I nati nel 2020 più esposti a eventi climatici estremi, l'esperto: «Preoccupa il menefreghismo. Lasciamo un mondo pericoloso»
Ancona-Osimo

I nati nel 2020 più esposti a eventi climatici estremi, l’esperto: «Preoccupa il menefreghismo. Lasciamo un mondo pericoloso»

Uno studio pubblicato su "Nature" evidenzia che i bambini nati nel 2020 dovranno affrontare ondate di caldo estremo, inondazioni, cicloni. Ne parliamo con il prof Passerini di Univpm

Immagine di repertorio Da Pixabay, foto di DistelAPPArath

La generazione dei nati nel 2020 è la più esposta agli eventi estremi legati al cambiamento climatico, come ondate di calore e inondazioni. A metterlo nero su bianco è uno studio pubblicato sulla rivista Nature condotto dalla Libera Università di Bruxelles – Vrije Universiteit Brussel, Vub -. Secondo lo studio, se le politiche climatiche non cambieranno, il 95% dei bambini nati nel 2020 dovrà affrontare nel corso della loro vita almeno un’ondata di caldo estremo, ma anche inondazioni, cicloni tropicali, incendi e siccità, con un’intensità senza precedenti.

I ricercatori hanno calcolato che quasi tutti i nati nel 2020 vivranno ondate di calore estremo e, anche nel caso in cui si riuscisse a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali, il caldo colpirà il 52% dei bambini di oggi, contro il 16% dei nati nel 1960.

Ma l’esposizione sarà elevata anche per quanto riguarda le alluvioni: contendendo l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi, il 50,6% dei bambini che oggi hanno tra i 5 e i 18 anni saranno colpiti da ondate di caldo, il 7,8% da inondazioni, il 7% da incendi boschivi, il 6% da cicloni tropicali e il 5,3% da siccità.

Giorgio Passerini
Il professor Giorgio Passerini

«Se non interveniamo con urgenza, lasceremo ai bambini di oggi un mondo che mette a repentaglio la loro salute e qualità di vita e che li espone agli eventi naturali estremi» evidenzia il professor Giorgio Passerini, docente di Fisica Tecnica Ambientale dell’Università Politecnica delle Marche. «Per il miglioramento della qualità dell’aria sono stati fatti sforzi importanti, è stato ridotto l’uso dei pesticidi e di altre sostanze inquinanti che possono influire sulla salute, invece per il cambiamento del clima si sta facendo ben poco. Questo studio mostra numeri alla mano tutte le criticità legate all’impatto degli effetti del cambiamento climatico».

L’esperto sottolinea il divario esistente tra Paesi ricchi e Paesi poveri nell’affrontare gli effetti degli eventi meteorologici estremi: «Ci sono Paesi industrializzati come l’Italia che possono permettersi di risarcire i danni da alluvione con diversi miliardi e altri che non potranno farlo. Quando si parla della polizza anti-catastrofe è proprio perché lo Stato non sarà più in grado di riuscire a coprire i danni da eventi naturali, non solo da terremoto. Le alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna e le Marche hanno un costo economico e sociale molto elevato».

Con una popolazione esposta in crescita serviranno anche più risorse per salvare vite e ripristinare l’ambiente, osserva l’esperto, evidenziando che l’Italia, per orografia e densità di popolazione che vive sulla costa, «si ritroverà con intere città che dovranno far fronte al cambiamento climatico».

Nelle grandi città con pochi alberi e un’intensa urbanizzazione, in un futuro non troppo lontano, a causa delle ondate di calore «i bambini non potranno più stare fuori a giocare: dietro ogni statistica non c’è solo un aspetto economico, ma anche un costo sociale e di vita. Dobbiamo immaginare che l’ambiente esterno non sarà più vivibile come oggi. I bambini non potranno più godere alla stessa maniera dell’ambiente esterno come hanno fatto le generazioni precedenti: la vita dei nostri figli sarà diversa».

Secondo Passerini «è urgente intervenire. Per ogni euro speso ne vengono risparmiati cinque. Quello che mi spaventa non è tanto il negazionismo climatico, quanto il menefreghismo climatico e la testardaggine nel non voler modificare le abitudini di vita dannose per l’ambiente. Se le politiche climatiche non cambieranno – chiosa – sarà come una guerra a pezzi che coinvolgerà tutti e con effetti importanti, più di qualunque altro conflitto».