Ancona-Osimo

Aniem-Confapi Marche chiede il blocco dei cantieri

Torretti: «Costi insostenibili. La transizione energetica è sempre più indispensabile ma così non si può lavorare»

Roberto Torretti
Roberto Torretti

ANCONA – «Le insufficienti misure del Governo per far fronte alle molte problematiche che afferiscono il comparto dell’edilizia, dal caro energia al caro gasolio, alla difficile reperibilità dei materiali di costruzione ci ha convinto a chiedere il blocco dei cantieri». A dirlo è Roberto Torretti, presidente di Aniem-Confapi Marche che ha ribadito come, «a distanza di alcune settimane, non solo il quadro sia complessivamente non solo non migliorato ma addirittura peggiorato anche per la drammatica situazione della guerra in Ucraina».

«Per questo – insiste Torretti – pur auspicando un fronte compatto di tutte le sigle alla cui costituzione abbiamo lavorato convintamente senza trovare la necessaria sintesi se non con Ance Marche con la quale abbiamo realizzato un’iniziativa comune, presente per conto di Aniem-Confapi Marche Maurizio Campanelli, titolare della Campanelli Costruzioni, oggi siamo costretti a prendere atto della frammentazione della categoria che invece dovrebbe parlare ad una sola voce».

Le richieste già sintetizzate in un documento presentato nei giorni scorsi che tuttavia è rimasto lettera morta, riguardano l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e meccanismi efficaci di compensazione degli aumenti subiti. Inoltre esiste un problema tempo che riguarda la necessità di prorogare la fine lavori per gli appalti avviati considerando i ritardi negli approvvigionamenti di materiale e per le incertezze che minano la serenità delle aziende e delle attività.

«Fermare i cantieri – conclude Torretti – è una sconfitta per tutti, una misura non certo auspicata dagli imprenditori in un momento storico e sociale nel quale tutti auspichiamo invece normalità e di poter lavorare utilizzando i molti fondi pubblici relativi al Pnrr e, nel nostro entroterra, destinati anche alla ricostruzione post sisma. Ciò che sta accadendo in termini di rincari dei costi dell’energia rende sempre più evidente la necessità di una transizione energetica prima ancora che ecologica ma così non ci sono le condizioni per poter lavorare».

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