Ancona-Osimo

Calcina (Cic/FBC/SAF): «Area di Villanova inquinata ma usata da ditta come discarica»

Il consigliere racconta che il 29 settembre è stato visto un autocarro con alcuni operai a bordo entrare più volte nell’area e scaricare ogni volta i resti della potatura. Ad oggi, 12 novembre, i resti sono ancora stoccati nell’area

L'autocarro con i resti della potatura nell'area di Villanova (Foto: Loris Calcina)

ANCONA – «L’area pubblica comunale di via Monti e Tognetti (Villanova) è stata usata come una discarica per resti di potature? Interdetta a tutela della salute pubblica per l’inquinamento del suolo, è stata usata da una ditta che si occupa di manutenzione del verde». Loris Calcina, consigliere delle liste civiche CiC/FBC e SiAMO Falconara, denuncia la violazione dell’ordinanza che vieta di entrare nell’area comunale e chiede al sindaco Stefania Signorini «chi ha dato il permesso di lavorare in un’area inquinata da cui, nel 2016, sono stati allontanati i lavoratori del Comune per tutelarne la salute».

Loris Calcina, candidato a sindaco per le liste civiche CiC/FBC e SiAmo Falconara

«Il 29 settembre – racconta Calcina – è stato visto un autocarro con alcuni operai a bordo entrare più volte nell’area e scaricare ogni volta i resti della potatura di alberi sul prato dell’area. Ad oggi – 12 novembre – quei resti sono ancora stoccati nell’area. Avviso, segnaletica e chiusura degli ingressi ci sono ancora ma, di fatto, il 29 settembre sembrerebbe essere stati trasgrediti o derogati». Il consigliere ricorda che l’area verde pubblica di proprietà comunale a Villanova è «interdetta ai cittadini dal 2016 poiché risultata contaminata nel suolo e sottosuolo (da idrocarburi pesanti e leggeri e da alcuni metalli pesanti) e nelle acque di falda (tetracloroetilene e manganese). Anche le maestranze del Comune che nell’area avevano il magazzino e la base logistica, sono stati allontanati a titolo precauzionale e per tutelarne la salute. Da allora è tutto fermo dal punto di vista della bonifica, anche se 500mila euro dei complessivi 3.272.727 euro sono stati stanziati per il risanamento dell’area con l’Accordo di Programma stipulato nel 2010 tra Ministero dell’Ambiente, Regione Marche, Comune di Falconara, Provincia di Ancona e Autorità Portuale.

Sono molte le spiegazioni che l’Amministrazione comunale deve dare poiché è tutt’ora in vigore l’ordinanza n. 6 dell’1 febbraio 2016 (Sindaco Brandoni) che stabilisce l’interdizione dell’area al fine di tutelare la salute pubblica. L’ordinanza stabilì che l’Assessorato all’Ambiente e la Polizia Municipale dovevano “predisporre quanto necessario all’interdizione dell’area, mediante apposizione di avviso, segnaletica e mediante la chiusura degli ingressi”». Con un’interrogazione, Calcina chiede al Sindaco «chi e sulla base di quali pareri sanitari ha permesso ad una ditta – presumibilmente di manutenzione del verde pubblico – di far entrare e operare i lavoratori in quell’area, da cui altri lavoratori sono stati allontanati per tutelarne la salute? Qual è la logica per cui è stato concesso di usare come una discarica l’area verde pubblica in attesa della bonifica?».

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