È sempre più emergenza nelle Marche per la raccolta e la gestione dei pneumatici fuori uso, come segnala Confartigianato Marche in una nota. Da mesi i Consorzi Obbligatori non ritirano i pneumatici dismessi e i gommisti non hanno più spazi per lo stoccaggio. Un enorme rischio anche per l’ambiente.
Confartigianato e Cna da mesi segnalano al Ministero dell’Ambiente che la situazione di generalizzato disservizio è arrivata al livello di emergenza al punto da non essere più sostenibile dagli autoriparatori-gommisti che ne subiscono le conseguenze dirette.
«Nonostante le ripetute segnalazioni fatte ai consorzi nazionali, la situazione resta difficilissima», scrive Confartigianato Marche. «Il comparto auto conta circa 1.000 operatori nelle Marche che svolgono la sostituzione degli PFU (pneumatici fuori uso) ed una mancata attivazione delle azioni recupero rischia di bloccare l’obbligatoria attività della sostituzione degli pneumatici da strada a ridosso della stagione estiva. Nelle Marche circolano oltre un milione di autovetture, si stima che potrebbero essere 300.000 quelle interessate al cambio gomme».
Una rappresentanza di Confartigianato e Cna Autoriparazione guidata dai presidenti regionali di categoria Gianluca Guidi e Rocco Martarelli ha incontrato l’Assessore Stefano Aguzzi per chiedere un intervento nei confronti del Ministero dell’Ambiente affinché questo annoso problema, che nella nostra regione si protrae da troppo tempo, venga finalmente risolto. Le Associazioni hanno inoltre chiesto alla Regione di attivarsi per l’apertura di un tavolo di confronto al Ministero per la modifica normativa che consenta di superare questo impasse.
L’assessore ha ribadito la massima attenzione e collaborazione perché si possa arrivare rapidamente ad una soluzione che consenta agli imprenditori di continuare a svolgere in sicurezza il proprio lavoro
«I ritardi nel ritiro degli PFU vengono per lo più motivati, da parte dei Consorzi, dal raggiungimento del target obbligatorio per legge e dall’impossibilità di ritirare quote aggiuntive, rinviando spesso, in modo improprio, alle imprese l’onere e la responsabilità di attivarsi direttamente per ottemperare a tale adempimento», dice Confartigianato Marche. «Occorre rivedere il sistema di assegnazione dei quantitativi di PFU secondo criteri che rispondano alle effettive esigenze e specificità territoriali, superando i problemi di accorpamenti in macro-aree poco funzionali sul piano operativo come, ad esempio, quello delle Marche».