Ancona-Osimo

Per la ciclabile degli Archi si muove (anche) la fondazione Scarponi: «Ancona sta tornando al passato»

Critiche alla giunta comunale, dopo la scelta di bloccare le ciclopedonali in città. Il fratello di Michele Scarponi: «Messaggio anacronistico, è un peccato: la città può e deve diventare più moderna e vivibile»

Marco Scarponi

ANCONA – Stop alla ciclabile degli Archi: la fondazione Michele Scarponi chiede al Comune di ripensare le proprie scelte. Da Filottrano, l’organizzazione intitolata al ciclista morto sei anni fa, nel 2017, lancia un appello al sindaco di Ancona, Daniele Silvetti.

«Dopo gli annunci dell’amministrazione che vuole eliminare la ciclabile degli Archi (che passa per via Marconi) e cancellare le due ciclopedonali della stazione centrale-Torrette e della stazione di Passo Varano-Tavernelle, al servizio dei poli universitari anconetani e già finanziate con i fondi del Pnrr», la fondazione Scarponi, da sempre attiva sul territorio nazionale e regionale in tema di sicurezza stradale e mobilità sostenibile per gli utenti fragili della strada (ciclisti, pedoni, persone con disabilità), fa sapere – attraverso Tommaso Rossi, del comitato tecnico scientifico – che si stanno riportando indietro le lancette degli anni.

La ciclabile degli Archi (fonte Fb consigliere Rubini)

Spiega Rossi: «A pochi mesi dal proprio insediamento, la nuova giunta comunale anconetana ha riportato indietro le lancette dell’orologio di anni. In una città dove il traffico veicolare è già molto sovradimensionato (circolano 67 automobili ogni 100 abitanti, contro le 44 di Milano), sarebbe fondamentale favorire in ogni modo la mobilità sostenibile, fatta di percorsi ciclabili e pedonali sicuri ed estesi a parti rilevanti della città. Ben venga la possibilità, immaginata dall’assessore Tombolini, di ridisegnare un percorso ciclabile che congiunga Marina Dorica con la Banca d’Italia, passando sotto le mura di via XXIX Settembre. Ma ad oggi non vi è alcun progetto, solo un’ipotesi che richiederebbe anni per essere attuata, oltre a permessi dell’autorità portuale ed ingenti fondi. Di contro, si decide di cancellare quanto già c’è e quanto già è stato progettato e finanziato. La ciclabile degli Archi può non essere un’ottima soluzione, ma eliminare prima di creare un’alternativa, non crediamo sia una soluzione migliore».

Sul punto, interviene persino il fratello di Michele Scarponi, Marco (che ricopre il ruolo di segretario generale dell’organizzazione): «Un’amministrazione comunale che non attua scelte coraggiose volte a migliorare la vita dei suoi cittadini, e anzi decide di cancellare zone ciclabili e pedonali, perde un’occasione. Quella di mettere al centro la persona».

«Il messaggio culturale che rischia di passare – dice lui – è anacronistico. Pensiamo a far circolare più veloci e con meno ostacoli le automobili, poi penseremo agli altri utenti della strada, a chi vorrebbe usare metodi alternativi e sostenibili per spostarsi. È un peccato: Ancona può (e deve) diventare una città più moderna e vivibile».

La proposta della fondazione è quella di «creare un tavolo permanente con la giunta comunale e con le principali associazioni che si occupano sul territorio di mobilità alternativa e sostenibilità ambientale per arrivare all’adozione del Piano urbano della Mobilità Sostenibile ed individuare, così, soluzioni rapide e concrete per dotare Ancona di una vera strategia di pianificazione urbana che metta al centro la persona e l’ambiente e doni bellezza e vivibilità alla città».

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