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Calzaturiero, Sabatini (Camera di Commercio): «Chiediamo alla politica di essere unita»

A Roma la presentazione di uno studio Eurispes sul settore in Italia promosso da Camera di Commercio delle Marche e Assocalzaturifici. Il distretto fermano-maceratese rappresenta la più importante concentrazione spaziale di imprese nel Bel Paese. Ecco cosa gli addetti ai lavori chiedono al Governo

Un momento della presentazione a Roma dello studio Eurispes sul settore del calzaturiero
Un momento della presentazione a Roma dello studio Eurispes sul settore del calzaturiero

ROMA – «Il calzaturiero è uno dei settori che deve essere tutelato nel Made in Italy, ma la difesa dei nostri prodotti si combatte anche in Europa dove ci sono prodotti che danneggiano il nostro sistema produttivo». Lo ha detto Laura Agea sottosegretario di Stato per gli Affari Europei a margine della presentazione, avvenuta oggi, mercoledì 4 dicembre, alla presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma dello studio “Strategie di difesa attiva del Made in Italy calzaturiero. Il distretto Fermano-Maceratese nella nuova globalizzazione”.

Lo studio è realizzato da Eurispes e promosso da Camera di Commercio delle Marche e Assocalzaturifici. Il settore calzaturiero è uno dei principali pilastri dell’economia manifatturiera nazionale. L’Italia è il primo Paese europeo per produzione.

Lo studio ha analizzato il settore calzaturiero e le conseguenze della crisi economica dell’ultimo quindicennio. «Un modello virtuoso – ha detto Agea – che fa da capofila nel concepire il sistema paese». Obiettivo, «tutelare gli imprenditori che da soli fanno lo sforzo di aprirsi a un mercato divenuto aggressivo».

Il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Alessia Morani ha sottolineato le due principali criticità del settore, ovvero l’area di crisi complessa e il gap infrastrutturale che scontano le Marche.

«L’area di crisi complessa ancora non funziona e va rimessa in moto velocemente. Abbiamo lavorato con il senatore Verducci per mettere a disposizione 10milioni di euro per iniziare progettualità nelle infrastrutture – spiega Morani – Non bastano gli incentivi, dobbiamo decidere dove vogliamo portare il calzaturiero. C’è un grande lavoro da fare sul Made in Italy, la sfida da vincere è quella europea per l’informazione di origine obbligatoria, perché il valore del prodotto italiano va riconosciuto».Un impegno, quello sul fronte europeo, nel quale ha spiegato di poter contare sull’appoggio di Gentiloni. «Serve una lotta serrata alla contraffazione – ha dichiarato, spiegando che “il distretto fermano” è un fiore all’occhiello nazionale».

Un momento della presentazione a Roma dello studio Eurispes sul settore del calzaturiero

QUALCHE NUMERO SUL DISTRETTO FERMANO-MACERATESE
Il distretto fermano-maceratese è la più importante concentrazione spaziale di imprese calzaturiere in Italia e la principale fonte di ricchezza del territorio. In un’area estesa di 30 comuni, con hub produttivi nelle zone di Porto S. Elpidio, S. Elpidio a Mare, Civitanova Marche, Montegranaro e Monte Urano, nel secondo trimestre 2019, risultano 2.946 aziende attive (calzaturifici e produttori di parti), pari a circa un terzo del totale nazionale. La grandezza media delle imprese è di 7,2 addetti. Il 68% sono aziende artigiane che impiegano circa 21.255 addetti, pari al 26% del totale nazionale (Assocalzaturifici, 2018).

Il presidente di Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini ha chiesto di abbassare la soglia prevista dalla legge per il finanziamento dei progetti dell’area di crisicomplessa attualmente ad un milione di euro e di portarlo a di portarlo a 700-800mila euro, «perché le imprese marchigiane essendo piccole e non riescono a presentare progetti di quell’importo».

Ha poi sottolineato il dialogo fra i parlamentari dei diversi schieramenti, seduti al tavolo dei relatori, e ha chiesto alla politica di essere unita. «Molti marchi della moda oggi sono in mano a gruppi industriali stranieri – ha detto – bisogna sostenere le imprese che ancora lottano. Il primo passo per uscire dalla crisi deve venire dai calzaturieri. La piccola dimensione pesa sulle strategie. Non bisogna perdere tempo». E poi: «Oggi nasce una solida piattaforma sulla quale le imprese possono realizzare il loro rilancio, ma è anche un punto di partenza per costruire soluzioni condivise. Servono interventi veloci perché il calzaturiero è in una situazione congiunturale molto critica e tanti imprenditori temono di essere giunti al punto di non ritorno».

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