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Ad Ancona è “Bentornato Gimbo” all’oro di Tokyo. Tamberi: «Era la mia storia e doveva avere il lieto fine» – VIDEO

L'accoglienza al Palaindoor al nuovo campione olimpico di salto in alto. «Non mi sono goduto un solo giorno degli ultimi 5 anni ma ora dico che l’infortunio è stata una benedizione: l’esplosione di gioia che ho nel cuore la auguro a tutti»

Gianmarco Tamberi, terzo da destra al fianco della fidanzata Chiara, accolto ad Ancona da Fidal e Coni Marche

ANCONA – «Era la mia storia e doveva avere il lieto fine. Non mi sono goduto un solo giorno degli ultimi cinque anni ma ora dico che quell’infortunio del 2016 è stata una benedizione: l’esplosione di gioia che ho sentito nel cuore dopo tutto quello che ho passato non credevo la si potesse provare e auguro a tutti di poterla sentire». Parola di Gianmarco “Gimbo” Tamberi, campione olimpico di salto in alto ai Giochi di Tokyo 2020.

“Bentornato Gimbo!”

“Bentornato Gimbo” al Palaindoor di Ancona, a due passi dalla casa del fresco oro, è l’accoglienza delle Marche e di Ancona, orchestrata dal Comitato Regionale della Fidal, a Gianmarco Tamberi.

L’abbraccio di Gianmarco Tamberi al presidente del Coni Marche, Fabio Luna

Il campione arriva poco dopo le 13,30, portando con sé incanto e magia delle tante storie raccontate dal suo trionfo in Giappone: il gesso – quello dell’infortunio che sembrava averne spezzato i sogni a pochi giorni da Rio de Janeiro 2016 dove sarebbe arrivato da strafavorito – accanto alla medaglia; quel primo gradino del podio condiviso – con un oro ciascuno – insieme all’amico avversario Mutaz Essa Barshim, una prima volta assoluta nella storia delle Olimpiadi; e poi il prossimo coronamento, davanti all’altare, dell’amore con la sua Chiara, richiesta in sposa pochi giorni prima di partire per i Giochi.

Ad accogliere Tamberi mondo dello sport e quello delle autorità: fanno gli onori di casa i presidenti di Fidal e Coni Marche, Simone Rocchetti e Fabio Luna, e l’assessore allo sport del Comune di Ancona Andrea Guidotti; portano l’omaggio presidente e assessora regionali Francesco Acquaroli e Giorgia Latini, insieme al presidente della Provincia di Ancona Luigi Cerioni e per Gimbo, atleta delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, ci sono il primo dirigente della Questura di Ancona Giovanni Giudice e il vice prefetto Michele Basilicata.

Tamberi, la strada verso l’oro

C’è anche “qualcun altro” ad accogliere Tamberi: l’asticella del salto in alto fissata a 2 metri e 37 centimetri, la misura che gli è valsa l’oro olimpico. «La guardo oggi e mi sembrano due metri e settanta– sorride Gianmarco, affiancato dal padre allenatore Marco e con la sua Chiara in prima fila- il giorno della gara però mi sembrava un metro e quaranta. Devo ancora realizzare quello che ho fatto. Prima di questa vittoria ero famoso per un infortunio ed è una tortura per un atleta. Tutti vorrebbero darti il loro sostegno ma tu non hai bisogno di compassione ma di poter dimostrare quello che vali. Ci sono notti in bianco dietro questo risultato, tante lacrime e persone, come Chiara, che hanno scelto e accettato di fare questo percorso insieme a me nonostante non fosse il loro. E ora è qualcosa di enorme quello che provo». Racconta il papà Marco: «Mio figlio aveva appena vinto loro e io volevo andare ad abbracciarlo lì allo stadio ma in quel momento le gambe non hanno retto e tre volte sono ricaduto sulla sedia».

L’accoglienza della Polizia di Stato per Gianmarco Tamberi

Quanto al doppio oro insieme a Barshim, Gimbo dice: «Era un mio mito, ne abbiamo passate tante insieme, compreso lo stesso infortunio. Abbiamo fantasticato tante volte sul vincere le Olimpiadi insieme, è accaduto. In uno sport individuale, quello che manca di più è la condivisione della felicità, noi l’abbiamo provata».

E ora? Prima la cucina, dopo cinque anni di sacrifici anche a tavola. «Sono arrivato alla gara di Tokyo 12 chili sotto quello che dovrebbe essere il mio peso per l’altezza che ho. Ma qualche chilo in pochi giorni l’ho già ripreso». Poi il futuro. Ma più avanti. «Voglio godermi appieno e al 100% l’obiettivo raggiunto. Non ci ero mai riuscito. Dopo ogni vittoria, compresa quella ai Mondiali indoor, il pensiero andava sempre all’Olimpiade. Poi si vedrà. Certo, non è il caso di parlare di ritiro. E poi il prossimo anno ci saranno i Mondiali all’aperto e l’affermazione lì è l’unica che mi manca».

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