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Castelfidardo, Biotecnica punta sulla formazione. Breccia: «Formare è coinvolgere e aiutare a crescere»

Il nostro approfondimento sul tema della formazione professionale con il responsabile della Divisione formazione e privacy dello studio Biotecnica Associati

I dati del IV sportello dell’Avviso Femi FondItalia 2022.01 confermano che «la ripresa economica può passare attraverso la formazione del personale». In totale, spiega il rapporto del Fondo Formazione Italia nei primi sei mesi dell’anno, hanno aderito ai progetti «1.700 aziende, con più di 16mila lavoratori coinvolti». La fotografia scattata da FondItalia vede la Lombardia al comando nella classifica delle regioni virtuose per numero di aziende beneficiarie (24,5%), seguita da Puglia (15,6%) ed Emilia-Romagna (9%). La maggior parte dei corsi si è sviluppata su tre aeree: sviluppo delle abilità personali (30%), gestione aziendale e amministrazione (19%), sicurezza sul lavoro (15%). Per il 33%, i partecipanti ai corsi di formazione sono state donne, il 67% uomini. La classe di età maggiormente rappresentata è quella compresa nella fascia dai 40 ai 49 anni (27%) seguita da quella tra i 30 e i 39 anni (25%).

«La formazione del personale ricopre un ruolo fondamentale nella crescita e nel miglioramento della nostra impresa». A dirlo Alessio Breccia, responsabile della Divisione formazione e privacy di Biotecnica Associati, realtà nata nel 2012 a Castelfidardo, e che opera come studio di consulenza e laboratorio analisi nei settori dell’Igiene alimentare, Sicurezza ambiente e Ricerca e sviluppo nella Biologia. «Se si riduce solo alla consegna di un manuale oppure ad un corso nozionistico, serve a ben poco. Formazione è coinvolgere, trasferire competenze e soprattutto aiutare a crescere», spiega Breccia.

Ecco la sua intervista sul tema della formazione professionale in azienda.

Alessio Breccia, responsabile della Divisione formazione e privacy di Biotecnica Associati

Dottor Breccia, quali sono gli obiettivi che un’attività come la vostra deve raggiungere nella formazione del personale?
«La formazione del personale, in qualsiasi attività, pubblica, privata o no profit, per essere efficace deve realizzare tre finalità. La prima, riguarda quella di aumentare e rafforzare le competenze e le conoscenze del collaboratore. Un passo importante per renderlo, e questo è il secondo scopo, più autonomo nell’esecuzione dell’attività lavorativa, pienamente consapevole delle procedure aziendali e degli obblighi di legge. Infine, occorre ridurne il margine di errore. Questo si traduce in un aumento dell’efficienza e quindi di conseguenza in una diminuzione dei costi e degli sprechi per l’azienda stessa. Tutti questi aspetti, insieme, danno come risultato un aumento sia del livello di sicurezza, fisica e patrimoniale, sia della qualità operativa dell’intera struttura.

C’è un settore operativo, dottor Breccia, interno ad un’attività che mertita particolarmente di essere oggetto di formazione?
«Noi crediamo fortemente che un percorso formativo per essere davvero efficace debba essere ad ampio spettro. E cioè alla formazione cosiddetta obbligatoria, ad esempio quella che riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro, si devono affiancare altri percorsi formativi, tecnici o normativi specifici, che possano davvero alzare il livello di competenze direttamente spendibili nella quotidianità operativa e personale. Possiamo addirittura affermare che essa può essere tranquillamente considerata una forma di benefit offerta dall’azienda al proprio collaboratore.
Sappiamo benissimo che questo presuppone un costo. Ma ciò deve essere visto come un investimento e un miglioramento aziendale. Inoltre, si può ricorrere alla formazione finanziata, ossia costruire attraverso enti o studi accreditati (come il nostro) una formazione tecnica specifica, interamente o parzialmente coperta da fondi pubblici».

Può fare degli esempi a riguardo?
«L’importanza della formazione obbligatoria è nota. La sicurezza nei luoghi di lavoro è argomento fondamentale. Formare di continuo datori di lavoro e dipendenti è un obbligo che genera consapevolezza dei rischi e contribuisce a salvare vite innanzitutto e ad evitare altre criticità alle attività. Non meno importante è la formazione, ad esempio, sulla privacy e sui processi aziendali riguardanti la protezione del dato: basta infatti che un addetto non bene formato apra un file sbagliato, allegato ad una mail, per mettere a rischio il patrimonio aziendale, dal know how alla segretezza di alcuni dati, come quelli dei dipendenti ad esempio quali buste paga o certificati di idoneità lavorativa. Questi sono solo due aspetti formativi (il primo obbligatorio, il secondo fortemente consigliato dal legislatore privacy europeo) di una vita aziendale, ma esplicativi di come sia fondamentale istruire su più argomenti possibili, inerenti alle mansioni svolte, tutte le componenti attive di un’organizzazione».

Infine, per concludere, possiamo dire che la formazione non è solo quindi un adempimento burocratico ma un grande valore aggiunto…
«Esattamente. Il percorso formativo noi crediamo fortemente che debba essere serio, utile, adatto alle esigenze del cliente o del soggetto da formare, armonico e soprattutto credibile. Se si riduce solo alla consegna di un manuale o a un corso nozionistico, serve a ben poco. Formazione è coinvolgere, trasferire competenze e soprattutto aiutare a crescere».

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