Ancona-Osimo

Castelfidardo, grande commozione al funerale del piccolo Massimo Basile

Sulla piccola bara bianca ricoperta di fiori campeggiava la foto con il suo bellissimo sorriso. La messa è stata officiata dall’arcivescovo Angelo Spina

CASTELFIDARDO – In tanti stamattina (16 febbraio) nella chiesa di Sant’Antonio delle Fornaci di Castelfidardo hanno dato l’estremo saluto al piccolo Massimo Basile, cinque anni, morto nell’incidente avvenuto la sera di Martedì grasso lungo via di Jesi. Era in macchina con la mamma e il fratello di dieci anni.

Sulla piccola bara bianca ricoperta di fiori campeggiava la foto con il suo bellissimo sorriso. La messa è stata officiata dall’arcivescovo Angelo Spina che, accanto al parroco don Pierluigi Moriconi, ha detto: «La morte di un bambino ha il potere di provocare un’immediata e generale mobilitazione di cuori che si uniscono e diventano uno solo che batte la stessa frequenza d’anima. Oggi siamo qui raccolti in una commozione profonda. Ogni bambino è patrimonio sacro dell’intera umanità. Castelfidardo non piange con lacrime cupe e disperate ma attraversate dalla fede. Ci stringiamo attorno alla mamma, al papà, a tutti con profondo affetto partecipe. La città oggi è tutta qui. Tu piccolo Massimo sei al centro dei nostri pensieri. Il dolore più lacerante per un essere umano è quello di un genitore che perde un figlio, un dolore che non può essere detto o raccontato”. I singhiozzi di mamma e papà si sono fatti più forti. “Di fronte alla disgrazia che ha devastato la loro esistenza, si fa spazio la domanda “Perché è capitato a lui? Avremmo preferito essere noi”. La ragione non trova spiegazioni accettabili, è un mistero che non siamo in grado di capire. La morte non ha il potere di spezzare l’amore. Massimo sei un campione. Aiuta i tuoi amichetti in questo dolore. Lui ci guarda da lassù».

La preside Monica Marchiani è salita poi sul pulpito da dove ha detto: «Come dirigente dell’istituto comprensivo “Soprani” sono qui per esprimere tutta la nostra vicinanza come istituto comprensivo. Massimo era un nostro studente. Vi siamo vicini. I vostri figli sono anche i nostri figli e questa è una cosa bellissima ma dolorosissima allo stesso tempo. È molto difficile esprimere parole perché anche nella lingua italiana non ci sono parole per descrivere il dolore immane di una madre e di un padre per la perdita del figlio. Una persona rimane vedova, vedovo, ma non c’è la parola per dire che resta senza suo figlio. Sono qui per dirvi che ci siamo per aiutarvi perché la scuola è una comunità. Al fratellino, guardaci, siamo tutti qui per dirti che ti aspettiamo, fatti coraggio perché insieme ce la possiamo fare».

All’uscita i bambini hanno liberato in cielo palloncini bianchi, un ultimo saluto prima della partenza del corteo a piedi verso l’ingresso del monumento nazionale dove si erge il cimitero per la tumulazione.

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