Ancona-Osimo

Marinerie marchigiane in difficoltà, Lazzari: «Troppo pescato di importazione e il personale non c’è»

Un mestiere che sta scomparendo, quello del marinaio, e che sta proseguendo solo con personale straniero

I pescatori a bordo del Leviathan (il peschereccio di Apollinare Lazzari)

Mondo della pesca in difficoltà. Le marinerie marchigiane devono districarsi tra numerose criticità, tra le quali il prezzo del gasolio tornato a crescere, anche se in misura minore rispetto al passato. «Il gasolio è tornato ad essere alto – dice Apollinare Lazzari, della cooperativa produttori di Ancona – siamo quasi 0,90 euro al litro, molto più di 0,60 euro, prezzo che pagavamo nel 2020 e nel pre-pandemia».

L’altra nota dolente è rappresentata dal pescato di importazione che fa concorrenza a quello locale e che finisce sulle tavole degli italiani quasi più spesso di quello delle marinerie marchigiane. «Il pesce surgelato di importazione essendo più comodo, perché già pulito, viene acquistato sia dalle massaie che da alcuni ristoranti, ma la qualità non è come quella del pescato fresco», spiega.

Si tratta soprattutto di filetti di merluzzo già sfilettati, di pangasio e salmone solo per fare qualche esempio, «andiamo avanti con difficoltà, c’è troppo pesce importato». Poi il nodo del personale: gli italiani sono praticamente quasi introvabili.

«Stiamo andando avanti con personale straniero, perché gli italiani non si imbarcano più – spiega Lazzari -, a bordo abbiamo soprattutto tunisini, qualche senegalese e ghanese. Per il resto arrivano indonesiani attraverso agenzia, Senza questo personale non potremmo andare avanti. È un mestiere duro che sta scomparendo perché non lo vuole fare più nessuno».

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