Ancona-Osimo

Ancona, il Caffè Manfrini festeggia i 171 anni di vita con il Ciriachino – VIDEO

Storica attività di Torrette, ha ricevuto il riconoscimento in occasione della cerimonia delle benemerenze civiche. Siamo entrati nel bar per ascoltare i titolari, papà Roberto e il figlio Marco, raggianti di gioia, e il consigliere Tommaso Fagioli che aveva avanzato la loro candidatura

Roberto e Marco Manfrini con la benemerenza civica

ANCONA – Non è soltanto il più antico del quartiere e della città di Ancona. Ma è perfino uno dei bar storici d’Italia, essendo aperto dal 1850. Un’unica gestione, quella della famiglia. E un unico locale, quello di via Flaminia. Indizi che conducono a Torrette, nel cuore del Caffè Centrale Manfrini. Attività che, martedì scorso, 4 maggio, ha ricevuto la benemerenza civica e il celebre ‘ciriachino’, con cui si premiano le realtà che si sono contraddistinte per la loro opera professionale, culturale e sociale. Manfrini si è affermato per tante di queste cose. Quelle che tutti gli riconoscono sono la longevità, parlano i 171 anni di vita, e soprattutto la qualità, l’impegno, la passione e i sacrifici fatti dalla proprietà nel corso del tempo.

Tanto che il Caffè Centrale nacque quasi come una scommessa. Come confetteria, per l’esattezza. Poi si specializzò nel settore dei rifreschi per i matrimoni, dunque come bar e caffetteria fino a diventare un vero punto di riferimento per tutto l’abitato, ma anche per le zone limitrofe vista la sua posizione strategica affacciata sulla strada principale. Oggi è arrivato alla settima generazione ed è gestito da papà Roberto e il figlio Marco. Prima di loro l’indimenticato Renato (padre di Roberto e nonno di Marco) e andando ulteriormente a ritroso nella dinastia si ricordano Umberto, Tiziano, Mariano e il capostipite Battista.

Clienti dentro allo storico Caffè Centrale Manfrini

«Ricevere la benemerenza civica è qualcosa che ci gratifica moltissimo», commenta Roberto visibilmente emozionato. «Specie per le tante attestazioni di affetto che abbiamo ricevuto dalla città di Ancona e soprattutto dai residenti di Torrette», aggiunge. Uno di questi è Maurizio Paolinelli, cliente affezionato, che fa capolino dalla porta e si congratula con i titolari. «Per noi torrettani questo posto è come casa», spiega lui andando dritto al punto.

Manfrini è casa anche per il giovane Marco, che da dieci anni si è messo dietro al bancone assieme al papà. «Sono cresciuto dentro questo bar e ora porto avanti la tradizione, è una bella responsabilità». Nel pieno dell’intervista scende dall’abitazione che si trova sopra il locale anche la dolcissima signora Fiorella (mamma di Roberto e nonna di Marco), che con il marito Renato dentro al Caffè Centrale c’è cresciuta: «Quando sono arrivata da Santa Maria Nuova qui a Torrette erano tutti pescatori. Gentilissimi, persone squisite. E io facevo loro il caffè». Afferma con grande lucidità in barba degli splendidi 94 anni e poi lascia scendere una lacrima pensando al suo adorato Renato e ai tempi passati.

Tornando alla più stretta attualità, invece, durante la cerimonia di martedì la pergamena è stata consegnata dal vicesindaco di Ancona Pierpaolo Sediari. La candidatura del Caffè Centrale Manfrini era arrivata, invece, per mano del consigliere comunale e leader marchigiano di Azione Tommaso Fagioli, anch’egli torrettano doc. «Il nome del bar è venuto quasi spontaneo: la gente di Torrette sa bene cosa rappresenta questa attività storica, cui tutti sono ovviamente affezionati. Siamo orgogliosi che continui ad esserci, dopo tutto questo tempo, e gli auguriamo il meglio per il futuro».

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