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Ancona, chiuse le indagini del secondo filone di Ghost Jobs: 12 gli indagati

La vicenda, che era esplosa nel novembre 2019 con l'arresto del geometra Bonci e di alcuni imprenditori, vede 12 indagati fra i quali c'è anche l'assessore Manarini la cui posizione però si è "sgonfiata" parecchio

Comune di Ancona
Comune di Ancona

ANCONA – Chiuse le indagini preliminari del secondo filone di inchiesta “Ghost Jobs” relativa agli appalti pubblici del Comune di Ancona. La vicenda era esplosa nel novembre 2019 con l’arresto del geometra del Comune Simone Bonci, accusato di corruzione per aver favorito un gruppo di imprese “amiche” negli appalti per i lavori dei laghetti del Passetto e in alcuni cimiteri, in cambio di alcune “cortesie”, fra le quali anche lavori all’interno della sua abitazione, stando all’accusa. 

Dodici le persone indagate in questo filone, delle 30 iniziali, alle quali vengono contestati i reati di truffa, falso in atto pubblico e abuso di ufficio: fra loro c’è anche l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Ancona Paolo Manarini, al quale viene contestato solamente il reato di falso in atto pubblico. Altri 3 indagati sono dipendenti del Comune di Ancona, fra loro c’è il geometra Simone Bonci, mentre altri 8 fanno capo alle imprese coinvolte e sono amministratori, legali rappresentanti o soci di queste.

L’avvocato Franco Boldrini, che difende l’assessore Manarini, spiega che l’ipotesi accusatoria chiamerebbe in causa un deficit di documenti, fdefinito formale dal legale, e che sarebbe servito esclusivamente a spendere i fondi già previsti senza rinviare al bilancio successivo.

Sui documenti, stando a quanto riferisce il legale, sarebbero state apposte date non esatte (retrodatando i documenti), ma il legale spiega che queste sarebbero state messe da altri e non dall’assessore Manarini, per questo annuncia che contesterà l’ipotesi di falso in atto pubblico contestata dalla Procura. Inoltre evidenzia che rispetto al tam tam mediatico esploso subito dopo l’avvio dell’inchiesta la posizione dell’assistito si sarebbe “sgonfiata” parecchio e che alla fine vedrebbe al massimo una irregolarità formale, commessa come riferisce l’avvocato da altre persone e non per interessi personali.

Verso l’archiviazione, invece, le posizioni degli assessori Marasca, Foresi e Sediari. L’assessore alla Protezione civile Stefano Foresi ha affermato: «Sono molto fiducioso, ma attendo un riscontro ufficiale. Ho sempre operato per il bene della città e dei cittadini».

Il 22 febbraio si terrà l’udienza preliminare relativa al primo filone d’inchiesta, quello per corruzione: i legali di Bonci (Lorenza Marasca e Riccardo Leonardi) fanno sapere che patteggeranno, mentre per il secondo filone attendono di visionare gli atti.

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