Ancona-Osimo

Cara Energia, ma quanto mi costi! L’analisi di Adiconsum Marche

Stangata estiva su gas, energia elettrica, carburanti. Ne abbiamo parlato con Roberta Mangoni, responsabile energia per Adiconsum Marche

L’inflazione accelera ancora. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di luglio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’1,9% su base annua. A giugno l’aumento dei prezzi su anno era stato dell’1,3%. La responsabilità è il costo dei beni energetici (da +14,1% di giugno a +16,9%) che hanno visto un’impennata di prezzo del 29% per la componente regolamentata e dell’11,2% per quella non regolamentata. Un incremento di prezzo di questa portata non si vedeva dal 1996, con un aumento congiunto delle due componenti del 16,9% che ha superato quello registrato durante la crisi del 2008 che era stato del 16,2%.

Negli ultimi 12 mesi, peraltro, gli aumenti nel settore dell’energia vedono incrementi generalizzati con il petrolio che fa registrare un +248% e il gas naturale che addirittura tocca un +545%.

La stangata estiva su gas, energia elettrica, carburanti, era peraltro attesa e annunciata. Alcune settimane fa, Arera, Autorità di regolazione Energia, reti e ambiente, ha comunicato che dal 1° luglio al 30 settembre 2021 un nucleo familiare tipo in regime di tutela dovrà pagare il 9,9% in più per l’elettricità e il 15,3% per il gas.

A cosa sono dovuti questi aumenti? Lo abbiamo chiesto a Roberta Mangoni, responsabile energia per Adiconsum Marche.

«Arera, l’autorità di regolazione dell’energia reti e ambiente provvede da sempre, trimestralmente, ad aggiornare le tariffe dell’energia elettrica e del gas, e lo fa prendendo a riferimento i prezzi all’ingrosso di acquisto delle materie prime. La revisione che ha operato dal 1 luglio per il trimestre luglio settembre riguarda in particolare proprio l’aumento del costo del gas che ha registrato una impennata soprattutto nel periodo pandemico; la ripresa delle attività economiche ha generato una impennata sul costo dell’energia elettrica, e di conseguenza le bollette sono lievitate. L’aumento a carico del consumatori è stato in parte levigato dall’intervento del Governo che ha stanziato risorse per 1,2 miliardi per cercare di contenere l’aumento delle bollette che altrimenti sarebbe stato ancor più elevato».

Cosa succederà dopo il trimestre luglio-settembre? Potrebbe esserci un alleggerimento in bolletta, con le tariffe riviste da Arera al ribasso, oppure un aggravio?

«Ogni trimestre ci possono essere delle variazioni da parte dell’Autorità per l’energia. Di solito nel periodo estivo si segnala sempre un aumento perché ci sono incrementi nell’utilizzo dei ventilatori e apparecchiature di condizionamento. L’incremento avviene tutti gli anni, certo è che quello di questa estate è stato molto più elevato rispetto allo scorso anno. Dipende appunto dall’aumento dei costi delle materie prime e anche dalla difficoltà di approvvigionamento perché le materie prime vengono principalmente dall’estero, soprattutto il gas, e quindi per poterci approvvigionare i costi aumentano»

Sale anche la benzina. E’ solo un fenomeno speculatorio legato al ferragosto o ci sono altri fattori?

«E’ una combinazione di fattori. C’è stato, a partire dal mese di maggio, un aumento del prezzo del petrolio e aumentando il costo della materia prima anche la benzina è salita alle stelle rispetto al periodo del lockdown. L’aumento della richiesta si è riverberato nell’aumento del prezzo del petrolio. Nel periodo di agosto non c’è stato un corrispondente ulteriore aumento del prezzo del petrolio, quindi probabilmente gli ulteriori aumenti sono dovuti alla attività dei singoli distributori che giocano sull’effetto vacanze».

Nel mercato italiano c’è stata la crescita del prezzo dei permessi per l’emissione di C02. Il costo per l’emissione di una tonnellata di C02 è passato dai 15 euro nel 2019 ai 55,68 € di agosto 2021. Anche questo sposta il costo dell’energia verso l’alto, un peso che grava in bolletta.

