Ancona-Osimo

Carenza di medici, Fimmg Marche attacca: «Le Aree Vaste valutano di investire su cooperative esterne»

La Federazione italiana dei Medici di Medicina Generale attacca sulla carenza dei medici e punta il dito contro le Aree Vaste e l'organizzazione della continuità assistenziale

ANCONA – La carenza di medici di nuovo al centro delle polemiche. A sollevare il tema è la segreteria regionale Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale che evidenzia come la questione sia «ormai un mantra sanitario-amministrativo utilizzato, pare, per giustificare la desertificazione dei servizi territoriali e non. Ma sarà sempre vero?».

L’organizzazione dei medici di famiglia parla di «scelte discutibili e inappropriate per la organizzazione della assistenza territoriale. Infatti da più parti osserviamo come le Aree Vaste abbiano deciso di snobbare gli Accordi Regionali condivisi anche con  l’Asur Marche volte a valorizzare e a incentivare i medici che assicurano con fatica e sforzo questi servizi, optando invece per dirottare le risorse economiche su altre forme di arruolamento di professionisti, ben più dispendiose e senza alcuna prospettiva di organizzazione a lunga durata».

Secondo Fimmg Marche «tutto questo sembra senza nessun controllo, fuori da qualsiasi logica di appropriatezza. Ci chiediamo come sia possibile tutto questo, a fronte di regolari Accordi senza che non ci sia un intervento che ripristini lo stato di diritto e garantisca l’applicazione di quanto pattuito a livello regionale. Perché le Aree Vaste stanno valutando di investire risorse assoldando cooperative esterne con investimenti notevoli e sicuramente maggiori di quelli stabiliti a livello regionale che avrebbero potuto agevolare un miglioramento della situazione di carenza di medici nella assistenza territoriale con una categoria impegnata da mesi nel fare fronte alla carenza, anche con proposte per salvaguardare il servizio per la popolazione e tutelando i medici che se ne prendono carico?».

Fimmg evidenzia che «sarebbe opportuno, invece, un confronto dignitoso con i rappresentanti dei medici che assicurano l’assistenza primaria di notte e nei festivi» e si interroga sul perché «l’azienda non si è impegnata a tenere fede agli accordi recenti già stipulati con i medici di Continuità Assistenziale per far fronte all’emergenza delle postazioni di guardia rimaste senza copertura medica, accettati con senso di responsabilità nonostante l’esiguo impegno remunerativo proposto dalla Regione».

«Perché esasperare la disponibilità dei medici del territorio ripagandoli con un atteggiamento di sufficiente noncuranza di quanto stabilito in precedenza e non riconoscendo ai professionisti coinvolti il corretto pagamento degli incentivi previsti per il super-lavoro e l’incremento delle responsabilità derivanti da questa condizione? Osserviamo con preoccupazione questo fenomeno che sta interessando ormai tutti gli ambiti della sanità».

Il sindacato dei medici di medicina generale invoca «un confronto vero sul nuovo accordo integrativo regionale per la Medicina Generale dando la nostra disponibilità come Organizzazione Sindacale più rappresentativa  a sederci al tavolo con la prospettiva di migliorare l’assistenza sanitaria territoriale, con responsabile progettualità, aperti alla innovazione e all’ammodernamento della categoria e non a soluzioni di retroguardia e provvisorie che riducono le garanzie di tutela e assistenza dei cittadini marchigiani e aumentano i costi. Questa volta – prosegue Fimmg Marche – non accetteremo di essere relegati ad esecutori di ordini altrui ma spenderemo ogni risorsa umana e morale per difendere la salute della popolazione dalle posizioni oltranziste dei burocrati».

Fimmg parla di «pseudo-cultura manageriale scarsamente attenta alle reali capacità organizzative e di sistema, mescolata a derive “privatistiche” ed “economicistiche” di gestione della salute pubblica, quando non rappresentino scorciatoie per soluzioni improvvisate e maldestre, allontana i medici dalla professione nel territorio, dalla popolazione e dai loro  bisogni di salute, innescando una pericolosissima spirale quando illusoria  deriva ragionieristica per “fare cassa” sulla pelle dei Cittadini».

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