Ancona-Osimo

Clima, guerre e diritti, il vescovo Spina: «Si deve passare da una cultura individualista a una di relazione»

L'arcivescovo della diocesi di Ancona-Osimo stila un bilancio conclusivo del 2023 parlando di clima, ambiente, povertà e famiglie

Monsignor Spina con don Burchiani
Monsignor Spina con don Burchiani (Immagine di repertorio)

ANCONA – «Stiamo vivendo un cambiamento d’epoca, per quanto riguarda i cambiamenti climatici e per quanto riguarda le relazioni umane sempre più contrapposte con le guerre. Da quella in Ucraina a quella con forme di terrorismo nel Medo Oriente».

Un bilancio preciso e dettagliato, quello di Angelo Spina, vescovo dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo, che dice la sua anche sull’apertura della Chiesa – se così si può dire – verso le coppie omosessuali e le persone trans: «Il documento va letto bene – sottolinea Spina – i giornali talvolta gli fanno dire cose che il documento non dice. Altrimenti si capisce una cosa per un’altra e non è corretto dal punto di vista deontologico. Il cammino sinodale che la Chiesa sta proponendo è un cammino in uscita, la Chiesa porta al mondo il Vangelo che è vita e bellezza alle persone, il Vangelo è buona notizia che Dio ci ama, nessuno è più vicino all’uomo se non Dio. Il guaio è che l’uomo allontanandosi da Dio perda di vista l’umano».

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I gay e i trans? «Tutte le persone umane vanno rispettate nella loro dignità e singolarità – evidenzia l’arcivescovo – mai si esprime un giudizio sulle persone. La Chiesa esprime piuttosto un giudizio morale su alcuni comportamenti che mettiamo in essere. Questa dichiarazione del dicastero della dottrina per la fede non cambia l’atteggiamento della Chiesa, è una benedizione solo di tipo pastorale».

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Esistono infatti due tipo di benedizioni: quella liturgica e quella pastorale: «La benedizione alle singole persone è sempre stata data: ce n’è una liturgica, codificata dalla Chiesa, e una che il sacerdote (o il vescovo) può dare. Ma che non è simulazione di dire ˊbenediciamo una unioneˊ. Significa, più precisamente, ˊil Signore sia sempre vicino a noi nella vitaˊ».  

«Benedizione non in forma liturgica ma di vicinanza, come per dire Dio è sempre vicino al cammino di ogni persona e anche di persone che vivono un percorso insieme. Non ci sono cambiamenti dottrinali – ribadisce Spina – ma c’è un atteggiamento pastorale a dire ˊattenzione a tutte le persone e anche a queste, che hanno questo orientamentoˊ. È sempre stato fatto, solo che per la prima volta, adesso, un documento parla di coppie dello stesso sesso».

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Un anno, il 2023, «che ci ha messo in tensione, per essere uomini costruttori della pace in questo tempo difficile». In linea con la Cop appena conclusasi, Spina si augura passi avanti nel fronteggiare il cambiamento climatico: «Se non si pone un rimedio alla questione ambientale, non ci sarà più futuro».

«Dopo il covid, le persone hanno ripreso la loro vita, il tema dell’affettività, delle relazioni, il pensare al futuro, con relazioni stabili a livello familiare fa ben sperare. È segno di speranza il fatto che le persone ritrovino la propria serenità. Il tema del calo demografico oggi non è più un’idea ma una realtà scottante e bisogna guardare avanti con politiche familiari e con una cultura che deve cambiare registro. Si deve passare da una cultura individualista a una di relazione, più che pensare all’io si dovrebbe pensare al noi».

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Mons. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo

Spina arrivò ad Ancona circa 7 anni fa: questa è la seconda volta che in città è stato allestito un mega presepe. Prima del covid – ricorda lui – «era stato posizionato in piazza del Papa, con una serie di piccoli presepi nei vicoli attorno corso Mazzini».

«Il presepe di piazza Roma, con la sua bellezza e la sua imponenza ricorda San Francesco d’Assisi. Nel presepe, è rappresentata tutta l’umanità. La vita che nasce, la paternità, l’universo che si muove con le stelle, le persone che vanno, i pastori, un via vai di natura, di umanità e di cielo che si congiungono. È un segno di grande bellezza per tutti, chiunque si metta davanti al presepe non può che cogliere un mirabile segno che ci dà speranza e gioia infinita».

«L’augurio più bello come umanità? Lasciarci amare da Dio, sarà questo amore a portarci avanti. Perché sì, l’economia fa girare il mondo – conclude il vescovo dorico – ma è l’amore che lo regge. Ognuno di noi deve impegnarsi a essere costruttore di pace, fraternità e solidarietà».

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