Ancona-Osimo

Bando Periferie, i sindaci ai parlamentari M5S: «Partecipate all’incontro. Il rifiuto è uno schiaffo arrogante ai cittadini»

I sindaci di Ancona, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino hanno inviato una lettera ai parlamentari del M5S che hanno deciso di non partecipare al confronto sull'emendamento al decreto Milleproroghe

Il sindaco Valeria Mancinelli
Il sindaco Valeria Mancinelli

ANCONA – I parlamentari marchigiani del M5S non saranno presenti all’incontro fissato per venerdì mattina (24 agosto) in Comune dai sindaci di Ancona, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino. I pentastellati hanno declinato l’invito del sindaco Valeria Mancinelli al confronto sull’emendamento al decreto Milleproroghe che ha rinviato al 2020 l’erogazione dei fondi del Bando periferie che, per Ancona, vale 12 milioni da destinare agli interventi di riqualificazione di Archi, Palombella e stazione.

I parlamentari Accoto, Agostinelli, Cataldi, Cattoi, Coltorti, Emiliozzi, Fede, Giuliodori, Parisse, Romagnoli, Rossini, Silvestri, Terzoni, hanno inviato alla Mancinelli una lettera in cui hanno spiegato che non saranno presenti all’incontro perché «la Corte Costituzionale ha bocciato il decreto del precedente Governo relativo al Bando Periferie. Riteniamo pertanto di declinare il suo invito, essendo errati i presupposti per l’urgenza e superati nel merito i contenuti». E la risposta non ha tardato ad arrivare. La Mancinelli e i sindaci Paolo Calcinaro (Fermo), Romano Carancini (Macerata),  Matteo Ricci (Pesaro) e Maurizio Gambini (Urbino) hanno risposto ai parlamentari chiedendo nuovamente la loro presenza, altrimenti «il rifiuto dell’incontro con i sindaci apparirebbe uno schiaffo arrogante ai cittadini».

Nella lettera, i parlamentari del M5S avevano sottolineato la necessità di «non strumentalizzare la vicenda» e ricordato che «l’emendamento a cui ci si riferisce, approvato in Senato al Decreto Milleproroghe, ha di fatto sanato una situazione di illegittimità costituzionale». «Gentile Sindaco Mancinelli – si legge nella lettera – il suo impegno a favore del suo e degli altri capoluoghi, per conto degli altri Sindaci citati, è senz’altro meritevole di attenzione, e i parlamentari del Movimento 5 Stelle che le scrivono avranno certamente a cuore ogni situazione di criticità della popolazione marchigiana. Ci pare opportuno informarla, per la giusta condivisione di responsabilità cui lei fa appello che, purtroppo, la Corte Costituzionale ha bocciato il decreto del precedente Governo relativa al Bando Periferie cui lei vorrebbe attingere, proprio per l’illegittima assegnazione di tali fondi ai soli capoluoghi, e che tale inaspettata ed incresciosa situazione è stata risolta consentendo ai Sindaci di tutti i comuni italiani, e non solo a quelli dei Capoluoghi come quello da voi amministrati, di utilizzare gli avanzi di amministrazione accumulati negli esercizi precedenti. Ci preme ancora informarla, e con lei tutti i cittadini di Ancona e delle Marche, che il provvedimento da lei definito come “noto e contestato emendamento”, è stato approvato al Senato all’unanimità, ovvero da tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, comprese quelle di riferimento dei Sindaci da lei rappresentati, a riprova che le somme esigite non sarebbero comunque spendibili alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 74 del 2018 e che, al contrario, viene dato finalmente nuovo respiro agli Enti locali dopo anni di scellerate politiche di austerity. Come parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Marche assicuriamo la nostra vigilanza affinché non vengano a mancare in alcun modo i fondi destinati alle periferie relativi a progetti locali che attualmente non hanno ancora i requisiti per poter essere approvati. Alla luce di quanto sopra, riteniamo pertanto di declinare il suo invito, essendo errati i presupposti per l’urgenza e superati nel merito i contenuti, da rinviare alla prossima trattazione di bilancio».

