Ancona-Osimo

Nuove priorità urbanistiche e ambientali: ecco come il Covid ha accelerato i cambiamenti nelle città

In che modo l'epidemia ha contribuito il mutamento dei centri urbani? Resilienza ai cambiamenti climatici, mobilità sostenibile, spazi di prossimità: gli architetti Centanni e Piancone, rispettivamente presidente e segretario dell'Istituto Nazionale di Urbanistica per le Marche, fanno il punto

Parco del Cardeto
Parco del Cardeto

ANCONA- Dalla resilienza urbana rispetto ai cambiamenti climatici fino al potenziamento del trasporto pubblico locale e della mobilità sostenibile, dalla riscoperta di spazi pubblici di prossimità al bisogno di sicurezza. La pandemia ha dato un forte impulso a quelle che sono le nuove priorità urbanistiche delle città. La crisi innescata dall’emergenza Covid ha accelerato cambiamenti in atto da anni per rispondere alle nuove esigenze dei cittadini.

L’architetto Claudio Centanni, presidente Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) – Sezione Marche

«Ci sono tre elementi fondamentali nella nuova pianificazione della città e ciò avviene a livello marchigiano, italiano e globale. Il primo è legato alla resilienza nei confronti delle fragilità ambientali. I cambiamenti climatici e l’inasprirsi dei fenomeni metereologici, pensiamo ad esempio alle frequenti bombe d’acqua, sono temi attuali e su questi i cittadini misurano l’efficacia dell’azione amministrativa- spiega l’Architetto Claudio Centanni, presidente Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) Sezione Marche -. Il secondo tema è legato alla percezione che gli abitanti hanno dell’inquinamento atmosferico che comprende le scelte domestiche (dall’utilizzo del riscaldamento a come smaltiamo i nostri rifiuti) e la mobilità sostenibile che va ripensata. Negli ultimi anni è stato privilegiato lo spostamento con i mezzi privati mentre adesso si punta a potenziare il trasporto pubblico locale e la mobilità dolce, in particolare ciclopedonale. Subito dopo il lockdown è emersa l’esigenza di poter raggiungere tutto facilmente a piedi nell’arco di 15 minuti. Ciò è esattamente il contrario della logica con cui sono state costruite le città negli ultimi 20 anni che hanno fatto affidamento sullo spostamento privato dei cittadini: centri commerciali in periferia e servizi delocalizzati».

Per quanto riguarda le piste ciclabili la regione Marche si trova in una situazione estremamente diversificata. Ci sono città che per la loro conformazione morfologica utilizzano da sempre la bicicletta come mezzo per muoversi, altre hanno una morfologia più aspra, come Ancona, in cui lo spostamento in bicicletta non è diffuso.

«Durante la scorsa Legislatura regionale è stato impostato il progetto della Ciclovia Adriatica che coinvolge tutta la regione, a partire dalla fascia costiera- prosegue Centanni -. Il terzo elemento importante che la pandemia ha evidenziato è quello della percezione della sicurezza all’interno delle nostre città. Prima se ne parlava quasi esclusivamente in termini di presenze straniere, adesso si cerca sicurezza rispetto alle modalità di vita e all’accesso ai servizi sanitari. Dall’Osservatorio dell’INU emerge che di fronte a queste nuove sfide le Marche non sono indietro rispetto a regioni come Lombardia ed Emilia Romagna. Diversa è la capacità di affrontare e mettere in campo politiche che possano essere spendibili ed efficaci».

L’architetto Alessio Piancone, segretario dell’Istituto Nazionale di Urbanistica – Sezione Marche

«A seguito della pandemia è emersa anche una nuova consapevolezza della “prossimità”. Prima del Covid la ricerca di spazi pubblici di qualità per soddisfare le esigenze di socialità ludica, ci portava anche a percorrere distanze importanti – afferma l’Architetto Alessio Piancone, segretario dell’Istituto Nazionale di Urbanistica Sezione Marche –. Il lockdown ci ha fatto rivalutare l’importanza di ciò che abbiamo vicino, ciò che tutti abbiamo “sotto casa”. La dotazione di spazi pubblici di prossimità, la loro capillare diffusione nella città, rappresenta un’infrastruttura fondamentale dell’abitare contemporaneo. Si pensi ad Ancona ed ai suoi numerosi parchi, come la Cittadella, il Parco del Cardeto o Posatora, che in questo periodo hanno rappresentato un polmone verde di socialità. Questi spazi aperti pubblici hanno assunto un nuovo importante valore nella quotidianità di tutti noi».

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