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Autunno caldo e agricoltura, Neri (UnivPm): «Situazione ancora governabile con le giuste tecniche»

Il direttore del Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche spiega le conseguenze di questo clima anomalo

ANCONA – Zanzare, alberi dalle foglie verdi, fioriture, allergie e temperature che raggiungono i 24°. Primavera? No, autunno con un mese di ottobre che continua a regalare splendide giornate di sole. Se da una parte il caldo anomalo, registrato sia nelle Marche che in tutta Italia, permette di ritardare l’accensione dei riscaldamenti (visti i rincari del gas non è male risparmiare) e di organizzare gite all’aria aperta, dall’altra mette a rischio alcune specie di piante.

«Un autunno caldo con temperature più alte rispetto alla media è un fenomeno che ormai si ripete da anni. Questo è accompagnato da piogge assenti o eventi eccezionali – spiega Davide Neri, direttore Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche-. Invece la continuità delle piogge autunnali, come avveniva negli anni passati, è utile per reintegrare le riserve idriche nei terreni. C’è una situazione di forte cambiamento».

Professor Neri che cosa comporta questo caldo autunno?
«La caduta delle foglie è ritardata, infatti il foliage è meno evidente. Per il momento con questo clima le piante arboree non sono ancora a rischio a patto però che si verifichi una condizione, ovvero che l’autunno prosegua in modo regolare con le temperature e la piovosità tipica del periodo. Se invece improvvisamente dovesse arrivare molto freddo per le piante potrebbe essere un problema in quanto non sono acclimatate. Una situazione del genere è pericolosa per l’olivo che è una sempre verde. In questo momento sta crescendo perché questo clima rappresenta le condizioni ottimali: le temperature sono elevate e c’è umidità nel terreno. Se dovesse arrivare una gelata sarebbe però impreparato perché per resistere al freddo servono tessuti disidratati. Per quanto riguarda invece le colture autunnali e invernali si è in attesa di poterle seminare. Un esempio è il grano duro e tenero. Siamo in situazioni estreme ma ancora governabili mettendo in campo le giuste tecniche agronomiche».

Prof. Davide Neri, direttore Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche

E per quanto riguarda gli insetti? Con queste temperature elevate è facile imbattersi ancora nelle fastidiose zanzare…
«Esattamente. Non ci sono solo le zanzare ma anche la mosca olearia che in questo periodo è cresciuta moltissimo e sta attaccando gli olivi. Per questo quasi tutti si affrettano a raccogliere le olive per evitare danni. E pensare che con i 35° di questa estate la mosca olearia non era presente».

Di questo caldo ne risente anche la frutta tipica del periodo autunnale e invernale come la mela rosa dei Sibillini?
«Fortunatamente no. La mela rosa dei Sibillini paradossalmente è molto più buona perché ha il vantaggio di essere coltivata in montagna dove le temperature sono più calde durante il giorno e molto più fredde di notte. Questo permette di accumulare meglio i principi attivi, diventa più rossa ed è ricca di antiossidanti. Inoltre, anche se è autunno è facile notare la fioritura delle graminacee. Questo comporta il ritorno di allergie ai pollini proprio come se fosse primavera. Anche l’erba sta crescendo molto. Siamo di fronte ad eventi eccezionali ma che ormai stanno diventando la norma».

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