Ecco la risposta dei sindaci inviata ai parlamentari del M5S: «Gentili On.li, da quello che scrivete emerge quanto sia necessario fare chiarezza ed avere le informazioni corrispondenti a realtà affinché ognuno eserciti le sue responsabilità con piena consapevolezza.
Scrivete:
– che la Corte Costituzionale ha bocciato “il decreto del precedente governo relativo al Bando periferie proprio per l’illegittima assegnazione di tali fondi ai soli capoluoghi”;
Scrivete poi:
– che “le somme relative non sarebbero spendibili alla luce della Sentenza Corte Costituzionale n. 74/2018”.
Non corrisponde al vero nessuna delle due affermazioni:

– la Sentenza n. 74/2018 non boccia il “Decreto relativo al Bando periferie” ma invece il comma 140 dell’art. 1 Legge 232/2016, cioè la legge di bilancio dello stato per il 2017, comma con il quale veniva istituito un fondo pluriennale per una pluralità di interventi dalle infrastrutture ai trasporti, e tra questi, anche quelli relativi al c.d. Bando periferie. E boccia la norma non perché riserva i fondi solo alle città capoluogo, come da voi erroneamente affermato, ma per mancata previsione di preventivo passaggio ed intesa nella conferenza Stato/ Regioni, cioè per un vizio procedurale, se pur rilevante. Della “questione capoluoghi” nella Sentenza non c’è la minima traccia: basta leggerla. A tal fine ve la inviamo in allegato alla presente.

– le somme sono del tutto spendibili per due principali motivi: 1) la stessa Sentenza in conclusione afferma testualmente: “si precisa che la dichiarazione di illegittimità costituzionale NON produce effetti sui procedimenti in corso qualora questi riguardino detti diritti” (se non produce effetti sui procedimenti in corso figuriamoci su quelli già definiti con “contratto” stipulato tra lo Stato ed i singoli Comuni”)

2) Volendo superare ogni dubbio, anche il più giuridicamente infondato, bastava e basta inserire al posto dello sciagurato emendamento votato al Senato un altro che “sani” il vizio procedurale rilevato e cioè introduca nella norma la preventiva intesa della Conferenza Stato/Regioni, con contestuale immediata convocazione della conferenza stessa come richiesto già dall’Anci nazionale.

Questo può fare la Camera dei deputati l’11 settembre quando a sua volta sarà chiamata a votare il c.d. “mille proroghe”. Questo ha chiesto l’Anci nazionale a nome di tutti i Comuni coinvolti.

Preme altresì ricordare come i 96 progetti di cui alle convenzioni sarebbero cantierabili già oggi o, al più, alla data del 15 settembre: d’altronde sarebbe il testo stesso delle convenzioni ad escludere dal finanziamento quegli elaborati che si dovessero trovare di fronte a lungaggini o si dimostrassero non realizzabili.

Tali informazioni, anche qualora decideste di non essere presenti all’incontro richiesto, possono essere a base di ragionamenti oggettivi, lontani dall’agone della sterile polemica politica (vista anche la matrice politica dei sindaci firmatari tutt’altro che univoca), al fine di giungere alla realizzazione di un obiettivo che non può che essere univocamente condiviso: quello della riqualificazione delle zone più fragili dei nostri tessuti urbani, le periferie.

I “cavilli giuridici” sono dunque superabili nel giro di pochi giorni se c’è vera volontà. E anche su tale proposta dell’Anci nazionale volevamo confrontarci con voi parlamentari e conoscere le vostre volontà. In questi giorni sono però anche circolate dichiarazioni preoccupanti di esponenti politici circa la sostanza della questione è cioè la “meritevolezza” dei concreti progetti in questione; preoccupanti perché, vogliamo ancora sperare, frutto di scarsa o errata informazione circa appunto la sostanza.

Ecco anche di questo avremmo voluto parlare con voi nell’incontro, fornendovi ogni elemento di conoscenza utile a capire di cosa stiamo parlando, e chiedere quindi il vostro impegno non generico a favore delle periferie – che ovviamente nessuno negherebbe – ma specifico e concreto rispetto a quei concreti progetti su cui le città – 96 città italiane – hanno lavorato da oltre un anno e che oggi erano pronti per essere appaltati, oggi, no “non si sa quando”.

Infine, che il Senato abbia approvato all’unanimità lo sciagurato emendamento non significa affatto che esso sia giusto ed utile, semmai che l’errore grave è stato di tutti e che tutti sono chiamati oggi a porvi rimedio. O meglio l’11 settembre nel passaggio alla Camera.

Quindi ci permettiamo di insistere per avere la vostra presenza all’incontro, un supplemento di informazione non ha mai fatto male a nessuno. In caso contrario, il rifiuto dell’incontro con i sindaci (a qualunque area politica appartengano) apparirebbe piuttosto uno schiaffo arrogante ai cittadini dei territori che quei parlamentari li hanno votati, in particolare ai cittadini delle periferie, delle aree più fragili, che dello Stato hanno bisogno e che allo Stato chiedono solo il rispetto degli impegni presi, senza nascondersi dietro un vizio procedurale, volendo, sanabile» (lettera firmata dai sindaci Valeria Mancinelli-Ancona, Paolo Calcinaro-Fermo, Romano Carancini-Macerata, Matteo Ricci-Pesaro e Maurizio Gambini-Urbino).

 

 

 

 

 

 

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