Ancona-Osimo

Un’anima colorata vola in cielo: è Butterfly, il brano dedicato ai sanitari uccisi dal Covid – VIDEO

Il maestro Maurizio Mastrini lancia il suo nuovo disco composto durante il lockdown: contiene una traccia dedicata ai camici bianchi vittime della pandemia

Castelluccio di Norcia
Piangrande Castelluccio di Norcia (Foto: Michele Benda)

Un pianoforte a coda, una distesa immensa tra cielo e terra, il silenzio. E una farfalla che come un pensiero si leva al cielo, facendosi ammirare da tutti. È “Buttefly”, il nuovo brano del pianista Maurizio Mastrini che traghetta il nuovo disco dal titolo emblematico “Lockdown”. Scritto, immaginato e prodotto proprio durante i primi, durissimi mesi di pandemia, il disco è un viaggio intimista legato ai sentimenti, ai pensieri e alle paure connesse al virus, all’ondata di morte, solitudine e prigionia che si è portato dietro. Ma è anche un vero e proprio omaggio a chi – medici e infermieri – hanno combattuto e stanno ancora combattendo come soldati in trincea, sempre in prima linea contro il Covid, spesso anche a costo della propria libertà, salute e della propria vita. Il videoclip di “Butterfly”, brano prediletto del maestro Mastrini, è stato registrato nel suggestivo altopiano di Castelluccio di Norcia, dove il maestro ha eseguito il suo brano al pianoforte, in un paesaggio quasi lunare.

Il maestro Maurizio Mastrini, considerato dai critici uno dei maggiori pianisti e compositori incontaminati del panorama musicale e strumentale internazionale, durante il periodo di isolamento forzato che tutto il Paese ha dovuto subire, ha lasciato che l’arte e la musica trovassero spazio e voce nei momenti più bui. Da questo isolamento sono nate le 12 tracce che compongono il suo viaggio dentro “Lockdown”, disco che ha debutta il 2 gennaio in streaming. Dopo tre anni di silenzio, Maurizio Mastrini negli ultimi 10 anni ha tenuto oltre 700 concerti in giro per il mondo, presentando 10 dischi per un pubblico di oltre 300.000 spettatori nei suoi concerti live. Ora, un grande ritorno alla musica.

L’esecuzione presso Piangrande Castelluccio di Norcia, 17 dicembre 2020. Foto: Michele Benda


Maestro, una genesi piuttosto particolare per questo suo disco?
«Infatti, questo lavoro è nato durante i primi mesi di isolamento, tra febbraio-marzo. E’ stata una situazione destabilizzante. Inizialmente ho trovato che solo il silenzio potesse essere l’espressione più naturale da mantenere. Non riuscivo, come altri miei colleghi artisti, a esibirmi in streaming o via web, non lo trovavo giusto in quel momento. Sono tornato a suonare il 4 maggio in una piazza IV Novembre a Perugia quasi deserta, devo dire come non l’avevo mai vista. Ho capito che qualcosa era cambiato. Il disco racconta questo. Le emozioni, le sensazioni provate in quel periodo, tra passi più leggeri e sfumature più cupe, ci sono tanti messaggi positivi come quelli che in un certo senso, ho cercato di carpire dal periodo del lockdown: l’amore per le cose semplici, la solidarietà, l’apprezzare ciò che avevo tra le quattro mura di casa, i legami con le persone».

Il brano a cui tiene di più?
«Senza dubbio “Butterfly”, scritto grazie alle testimonianze dirette di medici che lottavano in prima linea contro questo nemico invisibile di cui ancora, a febbraio, non si conosceva la crudeltà e l’impatto che avrebbe avuto sulle nostre vite. Ho immaginato queste persone, mandate allo sbaraglio contro il Covid, che vestono sempre di bianco con i loro camici e tute protettive, ma possiedono un’anima colorata come le ali di una farfalla. Il brano è anticipato da una piccola dedica che vuol essere il mio ringraziamento ai sanitari, soprattutto a quelli che si sono sacrificati per noi. Il brano vuole essere un gesto di gratitudine verso quelle persone che hanno sacrificato con la vita il proprio altruismo. Se nella vita il loro abito professionale risulta bianco, la loro anima da oggi la vedremo con le sembianze di una farfalla colorata che svolazza in un verde prato. Da oggi, ogni qualvolta vedrò e vedremo una farfalla colorata sapremo che sarà l’anima di ognuna di queste persone».

La particolarità di questo brano è anche la location dove è stato girato il videoclip…
«Abbiamo registrato il brano il 17 dicembre in una delle poche giornate di sole sulla piana di Castelluccio di Norcia, uno spazio accogliente e suggestivo. E’ stato emozionante e per questo devo ringraziare l’imprenditore umbro Gianni Cicogna che ha pensato di regalare il concerto ai suoi dipendenti anziché il tradizionale panettone. Un gesto mosso dalla sensibilità di questo imprenditore che ci ha supportati nella realizzazione del video. Non è stato semplice portare in alta quota un pianoforte a coda, un ingegnere del suono (Stefano Bechini) e una troupe di 11 elementi, ma ci siamo riusciti con un risultato emozionante e per me che sono l’autore, un gesto come questo assume un significato molto importante».

L’esecuzione di “Butterfly” sulla piana di Castelluccio di Norcia


Altri brani contenuti nel suo nuovo disco?

«Ci sono brani che parlano di tristezza, terrore ma anche tanto amore per la vita, per il prossimo e per ciò che siamo, come si percepisce nelle composizioni di “Tristesse” e “Love”. C’è poi una rilettura pianistica di “Perfect” di Ed Sheeran; ci sono il dinamismo e virtuosismo di “Galop” che descrive una corsa al galoppo su un purosangue come massima espressione di libertà; la passione “pulita” di un amore con “Girasoli”, le fiabesche note di “Come una favola”, e il sentimentale “Ferzan”, singolo minimal dedicato al regista turco Özpetek e tante altre sorprese saranno riservate agli ascoltatori. Quello di “Lockdown”, è un ambiente raccolto, intimo e familiare, caratterizzato da un’ambientazione quasi eremitica».

Ci sono anche importanti novità in cantiere per un suo imminente altro lavoro musicale…?
«In effetti sì, prima della pandemia sarebbe dovuto uscire un mio lavoro prodotto da Tony Renis, che poi è rimasto in sospeso a causa del Covid. Uscirà appena la situazione sarà tornata alla normalità, appena la gente potrà uscire e andare a comprare un disco in negozio senza rischi e appena si potrà tornare a suonare live…speriamo che sia imminente».

“Lockdown” è legato a un tour?
«È nato così, abbinato a serate live che, necessariamente, prevedo di fare da maggio negli spazi aperti (anfiteatri, piazze…) sperando che nel frattempo la situazione sia migliorata e si possa tornare a suonare dal vivo».

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