Ancona-Osimo

Il Banco Marchigiano guarda a sud e si aggrega alla Banca del Gran Sasso d’Italia

Firmato a Civitanova Marche il protocollo di intesa tra marchigiani e abruzzesi, per la realizzazione di una nuova banca interregionale entro l’autunno 2021

In un panorama, quello del credito nelle Marche, che negli ultimi anni è stato caratterizzato da notevole fluidità e da parecchi scossoni (dalla crisi di Banca Marche, alla scalata di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, la recente cessione di oltre un centinaio di filiali ex Ubi ai modenesi di Bper, fino a Crédit Agricole Italia che tenta la scalata di Creval tra cui le filiali ex Carifano), anche il panorama delle Bcc e del credito cooperativo offre spunti di notevole dinamismo. Come nel caso del Banco Marchigiano, nato a fine 2018 dalla fusione tra la Bcc di Civitanova Marche e Montecosaro e la Banca Suasa, e che si propone di diventare istituto di credito di riferimento per il territorio regionale. Una realtà piccola – 25 filiali e una copertura su 4 province – ma in crescita, e che ha chiuso il 2019 con un utile netto di 8,2 milioni la crescita armonica di tutte le componenti patrimoniali.

Il 23 dicembre, in una nota stampa, il Banco Marchigiano ha annunciato di voler continuare il suo percorso di crescita, questa volta a sud, ampliando la propria attività per la prima volta fuori regione. L’obiettivo è quello di arrivare a una nuova banca interregionale, ed è in vista di una prossima aggregazione che è stato firmato un protocollo di intesa con la Banca del Gran Sasso d’Italia. La nuova banca nascerà nell’autunno 2021, la stipula dell’atto di fusione avverrà a fine settembre, il tutto sotto l’egida della capogruppo di cui fanno parte entrambe le banche, la Cassa Centrale Banca S.p.A.

Il nuovo istituto avrà un totale di 11.400 soci, frutto dei 9000 del Banco e dei 2.400 della Banca abruzzese; le filiali saranno 28 (25 Banco e 3 Banca del Gran Sasso d’Italia BCC), i dipendenti saranno 188 (171 quelli marchigiani e 17 i colleghi provenienti dall’Istituto limitrofo; il patrimonio complessivo sarà di 71 milioni (66 Banco, 5 Gran Sasso), mentre l’attivo patrimoniale sarà di oltre un miliardo e 100 milioni, frutto dell’oltre un miliardo del Banco e dei 64 milioni dell’Istituto abruzzese. Sei le province coperte (Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo, Teramo, L’Aquila), e 106 comuni serviti di cui 32 della Banca del Gran Sasso d’Italia Bcc e 74 del Banco Marchigiano. Numeri importanti nel mondo delle Bcc italiane.

L’intesa tra l’istituto marchigiano e quello abruzzese è stata siglata presso il quartiere generale del Banco marchigiano, in viale Matteotti a Civitanova Marche. A firmarla, per il Banco, il presidente Sandro Palombini, il direttore generale Marco Moreschi e il vice presidente Marco Bindelli, per la Banca del Gran Sasso d’Italia il presidente Giulio Cesare Sottanelli, il vice presidente Gabriele Di Simone e il direttore Generale Maria Concetta Di Saverio. «L’articolato percorso che inizierà fin da subito procederà in base ad un serrato cronoprogramma che vedrà la nascita ufficiale del nuovo Istituto di Credito, frutto della fusione, per il primo ottobre del 2021», si legge nel comunicato. La stipula dell’atto di fusione avverrà a fine settembre, il tutto sotto l’egida della capogruppo di cui fanno parte entrambe le banche, la Cassa Centrale Banca S.p.A.

«Per la prima volta ci apriamo ad un’area extraregionale – dice il presidente del Banco, Sandro Palombini – accettando con entusiasmo la sfida di misurarci con nuovi territori, nuovi fabbisogni e nuove attività da sviluppare. Un ulteriore step di crescita per la nostra Banca che sempre più intende porsi come punto di riferimento, ora con un orizzonte non più solamente regionale ma interregionale. E, in questo step di crescita, abbiamo deciso di unire le forze con una Banca, piccola ma virtuosa, come la Banca del Gran Sasso d’Italia»,.

«È stata una giornata storica per i due Istituti di Credito e per il territorio – dice il presidente della Banca del Gran Sasso d’Italia, Giulio Cesare Sottanelli – abbiamo fatto il primo passo importante di un lungo cammino, per una Banca interregionale che ci vedrà protagonisti nel mondo del Credito Cooperativo nei due rispettivi territori regionali. Tutto questo porterà benefici ai soci, al territorio, ai clienti e ai dipendenti».

Dopo la firma del protocollo d’intesa, si dovrà lavorare ora alla progettazione e redazione del piano industriale di fusione tra le due Banche poi ci sarà il passaggio ufficiale con i due Consigli di Amministrazione previsti per i primi di marzo. Seguiranno vari passaggi autorizzativi da parte dell’Autorità di Vigilanza Europea, la BCE con l’ausilio della capogruppo per poi arrivare al cruciale passaggio delle assemblee straordinarie dei soci delle due Banche che si terranno a cavallo tra fine luglio e inizio agosto.

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