Ancona-Osimo

Anziano rapinato dopo il bancomat, il padre del killer di via Crivelli finisce ai domiciliari

Il gip non ha convalidato il fermo per Carlo Tagliata, accusato di aver aggredito e derubato un 85enne a Vallemiano, insieme al cognato. Disposta però la misura cautelare. Anche per Mario Balí fermo non convalidato ma disposta la custodia in carcere. «Ho il conto in quella banca - ha detto il napoletano - ecco perché ero lí»

Le immagini della rapina

ANCONA – Rapina dopo il prelievo bancomat, il gip non convalida il fermo per il padre del killer di via Crivelli, Carlo Tagliata, 48 anni e il cognato Mario Balí, 40 anni. Entrambi sono accusati di rapina in concorso ai danni di un 85enne, commessa il 28 novembre scorso, a Vallemiano (leggi l’articolo). Disposte però le misure cautelari: a Tagliata, difeso dall’avvocato Manfredo Fiormonti e Matteo Massimi, gli arresti domiciliari (avendo una residenza fissa da anni) e per Balí, difeso dall’avvocato Giordano Gagliardini, il carcere (non avendo una abitazione a lungo termine).

Carlo Tagliata si è avvalso della facoltà di non rispondere, durante l’udienza di convalida del fermo, al carcere di Pesaro. «È estraneo ai fatti – dice l’avvocato Massimi (che alle 14 di oggi attendeva ancora di ricevere la comunicazione ufficiale sul l’esito della convalida) – analizzeremo i fotogrammi che lo riguarderebbero. I vestiti sequestrati che avrebbe indossato per la rapina? Sono abiti comuni che hanno tante persone».

Davanti al giudice il cognato di Tagliata si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee dicendosi estraneo ai fatti e motivando la sua presenza in banca, in piazza Ugo Bassi, dove l’85enne ha fatto il prelievo prima di essere rapinato. «Ero lì per prelevare soldi dal mio conto – ha sostenuto il 40enne – perché è la mia banca».

Balí, che il giorno della rapina si sarebbe poi presentato anche al lavoro (fa l’operaio), in passato avrebbe abitato propio al Piano. Così la spiegazione delle immagini registrate dalla telecamera dell’Unicredit e servite alla polizia per identificare Tagliata e il cognato durante le indagini.

La procura aveva chiesto la convalida del fermo e la custodia in carcere per entrambi.

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