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Ciarulli: «Saremo le sentinelle del territorio». Il neo-presidente di Legambiente Marche lancia la battaglia alla crisi climatica

Alla guida di Legambiente Marche arriva Marco Ciarulli. Il nuovo presidente lancia subito le iniziative per il contrasto alla crisi climatica.

Contrasto della crisi climatica, energie rinnovabili ed economia circolare. Il neo-presidente di Legambiente Marche, Marco Ciarulli, detta la roadmap del nuovo mandato. 

Marco Ciarulli – Presidente Legambiente Marche

Presidente, quali strategie attuerete per le vostre battaglie?

«Metteremo in campo tutte le nostre iniziative con il dogma dell’ambientalismo scientifico per stimolare la cittadinanza attiva. Con i nostri presidi territoriali, che ci sono da sempre, cercheremo di fare proposte relative allo sviluppo del piano nazionale di ripresa e resilienza». 

Concretamente?

«Nelle Marche cercheremo di fare le sentinelle del territorio. Arriveranno progetti che potremmo appoggiare, contrastare o suggerire. Includendo ovviamente la partecipazione. E’ un’occasione unica quella che abbiamo con il Pnrr e deve essere sfruttata per i territori, non farcela cadere addosso».

I temi portanti secondo la sua vision?

«L’associazione ha una battaglia prioritaria che è quella del contrasto alla crisi climatica, facendo tutto quello che sappiamo fare e mettendo in campo una serie di azioni per sensibilizzare ed educare i cittadini sul tema dell’energia. Occorre ridurre l’utilizzo delle fonti fossili in favore delle  rinnovabili».

E oltre a questo?

«Sicuramente ci stanno a cuore i temi dell’economia circolare e dell’agricoltura. Le Marche hanno una forte vocazione agricola. E poi i microtemi che si portano dietro altrettante battaglie, come le aree protette e le aree interne, le aree del cratere e il lento abbandono di questi territori che vanno rilanciati attraverso il turismo. Ma occorre rendere più organica l’offerta a sostegno di un turismo che non sia mordi e fuggi».

Ecco, sulle aree protette qual è la sua idea?

«I parchi sono una delle nostre realtà di maggiore tutela, ma non vanno intesi come dei cristalli inavvicinabili e irraggiungibili. Piuttosto come realtà che devono integrarsi con il territorio circostante».

In particolare sull’Area Marina Protetta qual è la vostra posizione?

«Spesso si tende a pensare che sia un luogo intoccabile, dove natura deve rimanere intoccata. In realtà la questione è molto più complessa. Dobbiamo rivedere la nostra concezione di queste strutture e fare più informazione. Si teme che con l’istituzione delle aree marine protette si faccia un danno all’economia, quando invece queste aree permettono all’economia di sussistere nel futuro».

Uno sguardo più a breve termine?

«Le comunità energetiche sono un’opportunità da prendere al volo, perché intercettano  la  questione sociale. E’ un modo per distaccarci dalla dipendenza dalle fonti fossili. Chi fa parte della comunità che utilizzano fonti rinnovabili ne è in parte responsabile, quindi sono luoghi dove c’è condivisione».

Ultimamente si fa un gran parlare di economia circolare. Nelle Marche qual è la situazione?

«Senza dubbio qui servono più impianti di riciclo. L’economia circolare è sviluppata a metà nelle Marche. Dobbiamo rafforzare buone pratiche di prevenzione per riduzione i rifiuti ed incrementare l’impiantistica di riciclo per permetterci di abbandonare le discariche».

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