Ancona-Osimo

Cento anni da “Il fatto di Ancona”, una mostra per ricordare i finanzieri eroi Grassi e Maganuco

“Due guardie di finanza, due uomini semplici, due eroi sconosciuti” il titolo. Questa mattina il taglio del nastro nelle sale del Magazzino Tabacchi della Mole Vanvitelliana. Resterà aperta al pubblico fino al 6 maggio

Celebrazioni del centenario de "Il fatto di Ancona" alla Mole

ANCONA- Sono passati cento anni da “il fatto di Ancona” ad opera dei finanzieri Carlo Grassi e Giuseppe Maganuco che, di guardia allo zuccherificio del Lazzaretto, nella notte tra il 5 e il 6 aprile 1918, sventarono l’incursione di una sessantina di marinai austro–ungarici che miravano ad impossessarsi dei M.A.S. del Comandante Rizzo ormeggiati nel porto di Ancona. Un fatto importantissimo e che probabilmente incise sulle sorti della Prima Guerra Mondiale. La mostra fotografico-documentaria celebrativa del 100° anniversario del fatto d’arme: “Due guardie di finanza, due uomini semplici, due eroi sconosciuti”, è stata inaugurata quest’oggi nelle sale del Magazzino Tabacchi della Mole Vanvitelliana (27 aprile). A tagliare il nastro, i nipoti del finanziere Grassi insieme al Comandante Regionale Marche della Guardia di Finanza, Generale di Brigata Gianfranco Carozza.

I finanzieri eroi Giuseppe Maganuco e Carlo Grassi

«Nostra madre ci raccontava del nonno e di questo fatto in modo fiabesco, sfogliando i giornali di un tempo e con disegni fatti a fumetto- ricorda commossa Antonella Ferarri, nipote di Carlo Grassi-. Da piccoli, tutti gli anni in montagna in Piemonte facevamo la processione per i caduti della guerra e ricordavamo anche questo fatto eroico». «Nostra madre quando eravamo piccoli ci ha portato ad Ancona  per farci vedere il medaglione del Lazzaretto, il dipinto in Caserma e il monumento a Marzocca a memoria del fatto eroico di nostro nonno. A casa abbiamo delle foto» riferisce Giancarlo Ferrari, nipote di Carlo Grassi.

Il taglio del nastro è stato preceduto dagli interventi del Comandante Regionale Marche della Guardia di Finanza, Generale di Brigata Gianfranco Carozza, del Sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Marche, Prof. Marco Ugo Filisetti, del Direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, Prof. Stefano Papetti, del Prof. Marco Severini, Docente di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Macerata. «Fino a 50 anni fa del fatto di Ancona non si sapeva nulla. Si sono messi al lavoro due finanzieri che hanno ricostruito quanto accaduto e nel 2013 è uscito un volume che racconta questa vicenda, una delle più significative dell’ultimo anno di guerra» spiega Severini. «La memoria non è fine a sé stessa ma serve a coltivare il futuro» afferma il sindaco Valeria Mancinelli.

Presenti numerose Autorità civili e militari, e gli studenti dei Licei Artistici della regione che hanno partecipato ad un concorso per realizzare un francobollo commemorativo de “il fatto di Ancona”. La mostra, allestita nella suggestiva location del Magazzino Tabacchi della Mole, ripercorre attraverso foto e articoli di giornale dell’epoca, quanto avvenuto nell’aprile del 1918. Resterà aperta al pubblico fino al 6 maggio 2018 con orario 10,00 – 12,30/15 – 19.

LA STORIA – A seguito della Beffa di Buccari (Croazia) avvenuta nel febbraio 2018, il comandante della flotta austro-ungarica Miklós Horthy volle vendicarsi. Organizzò una spedizione nel porto di Ancona per distruggere la base MAS, seria minaccia per la squadra navale austriaca. I motoscafi erano ormeggiati fuori dalla Mole. Il 4 aprile 1918, 62 marinai austriaci  comandati dal tenente di vascello Joseph Weith, partirono per la spedizione ma sbagliarono lo sbarco. Il piano era arrivare a Torrette e raggiungere il porto con il favore dell’oscurità, invece, le luci della stazione di Falconara li indussero in errore. Credevano fosse Ancona e sbarcarono a Marzocca. I marinai non abbandonarono l’impresa e si misero in marcia. Raggiunsero Barcaglione e occuparono una casa colonica isolata dove abitavano una donna e due bambini. Gli austriaci si impadronirono della casa, obbligando la donna a dargli ricovero. Un ufficiale scrisse una lettera in tedesco nella quale dichiarava la non responsabilità della donna. I marinai lasciarono anche del denaro per ripagare i danni causati e i generi requisiti. Nel frattempo venne scoperta la motolancia austriaca, ed iniziarono le perlustrazioni alla ricerca dei nemici. Nella tarda serata del 5 aprile gli austriaci raggiunsero la barriera daziaria di Ancona indisturbati, grazie anche al fatto che alcuni militari parlavano correttamente l’italiano. Intorno alle 23.30 del 5 aprile, i marinai austriaci arrivarono al Lazzaretto. Di ronda al zuccherificio c’erano i due finanzieri Carlo Grassi e Giuseppe Maganuco che intimarono l’altolà. I marinai dissero che stavano andando ai MAS. I due finanzieri si insospettirono e li seguirono sul marciaronda. Capito di essere stati scoperti, un austriaco salì sul canalone di legno (che serve per far scendere la merce sulle barche) e pugnalò (non gravemente) Grassi nella zona scapolare. Maganugo trascinò indietro il compagno e scese di corsa a chiudere la passerella. Sparò contro il suo aggressore e intrappolò i militari austro-ungarici nel rivellino del Lazaretto, precludendogli ogni via di fuga. I marinai gettarono in mare il loro armamento e si arresero. Poco dopo sopraggiunse un gruppo di Reali Carabinieri. Quella notte vennero arrestati 59 marinai, ai quali si aggiunsero i due marinai irridenti che si erano staccati dal drappello prima di giungere al Lazzaretto e un terzo che venne catturato nella borgata di Castelferretti il 6 aprile. Il re Vittorio Emanuele III, proprio in quei giorni ad Ancona, appresa la notizia dello scontro con il commando austro-ungarico, concesse la Medaglia d’argento al valor militare ai due finanzieri Maganuco, 22 anni di Gela, e Grassi, 19 anni di Novara. Nel 1927, a ricordo di questo fatto venne posto all’esterno della Mole un bassorilievo in bronzo dello scultore anconetano Mentore Maltoni raffigurante i due finanzieri e una lapide commemorativa.

 

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