Ancona-Osimo

Ciriachino d’oro a Gianmarco Tamberi. Ancona applaude il suo campione – FOTO

La cerimonia si è svolta al Palaindoor di Ancona. A consegnare la civica benemerenza al campione olimpico di salto in alto la sindaca Valeria Mancinelli

Immagine di repertorio

ANCONA – Tributato dagli applausi scroscianti di bambini, atleti e autorità presenti, l’eroe olimpico Gianmarco Tamberi ha fatto il suo ingresso al Palaindoor, la sua casa sportiva dove ha costruito l’Oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 nel salto in alto. Ancona lo ha salutato, emozionata. E lui ha fatto altrettanto, passando in mezzo ai più piccoli, accompagnato dal gruppo storico degli sbandieratori di Offagna.

Poi ha preso posto accanto al sindaco Valeria Mancinelli e all’assessore allo Sport Andrea Guidotti. È iniziata la serata, quella di Gimbo: la premiazione del ‘Ciriachino Olimpico’. «Sono molto emozionato di essere qui – le prime parole di Tamberi -. Ho fatto molte cose negli ultimi tempi (oltre alla medaglia più importante in Giappone, anche la conquista della Diamond League e il primato assoluto nel ranking 2021, ndr), ma festeggiare a casa mia ha un sapore assolutamente incredibile».

A ruota il primo cittadino dorico: «Gianmarco ha compiuto una grandissima impresa sportiva, vero. Ma non solo: è la sua storia, di atleta e di persona, che rappresentano una lezione di vita. Dunque abbiamo voluto consegnare il Ciriachino perché ha compiuto un’impresa straordinaria, ma anche per quello che rappresenta come campione e come persona». Ecco poi l’intervento del governatore delle Marche Francesco Acquaroli, reduce dall’altra cerimonia speciale: quella per Roberto Mancini, ct della Nazionale italiana di calcio, campione di Europa, nella sua Jesi. Acquaroli ha ringraziato Tamberi per le emozioni: «È bello poter festeggiare insieme imprese memorabili che portano la nostra Regione nella storia del mondo. Siamo grati e orgogliosi. Grazie».

Particolarmente emozionato nell’intervento anche Guidotti, che ha ripercorso la storia di Gimbo (i due si conoscono da sempre) e applaudito calorosamente la «leggenda» Gimbo. Da lì una serie di messaggi importanti e complimenti. Come quelli del presidente del Coni Giovanni Malagò («Bravo Gimbo, ha portato in alto il massimo orgoglio come concittadino di tutti voi, brava Ancona per la festa. Viva lo sport e viva l’Italia») e del presidente Fidal Stefano Mei («Gianmarco è un mito dello sport, un’icona. Sono molto orgoglioso di questo suo premio, ma soprattutto contento di essere suo presidente, perché avere un atleta come lui è una fortuna»), entrambi arrivati in video, e in presenza dal presidente Fidal Marche Simone Rocchetti, che ha ricordato che al PalaIndoor nascerà una palestra dedicata al salto in alto nell’impianto delle Palombare.

Poi un momento emozionante: una doppia medaglia d’Oro costruita e nata ad Ancona. Era presente, infatti, la famiglia di Galliano ‘Liano’ Rossi (Oro nel tiro a volo a Melbourne del 1956), che ha raggiunto il cuore del palas per una foto con Tamberi destinata a rimanere negli annali. Ci sono Massimo, il figlio di Liano (nato a Torrette), e la nipote, che hanno portato a mano con fierezza il cimelio straordinario.

A quel punto le tante domande sottoposte da giornalisti molto particolari a Tamberi: i bambini. «Come hai fatto a diventare così?». «Ho imparato a non accontentarmi mai. E che possiamo ricevere tantissimo dalle persone che abbiamo intorno». «Cosa si prova?». «Un’emozione troppo grande, come se il cuore uscisse dal mio corpo». Una bimba ha consegnato una medaglia a Gimbo. «Ne ho vinta un’altra», ci ha scherzato su l’eroe anconetano. È arrivato un canestro, il basket è la storica passione di Tamberi. Lui ha tirato verso il cestello senza remore con i ragazzi della High School Basketball e si è divertito. Tanto. Gli atleti accanto a lui ancora di più. Gianmarco sorridente, sempre allegro.

Verso la chiusura. C’erano le immagini più belle o comunque più significative. Dei trionfi: l’abbraccio con l’altro oro condiviso con Barshim, quello con Jacobs (uomo più veloce al mondo, anch’egli italiano), l’iconica esultanza con il gesso in mano. Dei dolori: l’infortunio che lo ha privato di Rio 2016: «Ho toccato il fondo con l’infortunio di cinque anni fa, una ferita che porterò dentro per sempre, e la gioia della medaglia d’oro è il frutto di quei momenti terribili. Non lo auguro a nessuno, ma se questo significa provarci fino in fondo, allora posso augurarlo a tutti». Si sono avvicinate la mamma Sabrina Piastrellini («Ho sempre sognato di vedere un figlio che cantava l’inno») e la futura sposta Chiara Bontempi («Dopo dodici anni insieme iniziavo un po’ a preoccuparmi, sapevo che avremmo dovuto attendere le Olimpiadi, ma per me è stato inattesa la promessa di matrimonio»).

Ma le sorprese per Gimbo non erano ancora finite. Il sindaco Valeria Mancinelli ha consegnato il Ciriachino olimpico all’«Ambasciatore volante di Ancona nel mondo Gianmarco Tamberi». Quindi l’assessore Guidotti ha condotto il campione, cui è stata sistemata una benda sugli occhi, di fronte ad un pannello enorme coperto da un drappo bianco: sotto c’è un murales dedicato a «The Legend», realizzato da Lorenzo Nicoletti in arte Skugio, mentre l’altista dorico bacia la medaglia a Tokyo. Istantanea che rimarrà per sempre nel «suo» PalaIndoor, come fonte di ispirazione per tanti giovani. Tamberi emozionatissimo: non può concludere con una frase che alimenta un obiettivo concreto: «Dovrò vincere anche la prossima Olimpiade (Parigi 2024) per meritarmi tutto questo».

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