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Marche, caro bollette e la sofferenza delle palestre: dopo il covid un’altra stangata. Ecco cosa chiedono

Prima l'emergenza pandemica, le cui conseguenze si fanno sentire ancora in maniera forte nel comparto, adesso i rincari di luce e gas. Il punto con Gianluca Egidi, presidente dell’Associazione Fitness Marche

ANCONA – Anche le palestre ovviamente soffrono del caro bollette, degli aumenti di gas e luce che strozzano le attività, ripartite dopo mesi di fermo tra le mille incertezze e difficoltà. Lo sa bene Gianluca Egidi, presidente dell’associazione Fitness Marche, che si fa portavoce di tante altre istanze. «Prima il covid e adesso il caro bollette, non c’è davvero pace. Per quanto riguarda la luce in palestra a dicembre del 2019, per 18mila kilowatt, abbiamo speso 3mila e 800 euro. Nello stesso mese del 2021 la bolletta indicava 9mila e 400 euro. Abbiamo deciso di spegnere la sauna perché consuma molto e, chi vuole, può accedervi a pagamento. All’inizio ci sono stati dei malumori ma poi la nostra clientela ha capito le esigenze», dice. Sono gli stessi problemi che hanno le famiglie a casa quelle che devono affrontare le palestre che, ancora una volta, chiedono aiuto.

«Chiediamo di essere ascoltati anche tramite l’associazione che presiedo e che racchiude molte palestre della zona. Sono mesi in realtà che attendiamo di incontrare il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore regionale allo sport Giorgia Latini per tutte le problematiche. L’unico che ha prestato attenzione alle nostre voci finora è il presidente del Consiglio regionale Dino Latini. Le nostre sono più o meno le stesse preoccupazioni dei gestori delle piscine, maxi strutture con costi di gestione enormi. Servono aiuti concreti per avere ristori adeguati dovuti anche alle vicissitudini del Covid».

L’attività di Afm

L’associazione Afm si è sempre mossa su più fronti e sostiene anche la petizione per permettere agli utenti di portare in detrazione le spese per l’abbonamento in palestra e piscina, come avviene già per i farmaci e le spese mediche. «Lo sport è salute e previene numerose malattie, contribuendo a contenere la spesa sanitaria pubblica ed è arrivato il momento che questo valore ci venga riconosciuto. Il lavoro di Afm non si ferma mai insomma. Nei 15 mesi compresi tra marzo 2020 e giugno 2021 le palestre hanno vissuto 10 mesi di chiusura e cinque di apertura, tre dei quali sono stati giugno, luglio e agosto, cioè mesi in cui si frequentano meno. Anche la seconda parte del 2021 è stata attraversata da una situazione di profonda incertezza e preoccupazione da parte dei tanti gestori e operatori», conclude.

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