Ancona-Osimo

Capitale italiana della Cultura 2021: Ancona si candida con il tema dell’Altro

Gremita la Sala Boxe alla Mole, per il primo incontro organizzato dall'Amministrazione per spiegare il meccanismo del bando e il tipo di coinvolgimento di associazioni, imprese e cittadini che potranno presentare dei progetti

L'assessore Paolo Marasca e il sindaco Valeria Mancinelli

ANCONA- Sarà “l’Altro” il tema della candidatura di Ancona a Capitale italiana della Cultura 2021. Ad annuncialo l’assessore alla Cultura Paolo Marasca e il sindaco Valeria Mancinelli incontrando la comunità nella gremita Sala Boxe alla Mole. L’assessore ha spiegato il meccanismo del bando e il tipo di coinvolgimento di associazioni sociali e culturali, imprese e cittadini che potranno proporre progetti volti ad utilizzare la cultura per migliorare la città e che saranno inseriti nel dossier da presentare al Mibact entro il 2 marzo 2020. In palio, un milione di euro di finanziamenti per realizzarli. Chi volesse partecipare può scaricare online la dispensa di lavoro che si trova sul sito del Comune di Ancona.

«Bisogna subito chiarire che non si tratta di un titolo, un attestato o un riconoscimento. Questa candidatura è un progetto, è un insieme di azioni ed è un percorso completo. È una strategia culturale per migliorare la città– dichiara Marasca-. La candidatura è la normale conseguenza del Piano Strategico 2017».

Per realizzare il dossier, il Comune di Ancona ha richiesto e ottenuto importanti collaborazioni con la Soprintendenza, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Macerata e il Comune di Senigallia. A queste si aggiungono altre istituzioni culturali, associazioni culturali, festival, imprese, mondo della formazione e della ricerca. Inoltre, ci sarà una collaborazione anche con il Comune di Fano. Entrambe le città presenteranno la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2021 ma lo faranno in sinergia, proponendo almeno un progetto comune.

La sala Boxe alla Mole gremita

IL TEMA- «Il tema è “l’Altro”, il legame. Perché? Perché in questo momento la cultura è chiamata a lavorare sul tema del tessuto sociale, della relazione, dell’incontro, del conflitto- spiega l’assessore Marasca-. È il tema fondamentale per una città come Ancona che è sempre stata segnata, nel bene e nel male, dall’incontro con l’altro. Durante i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale o con gli eventi calamitosi è quasi morta ma è rinata o ripartita. Anche il nostro carattere è frutto della storia e dell’incontro con l’altro. C’è poi un filtro che si collega al rapporto con l’altro: il mare. Non sarà il tema del dossier ma lo caratterizzerà. Questo è il momento giusto affinché gli anconetani riconquistino il rapporto con il mare».

«Questo è uno di quegli eventi della vita della comunità dove forse è più importante partecipare e non vincere, dove il processo è più importante del prodotto di finale. Il percorso che stiamo avviando non è il riconoscimento per quello che si è stati ma per quello che si intende essere, per il progetto che si intende portare avanti- commenta il sindaco Mancinelli-. La nostra comunità sta vivendo una fase della propria storia in cui, da una parte c’è la ricerca di un’identità da ridefinire, dall’altra comincia a credere che non sia un’esigenza ma una possibilità reale. Comincia a credere che la ridefinizione della propria identità non può avvenire per contrapposizione ad altri ma con il legame, con la relazione con gli altri, non sentendosi più un’isola».

L’assessore Marasca ha ricordato le “carte vincenti” della città in continuo movimento culturale: le Muse, riconosciuto come uno dei 16 teatri di rilevante interesse culturale d’Italia (riaperto da 17 anni dopo esser stato devastato dai bombardamenti); i 5 musei presenti in città; la Mole; la Biblioteca Benincasa e i festival.

L’assessore Paolo Marasca

«Ancona è una città di cultura singolare e la sua singolarità rientra perfettamente negli obiettivi del bando- sottolinea Marasca-. Questa candidatura è un’occasione, Ancona può diventare rilevante dal punto di vista culturale per tutto il Paese. A prescindere da come andrà, nel 2021 porteremo avanti, magari con meno risorse se non dovessimo vincere, i progetti che presenteremo nel dossier. La candidatura permette di elaborare la strategia culturale della città per i prossimi anni».

COME FUNZIONA IL BANDO- Entro il 2 marzo Ancona deve presentare il dossier di candidatura. Entro aprile, la commissione scelta dal Ministero selezionerà i 10 dossier più coerenti con gli obiettivi del bando tra le 44 città che hanno deciso di partecipare. I rappresentanti delle dieci finaliste saranno invitati a delle audizioni e infine sarà scelta la città Capitale italiana della Cultura 2021.

OBIETTIVI DEL BANDO- Crescita dell’inclusione sociale e il superamento del cultural device; rafforzamento della coesione e della partecipazione pubblica; rafforzamento degli attrattori culturali per lo sviluppo dei flussi turistici, anche destagionalizzati; utilizzo delle nuove tecnologie; i giovani; l’accessibilità; l’innovazione e l’imprenditorialità nei settori culturali e creativi; la sostenibilità economica; la sostenibilità coerente con le indicazioni dell’Agenda 2030 dell’Onu.

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