Ancona-Osimo

Banca Marche, per i truffati fino al 30 novembre le domande di integrazione del 15% agli indennizzi erogati

Federconsumatori chiede al Governo di riaprire i termini anche per le domande di rimborso per obbligazionisti e azionisti delle banche liquidate: «Le domande presentate al Fondo di indennizzo risparmiatori ammontano a meno della metà degli aventi diritto»

L'ex quartier generale di Banca delle Marche a Jesi, ora Ubi Banca
L'ex quartier generale di Banca delle Marche a Jesi, ora Ubi Banca

Il consiglio del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, per venire incontro alle esigenze dei sottoscrittori di obbligazioni subordinate emesse dalle 4 banche poste in risoluzione, ha deciso di riaprire i termini per l’accettazione delle istanze di integrazione degli indennizzi forfettari a suo tempo erogati, termini che erano scaduti il 15 marzo scorso. Lo rende noto Federconsumatori. Gli istituti interessati sono Banca delle Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara e le loro controllate.

Nel dettaglio, si potrà presentare fino al 30 novembre 2020 la domanda di integrazione del 15% da parte degli obbligazionisti delle 4 banche risolte che hanno già ricevuto l’indennizzo dell’80% ai sensi dell’art. 1, comma 506 della Legge n. 145/2018. Per la presentazione della richiesta di integrazione, l’investitore può seguire le istruzioni operative pubblicate nella sezione del sito del Fidt dedicata al fondo di solidarietà.

«La riapertura dei termini – sostiene Federconsumatori – è senz’altro una buona notizia, che consentirà finalmente di dare risposta ai risparmiatori che non fossero riusciti a presentare le domande di integrazione entro i tempi previsti dalla precedente scadenza. Alla luce di tale operazione invitiamo il Governo a riaprire i termini per la presentazione delle istanze di accesso al Fir, che richiediamo da tempo, fermo restando l’avvio dell’esame delle domande già presentate».
A dimostrare la necessità di tale «atto di responsabilità da parte del Governo – conclude l’associazione dei consumatori – sono le statistiche: pur avendo le banche fallite o in difficoltà 300 mila azionisti che avrebbero titolo ad accedere al Fir, le domande presentate sul portale Consap ammontano a meno della metà degli aventi diritto».

Come noto, per tutelare i risparmiatori in possesso di titoli azionari o obbligazionari subordinati di banche liquidate è stato istituito il Fir, Fondo di Indennizzo Risparmiatori, e con il decreto “Cura Italia” dello scorso marzo sull’emergenza coronavirus è stato prolungato al fino al 18 giugno 2020 il termine per la presentazione delle domande di rimborso. Le richieste dovevano essere presentate online sul portale del Fir gestito da Consap, mentre per chi ha un reddito sotto i 35 mila euro o un patrimonio mobiliare sotto i 100 mila euro, l’indennizzo è automatico.

Ti potrebbero interessare