Ancona-Osimo

Carenza di sanitari, Acquaroli: «Dialogo in corso con il ministro Schillaci su costo e turnover del personale»

Il governatore ha spiegato che è in atto un confronto con il ministro della Salute, e l'impegno della Regione per cambiare l'approccio al sistema e dare risposte ai cittadini

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli

ANCONA – Sanità ancora al centro dell’attenzione mediatica. Dopo la protesta dei sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) andata in scena sabato scorso 15 luglio ad Ancona, per accendere i riflettori sui nodi, fra i quali liste d’attesa, pronto soccorso oberati e carenza di medici, infermieri ed Oss, oggi in regione la Giunta guidata dal governatore Francesco Acquaroli ha presentato la squadra dei direttori che guideranno la sanità marchigiana rivoluzionata dalla legge di riforma varata nell’agosto del 2022.

Tante le sfide sul tavolo per i neo dirigenti, tra le quali anche la carenza di personale. Un tema sul quale è intervenuto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, parlando con i giornalisti prima dell’inizio della conferenza di presentazione della nuova squadra. Il governatore ha annunciato che è in corso un confronto con il ministro della Salute Orazio Schillaci proprio sulla questione del personale.

«Stiamo dialogando con il ministro Schillaci» sia «sul tetto al costo del personale della sanità, sia su altre criticità riconducibili al turnover – ha detto il governatore parlando con i giornalisti -. Sono percorsi lunghi, perché bisogna mettere mano e superare il vulnus lasciato da una programmazione che consegna ad esempio alle Marche, a fronte di 500 medici di medicina generale che andranno in pensione nei prossimi sette anni, un ingresso di poco più di 200».

«Non vogliamo fare polemiche o guardare indietro – ha incalzato -, ma risolvere questi aspetti, partendo dai dati per dare risposte, le migliori possibili e nel minor tempo possibile, per i cittadini. È a questo che stiamo lavorando, in stretta relazione con il governo nazionale, con l’obiettivo di cambiare un approccio che ci ha consegnato un sistema in difficoltà».

Sulle cause che hanno provocato le criticità più forti «che vivono le Marche e tutti i sistemi sanitari regionali» ha spiegato «purtroppo le università italiane non sono state in grado di formare lo stesso numero o un numero sufficiente di medici rispetto a quello di coloro che vanno in quiescenza e il tetto al costo del personale».

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