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Arretramento ferrovia Adriatica, Baldelli: «Necessaria una rivisitazione degli interventi del Ministero»

L'assessore regionale alle Infrastrutture è intervenuto sull'arretramento della Ferrovia Adriatica: «Come è localizzata oggi non è in grado di sostenere il previsto regime giornaliero di treni merci»

La Stazione ferroviaria di Castelferretti

ANCONA – «È necessaria una rivisitazione degli interventi del Ministero (delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ndr) che preveda, ad esempio, per quanto riguarda le merci, dei binari dedicati, i quali non possono transitare nel cuore delle nostre città costiere, città che già soffrono fortemente il problema dell’inquinamento acustico, e per le quali già da tempo la Regione Marche sta conducendo una battaglia per scongiurare l’installazione delle barriere anti-rumore che rappresenterebbero un muro, non solo esteticamente improponibile, ma cambierebbero anche il microclima dei quartieri attraversati dalla Ferrovia». Così l’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli sull’arretramento della ferrovia adriatica, a margine della conferenza stampa per la sottoscrizione del protocollo d’intesa per il progetto della Ciclovia del Metauro e della Ciclovia adriatica.

Francesco Baldelli. assessore alle Infrastrutture Regione Marche

Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile ha stanziato 5 miliardi per il potenziamento della linea ferroviaria Bologna-Bari. Un progetto nel quale l’assessore chiede di prevedere l’arretramento di tutta la tratta regionale che corre lungo la dorsale Adriatica.

L’assessore ha rimarcato che «ieri abbiamo incontrato i sindaci interessati dalla dorsale ferroviaria Adriatica ai quali abbiamo rappresentato le intenzioni del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. Intenzioni – osserva – che tendenzialmente arrecano un pregiudizio a tutte le nostre città costiere, caratterizzate da una attrattività dal punto di vista turistico, con conseguenze negative che, a cascata, coinvolge tutta la nostra regione».

Un pregiudizio che, secondo Baldelli, è rappresentato dal fatto che, «a regime, gli interventi previsti dal Ministero con Rete Ferroviaria Italiana, scaricheranno sulla rete, secondo quanto indicato negli elaborati, sino a 176 treni merci al giorno, in partenza o con destinazione verso i porti di Gioia Tauro e Taranto».

«L’infrastruttura così come è localizzata oggi non è in grado di sostenere a regime un numero così elevato di treni merci al giorno, anche se questo avverrà tra 10-15 anni» osserva, per questo «risponderemo affermativamente alla chiamata del Ministero per quanto riguarda la tutela degli interessi nazionali, ma questi devono collimare anche con gli interessi delle regioni adriatiche, in particolar modo, in questo caso, delle Marche».

Insomma, per l’assessore «è necessario che il Ministero riveda la sua visione andando incontro all’interesse nazionale del trasporto ferroviario, in ottica di sostenibilità, ma al tempo stesso tenendo conto degli interessi di sviluppo economico e turistico delle regioni, che non possono essere sacrificati, ma devono coincidere con quelli nazionali progettando l’arretramento della ferrovia Adriatica in tutto il tratto marchigiano».