualivita sulla cosiddetta Dop Economy.

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