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Bullismo, cyberbullismo, sexting e cyberpedofilia: arriva il mediatore scolastico

Approvata all'unanimità dal Consiglio Regionale, la proposta di legge prevede nel triennio lo stanziamento di 260 mila euro. Ecco il piano

Prevenzione, informazione, sensibilizzazione, educazione e sostegno alle vittime. Sono questi i punti chiave della proposta di Legge Regionale “Disciplina degli interventi regionali di carattere educativo per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo, del cyberbullismo, del sexiting e della cyberpedofilia”. Approvata nei giorni scorsi all’unanimità dal Consiglio Regionale, la pdl istituisce la figura del Mediatore Scolastico, uno studente del quarto o quinto anno delle superiori, che cercherà di conciliare i conflitti sorti tra vittima e bullo in ambito scolastico.

Il presidente del Consiglio regionale delle Marche, Antonio Mastrovincenzo

«Una legge – spiega il presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo – su cui c’è uno stanziamento importante di 260mila euro nel triennio, che penso possa dare un contributo rilevante nel combattere la piaga del cyberbullismo, del bullismo, del sexting e della cyberpedofilia in termini soprattutto di prevenzione, informazione e sensibilizzazione, che sono i temi che caratterizzano la legge, oltre al sostegno alle vittime. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla stesura della legge  perché ci sono state numerosissime audizioni da parte della commissione competente. Ringrazio l’ordine degli psicologi, la Polizia Postale il Tribunale dei Minori, il mondo dell’associazionismo e della scuola, soggetti che hanno contribuito con proposte precise e puntuali al miglioramento di questa proposta di legge. Importante il fatto che la legge sia stata approvata all’unanimità, segno di un’attenzione da parte di tutte le forze politiche su uno dei temi che è sicuramente il più scottante in questo periodo».

Istituiti un comitato che eserciterà anche funzioni di osservatorio regionale e una giornata che si terrà nel mese di novembre dedicata all’educazione ai nuovi media.

Il Consigliere regionale Luca Marconi

«Una legge utile – spiega Luca Marconi, consigliere regionale firmatario della prima proposta di legge depositata nel 2016 – perché rappresenta un tassello insieme a tanti altri sostegni che stiamo promuovendo per aiutare gli insegnanti e le famiglie. Dobbiamo però avere il coraggio di capire il perché queste cose accadono. Occorre cominciare a capire che c’è qualcosa di più profondo che va toccato. La relazione prima è la famiglia, i problemi nascono tra i 10 e i 15 anni, quando ancora i ragazzi trascorrono la maggior parte del tempo a casa. E’ lì che i genitori devono capire come diventare attori di un processo educativo e devono essere aiutati».

Problemi che coinvolgono sempre più ragazzi, vista anche la sempre maggior diffusione dei social in età sempre più precoci. «Il vero problema è che oggi molti genitori mettono in mano i social a bambini di sette o otto anni – spiega il consigliere regionale Luca Marconi, relatore di maggioranza della legge – una vera follia che non considera che in questo modo un bambino può diventare vittima della pedofilia. L’età minima per utilizzare i social dovrebbe essere fissata non prima dei 17-18 anni, in modo che i ragazzi abbiano avuto il tempo di maturare una certa capacità di discernimento. Per il 2018 dato che l’anno è già in corso ci sarà una delibera di giunta che impegnerà i primi 60.000 euro. Per il 2019 e il 2020 ci sarà il finanziamento di 100.000 euro all’anno e qui scatterà il piano, che sarà coordinato con altri interventi che verranno fatti direttamente dal Corecom-Comitato Regionale per le Comunicazioni- e che potranno essere coordinati anche con la legge sull’azzardopatia, nell’ambito della quale è prevista l’educazione ai social network. Sull’azzardopatia abbiamo già in essere più di 4 milioni di euro di impegno, una cifra molto più consistente che può aiutarci a mettere in moto in pianta stabile un processo informativo obbligatorio. Un intervento diretto alle famiglie, che sono i veri tutori dei ragazzi, afferma Marconi. In questa legge citiamo per la prima volta le confessioni religiose perché vorremmo che anche le confessioni religiose più presenti fra i nostri immigrati abbiano un loro rappresentante nel comitato che si occuperà dell’applicazione della Legge, in modo da essere anche loro parte attiva.

Non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Oratori, circoli, comuni, Asur e Sert, occorre coinvolgere tutti i soggetti che in qualche maniera vengono a contatto con questo male, che nelle Marche fortunatamente non è in grande evidenza: si contano poche decine di casi, tenuti sotto controllo. Quello che ci preoccupa maggiormente, non è soltanto il bullismo scolastico o fra ragazzi, ma quello subito dai piccoli da parte dei grandi, nell’ambito di qualsiasi tipo di discriminazione. Sono soddisfatto che la legge sia stata votata all’unanimità, una legge che chiama a raccolta un mondo. Dobbiamo ritornare a conquistare la nostra libertà, senza farci impadronire dai social. Occorre una nuova consapevolezza civica di natura educativa».

Un ruolo importante sarà svolto dal Corecom, l’organo di garanzia e consulenza nel settore delle comunicazioni e telecomunicazioni, che si occuperà di realizzare indagini conoscitive, studi e analisi sull’utilizzo dei media tradizionali, oltre che iniziative di educazione rivolte ai ragazzi sull’utilizzo dei social.

Il presidente del Corecom Marche Cesare Carnaroli

«Sono felice – spiega il presidente del Corecom Marche Cesare Carnaroli – che la Regione Marche sia una delle prime in Italia a dotarsi di una legge in materia. Pregevole è inoltre l’approccio multidisciplinare che nasce dall’alleanza tra numerosi soggetti coinvolti. Il Corecom svolgerà pienamente le sue competenze con l’obiettivo di sostenere sia chi è vittima di questi fenomeni sia i giovani e le loro famiglie in un percorso educativo per un corretto uso dei nuovi media».

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