Ancona-Osimo

Carlo Urbani, ok alla risoluzione Pd per celebrare ventennale morte del medico. Acquaroli: «Figlio illustre della nostra terra»

La risoluzione, primo firmatario il Mastrovincenzo, prevede il rifinanziamento della legge con cui è stata istituita la "Giornata Carlo Urbani" e lo stanziamento di 30mila euro per le celebrazioni dedicate all'infettivologo di Castelplanio

Il consiglio regionale delle Marche
Il consiglio regionale delle Marche

ANCONA – È stata approvata all’unanimità in Consiglio regionale la risoluzione proposta dal gruppo consiliare del Pd, primo firmatario il consigliere regionale dem Antonio Mastrovincenzo, sottoscritta poi da tutti i consiglieri, che prevede il rifinanziamento della legge con cui nel 2020 è stata istituita la “Giornata Carlo Urbani” e lo stanziamento di 30mila euro per le celebrazioni dedicate all’infettivologo di Castelplanio che individuò il virus della Sars, a causa del quale morì il 29 marzo del 2003, in occasione del ventennale dalla morte del medico (2023).

Nell’atto viene rimarcata «la conoscenza e la divulgazione dell’opera e della vita del medico marchigiano» che fu consulente dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Salute) per il controllo delle malattie parassitarie nel Pacifico occidentale, «quale figura emblematica della lotta alle disuguaglianze nell’accesso delle cure mediche, delle azioni di contrasto alla diffusione della pandemia, della solidarietà internazionale in campo sanitario».

Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale Pd

«È stato previsto uno stanziamento di 30.000 euro per celebrare degnamente questa Giornata nel 2023, in occasione del ventennale dalla morte di Urbani – spiega il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo -. Una ricorrenza importante da celebrare nelle scuole e con i giovani per promuovere la conoscenza e la divulgazione dell’opera e della vita».

Durante la seduta aperta dedicata alla figura dell’infettivologo marchigiano, sono state diverse le testimonianze di colleghi e amici di Carlo Urbani, fra le quali Enzo Petrelli, ex direttore del reparto di Malattie infettive ed epatologia di Marche Nord, Marco Albonico, infettivologo esperto in sanità pubblica che collabora con l’Oms, Claudia Lodesani, presidente Medici Senza Frontiere Italia.

Il governatore Francesco Acquaroli nel suo intervento conclusivo ha sottolineato che «mai quanto oggi, l’esempio di Carlo Urbani e il ricordo della sua azione, sono attuali e importanti. Il suo sacrificio e il suo impegno come quello dei nostri operatori sanitari, che da due anni sono in prima linea, nei reparti e negli ospedali».

Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche

«L’amore verso il prossimo, l’importanza di dedicarsi agli altri, questo il messaggio che ha lasciato Carlo Urbani» che Acquaroli ha ricordato quale «figlio illustre della nostra terra che, attraverso il suo impegno scientifico, la sua abnegazione e il suo ultimo sacrificio, ha dato un contributo fondamentale alla popolazione mondiale, lasciando un’impronta che ancora oggi è forte e vivai».

Il presidente regionale ha ricordato che Urbani fin da giovane «ha dedicato se stesso agli ultimi, una missione rinnovata per tutto il corso della sua vita, fino all’ultimo giorno. Impegnato nel volontariato locale, sempre legato alla sua terra, con la quale continuò a collaborare anche nei progetti internazionali che lo vedevano coinvolto. Ma con uno sguardo da sempre rivolto ai bisogni delle popolazioni povere di tutto il mondo. Aveva scelto di mettersi dalla parte della salute dimenticata e di lavorare per conseguire il diritto di accesso ai farmaci per le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Impegnato nel controllo delle malattie endemiche, il suo lavoro fu riconosciuto in tutto il mondo. Tanto che, nel 1999, come Presidente della sezione italiana di Medici senza frontiere, ritirò il Premio Nobel per la Pacei».

Ripercorrendo le ultime tappe della vita di Urbani, il governatore ha ricordato «la partenza per il Vietnam nel 2000 per una lunga missione dedicata al controllo delle malattie parassitarie; il coraggio nel non tirarsi indietro di fronte al primo paziente colpito da una polmonite atipica, riuscendo a comprendere prima degli altri di trovarsi di fronte ad una nuova malattia; fino alla scoperta della Sars e da ultimo il suo sacrificio, che ha permesso di salvare migliaia di vite umane».

Un metodo, quello anti pandemia elaborato da Urbani nel 2003 che anche oggi rappresenta per l’Oms, un protocollo internazionale di riferimento per combattere questo tipo di malattie. E grazie all’opera di Carlo Urbani il Vietnam è stato il primo Paese a poter dichiarare la Sars debellata. «Esattamente 19 anni fa – aggiunge – il 29 marzo 2003, dopo alcune settimane di quarantena, ci ha lasciati Carlo Urbani. E quella vicenda che a volte ci è sembrata forse molto lontana, accaduta dall’altra parte del mondo, ha coinvolto recentemente il nostro Paese e la popolazione mondiale. E mai quanto oggi, in questo momento storico, l’esempio di Carlo Urbani e il ricordo della sua azione, sono attuali e importanti».

«Ci ricordano il grande lavoro e l’indimenticabile sacrificio dei nostri operatori sanitari – ha concluso – che da due anni sono in prima linea, nei reparti e negli ospedali. Anche loro non si sono tirati indietro quando, ormai due anni fa, si sono trovati di fronte ad una malattia sconosciuta. Testimoniano, giorno dopo giorno, l’eroismo e l’altruismo di cui Carlo Urbani fu interprete. Rendono il migliore omaggio alla sua memoria».

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