«In effetti è così. Sono costi che ritroviamo in bolletta non come tariffa ma alla voce generale di oneri di sistema, insieme ad una serie di voci che riguardano costi non attinenti strettamente il comparto energetico. Alla politica, al Governo e alla stessa Arera chiediamo di alleggerire le bollette, eliminando accise improprie e spostando gli oneri generali di sistema non attinenti al comparto energetico sulla fiscalità generale. Il tema della transizione energetica è importante e giustamente si deve spingere sul passaggio da fonti non rinnovabili a fonti rinnovabili, ma sono – appunto – temi da affrontare in modo diverso, non solo a carico dei consumatori».

Quali le proposte di Adiconsum per accompagnare la transizione energetica in atto e allo stesso tempo far fronte ai continui aumenti dei costi delle bollette energetiche?

«Intanto diciamo che eliminare il costo del canone di abbonamento della televisione dalla bolletta non risolve il problema dei costi. Al governo Adiconsum propone non solo di eliminare le accise improprie, ma di rivedere complessivamente la struttura tariffaria adeguandola alle scelte energetiche che il Paese si darà, anche per far fronte ai rilevanti costi da sostenere, da parte dei cittadini e dei consumatori, rispetto alla transizione energetica. Chiediamo poi di intervenire, oltre che con il bonus automatico, anche con apparecchiature e interventi di efficienza energetica a favore di coloro che vivono in povertà energetica, i quali per via della loro condizione socio-economica sono paradossalmente quelli che consumano di più in quanto utilizzano elettrodomestici e apparecchi vetusti in classe energetiche più basse. E poi, di rendere stabile il super bonus al 110% col credito di imposta utile per consentire interventi di efficientamento energetico sul patrimonio edilizio, e ritrovare un beneficio sia ambientale sia economico grazie ai minori consumi derivanti da cappotti isolanti e da impianti ecosostenibili. Chiediamo, soprattutto, di aprire un tavolo di confronto per cercare soluzioni comuni, al quale siano invitate a partecipare anche le Associazioni Consumatori».

Nell’ultimo Report dell’Arera, emerge come il passaggio al mercato libero non comporta un risparmio per i consumatori, ma anzi le bollette risultano essere più care. Il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero sarà obbligatorio dal 1 gennaio 2023, c’è preoccupazione da parte delle associazioni dei consumatori?

«Le preoccupazioni sono molte e su più fronti. Intanto è evidente che questa non sia una riforma accolta con favore perché dal 2017, quando vi è stata l’introduzione normativa, ci sono state numerose numerose proroghe richieste dalle associazioni dei consumatori. Pensiamo che nel libero mercato non ci sarà un effettivo risparmio, le tariffe non saranno più garantite e i costi in bolletta tenderanno a salire. La seconda preoccupazione riguarda le garanzie che i consumatori avranno nel mercato libero perché saranno in balìa di società più o meno strutturate che non sempre riescono a garantire l’effettiva tutela nel momento in cui si verificano problematiche a livello contrattuale con i consumatori. Ne abbiamo già tantissimi esempi in questi anni e temiamo che possano aumentare le pratiche contrattuali scorrette e aggressive verso la clientela. Con l’annuncio del passaggio al libero mercato nel 2023 si stanno già scatenando le telefonate e le proposte ai consumatori che sono in larga parte ancora fedeli al mercato regolamentato; siamo preoccupati perché la maggior parte delle persone non sono opportunamente informate sul mercato che verrà. Come Adiconsum Marche ci stiamo adoperando molto sul fronte della formazione e dell’educazione, sulla consulenza preventiva per far far sì che le persone si possano districare tra una marea di proposte commerciali diverse. Siamo anche molto impegnati nell’assistere i consumatori vittima di pratiche commerciali scorrette a livello di fatturazione, di clausole contrattuali, di conguagli troppo elevati…».

Un consiglio rapido per chi riceve una telefonata di un call center che propone la sottoscrizione di un contratto con un nuovo gestore di energia.

«Bisogna fare molta attenzione perché molti non sanno che un contratto stipulato al telefono ha lo stesso valore di un contratto firmato di persona. Spesso le informazioni date non sono del tutto chiare e trasparenti, talvolta poi gli operatori carpiscono dati in maniera fraudolenta e illegittima, registriamo molti casi di questo genere. Dunque, il primo consiglio che mi sento di dare ad un consumatore è di fare molta attenzione a non fornire al call center i nostri dati personali, i codici utenti e i codici identificativi della nostra fornitura».

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