Ancona-Osimo

Caso Baldini, i dipendenti occupano il Comune di Camerano

Nella tarda mattinata di oggi hanno dato il via alla protesta, amareggiati per la posizione irremovibile della Società Autostrade. In corso al tribunale civile di Ancona nel frattempo il riesame della sentenza

I dipendenti della "Baldini" in protesta davanti al Comune
I dipendenti della "Baldini" in protesta davanti al Comune

CAMERANO – I dipendenti della “Baldini” di Camerano non demordono ancora nonostante siano passati mesi dalla sentenza. Nella tarda mattinata di oggi, 9 novembre, hanno occupato il Comune e protestato anche in piazza Roma. Sul posto, in via precauzionale, un’ambulanza, una squadra dei vigili del fuoco e una pattuglia dei carabinieri. L’incontro che si è tenuto stamattina li ha lasciati con la rabbia ancora una volta e l’amaro in bocca. Dopo la delusione per l’esito del giudizio, che ha stabilito che il limite di 12 tonnellate sul ponte 166 sull’A14, unico accesso alla ditta, non deve essere sforato e di conseguenza il collaudo chiesto dalla “Conero frantumazioni” di Sandro Baldini non è necessario, hanno domandato un altro incontro con tutti gli attori per trovare un modo per continuare a lavorare.

Dalle 10 di oggi erano tutti davanti al Comune armati di striscioni e cartelli mentre in municipio il sindaco Annalisa Del Bello era seduta al tavolo convocato con i rappresentanti della giunta, per cui era presente l’assessore Moreno Pieroni, alcuni consiglieri regionali d’opposizione e i rappresentanti di Autostrade per l’Italia. Dell’incontro è stato informato anche il ministero delle Infrastrutture.

A spingere per l’organizzazione della riunione per tentare di trovare una soluzione il consigliere regionale della Lega nord Sandro Zaffiri. «Fate qualcosa, sono 209 giorni che siamo messi in queste condizioni. Non fateci fare gesti inconsulti – hanno urlato gli operai -. Ancora non abbiamo una strada vera per accedere alla nostra ditta. Il nostro silenzio non vuol dire che è tutto risolto. Il fatto grave è il silenzio assoluto del governo italiano».

«Stamattina la Società Autostrade, presente con due legali e un ingegnere, si è trovata di fronte rappresentanze di maggioranza e opposizione unite, in pratica tutta la Regione – spiega Zaffiri -. L’incontro è stato interlocutorio e molto importante per sensibilizzare il direttore generale di Società Autostrade. Sarà riconvocato un tavolo definitivo stavolta il 23 novembre o il primo dicembre sempre qui a Camerano per decidere la messa in sicurezza del ponte 166. A Camerano la Società Autostrade deve mettere in sicurezza anche un altro cavalcavia tra l’altro, il 164, che serve il depuratore. Decideremo se spostare il tavolo anche in Regione, tutto pur di trovare una soluzione per 30 famiglie».

Durante la prossima riunione Autostrade ha detto sì alla presentazione del cronoprogramma con la progettazione e tutti gli interventi da effettuare per la rimessa a norma del ponte ma ha ribadito che i costi dell’intervento dovranno essere a carico dell’azienda, mettendo in discussione così, inevitabilmente, il suo futuro.


In corso al tribunale civile di Ancona nel frattempo il riesame della sentenza secondo cui l’interdizione al passaggio sul ponte oggetto della protesta non preclude alla ditta di lavorare regolarmente, decisione fortemente contestata dalla “Baldini”.

L’udienza poi è stata rinviata al 14 gennaio perché il giudice si riserverà di decidere alla luce della decisione che sarà presa durante il tavolo definitivo, che appunto dovrebbe essere convocato per il 23 novembre o il primo dicembre. I toni della polemica intanto si sono alzati in queste ore: i dipendenti avrebbero voluto occupare il Comune anche stanotte, ma attorno alle 19 sono stati fatti sgombrare dalle forze dell’ordine e costretti a uscire dal Comune. «Vogliamo il collaudo del ponte subito – urlano -. Il ponte regge, i nostri camion possono passare tranquillamente, abbiamo le carte che lo provano».

La protesta è finita, per ora, ma i dipendenti annunciano la possibilità di altre mobilitazioni nelle prossime ore.

 

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