Ancona-Osimo

Autotrasporto: agevolazioni per il 70% delle imprese marchigiane

Oltre 2.300 aziende, che trasportano merci al di fuori del comune di residenza, avranno diritto a deduzioni forfettarie. Una misura che va a sostenere un settore in difficoltà: dall'inizio della crisi, si sono persi 4 mila posti di lavoro

ANCONA – Presso il ministero dei Trasporti è stato raggiunto un accordo importante per le imprese di autotrasporto marchigiane, in un incontro con i rappresentanti di Cna Fita e altre associazioni di categoria. Sono in arrivo agevolazioni per il 70% delle aziende marchigiane. Su un totale di 3.318 imprese in attività, sono più di 2.300 quelle che trasportano le merci al di fuori del comune ove ha sede l’impresa e che avranno diritto alle deduzioni forfettarie di 51 euro al giorno.

Soddisfatto Roberto Grazioli, presidente Cna Fita Marche: «Si tratta di un riconoscimento fondamentale per contenere il forte divario di costi che esiste con i competitori esteri, in particolare sul prezzo del gasolio. Ora l’impegno del Ministero deve proseguire per quanto riguarda le infrastrutture viarie, gli incentivi alla competitività, il finanziamento del Fondo per il rinnovo dei veicoli per la transizione ecologica e il contrasto alla concorrenza illegale dei vettori esteri».

Il ministero dei Trasporti ha previsto uno stanziamento di 240 milioni di euro per il prossimo triennio. Di questi, 140 milioni saranno destinati ai rimborsi dei pedaggi autostradali, 70 milioni per le spese di viaggio non documentate, 25 milioni per investimenti sul rinnovo parco mezzi, 5 milioni per la formazione. Inoltre è stato ribadito, da parte del Ministero, l’impegno a inserire nel primo strumento normativo disponibile, ulteriori 20 milioni di sostegno al settore.

Le agevolazione andranno a sostenere un settore in difficoltà. «Solo nelle Marche, negli ultimi dieci anni il settore dell ha perso 1.145 imprese, scendendo dalle 4.463 aziende attive nel 2008 alle 3.318 del 2018, pari al 25 per cento», dice Grazioli. «Praticamente dall’inizio della crisi si è spento un motore su quattro e si sono persi 4 mila posti di lavoro. Solo lo scorso anno hanno cessato l’attività 85 imprese con la perdita di 300 occupati».

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