Ancona-Osimo

Autorità portuale: 6 mila occupati nel porto di Ancona, 9 mila in totale. Cantieristica trainante

Presentata nella sede dorica la ricerca sull’impatto occupazionale dell'area Adriatico centrale. Giampieri: «Utile per fornire formazione adeguata ad un lavoro che sta cambiando»

Da sinistra Ianuale, Giampieri, Paroli illustrano i dati dello studio dell'Autorità portuale sull'occupazione
Da sinistra Ianuale, Giampieri, Paroli illustrano i dati dello studio dell'Autorità portuale sull'occupazione

ANCONA – Sono 9.016 gli occupati nei sei porti di competenza dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale, di questi 6.528 lavorano nel porto di Ancona. È quanto emerge dalla ricerca “Analisi d’impatto occupazionale del sistema portuale del mare Adriatico centrale”, realizzata da Questlab e Quantitas, aziende di Venezia, su commissione dell’Adsp. Si tratta del primo grande studio sull’occupazione realizzato nella realtà portuale del mare Adriatico centrale, con l’obiettivo di valutare l’impatto e la tipologia del lavoro nei porti di Pesaro, Ancona, Falconara Marittima, San Benedetto del Tronto, Pescara e Ortona. Lo scopo della ricerca era di individuare le principali attività degli scali dal punto di vista dell’intensità occupazionale, approfondire l’impatto diretto e indiretto delle attività portuali sull’occupazione e disporre di proiezioni sul trend del lavoro.

«Dallo screening sui sei porti di nostra competenza – dichiara il presidente dell’autorità portuale, Rodolfo Giampieri – emergono numeri importanti. Questo studio rappresenta la base di partenza per fornire la formazione adeguata ad un lavoro in ambito portuale che sta cambiando. Quando sono arrivato, nel 2015, erano occupate nel porto di Ancona circa 4 mila persone. In questi anni siamo cresciuti lavorando sulle direttrici dello sviluppo. Vogliamo riuscire a trasmettere alla comunità l’importanza e la fortuna di avere un porto internazionale nella città, la sua valenza economica».

«Il settore della logistica e dei trasporti è in costante evoluzione. Questo studio, che viene richiesto dalla legge ma che noi proseguiremo e amplieremo, ci consentirà di capire che tipo di formazione occorre per questo settore – afferma il segretario generale dell’Adsp Matteo Paroli -. Conoscere dove va il mondo del lavoro nel nostro porto significa offrire ai nostri figli opportunità per il futuro».

LO STUDIO
Sono stati somministrati questionari online a 424 aziende fra coloro che sono titolari di concessioni e autorizzazioni e quelli che, negli ultimi due anni, hanno compiuto lavorazioni in ambito portuale. Gli addetti del settore della pesca sono stati calcolati grazie alla collaborazione delle capitanerie di porto. L’indagine è stata svolta tra aprile e maggio 2019, il tasso di risposta è stato molto alto: il 50%. Ad illustrare i risultati dello studio, Nicola Ianuale, amministratore Questlab. Secondo l’analisi occupazionale, gli addetti complessivi del settore privato del sistema, a fine 2018, sono 8.066 con una crescita del 1,9% sul 2017. Al dato complessivo vanno aggiunti circa 950 persone occupate nelle pubbliche amministrazioni esclusivamente competenti in ambito portuale (tra cui Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Capitaneria di porto, Guardia di Finanza, Polizia di frontiera, Sanità marittima, Autorità di sistema portuale), che portano il totale degli addetti a oltre 9 mila.

Nel porto di Ancona lavorano complessivamente 6.528 persone: 5.998 occupati nelle imprese registrando un +1,6% rispetto al 2017, e 530 persone occupate nelle pubbliche amministrazioni. Nel settore della cantieristica è impegnato il 64% dei lavoratori, quindi  3.686 persone, con una crescita del +2,54% rispetto al 2017. Nel porto di Pesaro i lavoratori sono 663 (+8,8% sul 2017); 619 sono gli occupati del porto di Ortona (+ 3,8% rispetto al 2017); nel porto di San Benedetto del Tronto i lavoratori sono 475 (+1,2%); nel porto di Pescara gli occupati sono 311 (-6,7%).

Del totale delle 424 imprese interessate dalla ricerca, l’analisi ha individuato che 99 hanno sede all’interno dei sei ambiti portuali mentre 325 sono le aziende che hanno sede esterna ai porti. Ben 135 sono della cantieristica, 70 di altre attività commerciali, 49 di agenzie marittime, portuali, terminaliste e spedizionieri, 46 sono del settore pesca, 43 della nautica/turistica da diporto, 37 di altre attività (imprese edili, officine meccaniche, servizi per gli autoveicoli in transito nei porti), 24 sono i pubblici esercizi, 12 di altre attività industriale e 8 i servizi tecnico-nautici.

Per quanto riguarda i settori di attività, la cantieristica è il settore con il maggior numero di addetti: 4.139 persone, con una crescita del +3,8% rispetto al 2017. Segue la pesca con 1.661 addetti (-4,8% sul 2017). Gli addetti delle agenzie marittime, portuali, terminaliste e spedizionieri sono 808 (+2,5% sul 2017) mentre i lavoratori delle attività commerciali, 526, crescono del +18,9% rispetto al 2017. Scendono, invece, gli occupati delle attività della nautica/turistica da diporto (-6,4%), che passano da 441 a 413.

«La cantieristica ha rappresentato un tampone enorme alla crisi che invece ha colpito altre aree della regione, specialmente il manifatturiero – commenta l’assessore al porto del Comune di Ancona, Ida Simonella -. Il porto è il cuore pulsante della città, è un’occasione e noi dobbiamo dare il supporto necessario». Il rettore dell’Univpm, Gian Luca Gregori ha invece sottolineato l’impatto socio economico per il territorio dai dati emersi dalla ricerca.

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