Ancona-Osimo

Basket Girls, la baby Borghetti: «Manca l’adrenalina e l’intensità di una partita»

La giocatrice della formazione anconetana racconta il suo momento attuale svelando alcuni aneddoti del passato. Nelle sue parole anche uno speciale elogio alla società

Elena Borghetti
Elena Borghetti, Basket Girls Ancona

ANCONA- Nel campionato disputato dal Basket Girls Ancona (serie B), poi interrotto definitivamente a causa del Coronavirus, si era ritagliata uno spazio importante la giovane diciottenne Elena Borghetti. La guardia anconetana ha vissuto un’annata positiva anche se il momento attuale, come ovvio, non è certo dei più semplici:

«La cosa che manca maggiormente è l’adrenalina di una partita, l’intensità. Tutto quello che ruota intorno alla gara. La speranza è di tornare a palleggiare, a tirare a canestro, ad allenarci, a stare insieme. Vogliamo tornare a giocare il prima possibile con il desiderio che saranno in tanti a seguirci. Ho scelto il Basket Girls perchè è una società che si è posta subito obiettivi importanti. Sono convinta che potrò crescere tanto con questa maglia addosso».

Nei suoi ricordi più lieti c’è tanto Basket Girls: «Ci sono 3 avvenimenti che amo ricordare: il primo riguarda la mia prima partita di basket contro Civitanova in un campionato u14 femminile, la mia squadra era sotto di un punto e a pochi secondi dalla fine ho preso palla nella zona difensiva e sono andata in contropiede a segnare il canestro della vittoria. Il secondo momento è avvenuto nel trofeo delle regioni dove ho giocato molto bene e in particolare nella partita contro la Sardegna dove sono stata la miglior realizzatrice. Infine lo spareggio u16 ad Umbertide contro Viterbo per ottenere l’accesso all’interzona, nessuno aveva fiducia in noi ma siamo riuscite a vincere giocando di squadra una grande partita».

Con la maglia biancorossa, tuttavia, c’è anche il momento più doloroso: «Probabilmente quello che è successo a gennaio durante la partita dell u18, quando mi sono infortunata al dito che si è gonfiato subito. Oltre alla paura ero arrabbiata perchè mi ero resa conto che non sarei più potuta entrare in campo e dare il mio contributo alla squadra e probabilmente anche per alcune partite successive».

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