Ancona-Osimo

Gli anconetani che aiutarono l’Olanda a rialzarsi. Franzoni: «In un libro il viaggio di mio padre»

Le avventure di papà Renzo raccontate da Diego Franzoni, candidato sindaco a Monsano e già assessore comunale all'ambiente dal 2009 al 2012: «La politica è la più alta forma di volontariato, vorrei vedere più giovani. In Olanda, con il mio scooter»

Diego Franzoni (foto per sua gentile concessione)

ANCONA – Si chiama ˊSulle tracce di mio padreˊ l’opera prima di Diego Franzoni, ingegnere, docente, già assessore all’ambiente e al porto del Comune di Ancona, persona da sempre attiva nel tessuto sociale, culturale e politico del territorio. In un volume ricco di contributi autorevoli, tra ambasciatore ed esponenti politici, Franzoni ripercorrerà il viaggio di circa 50 giorni che fece papà Renzo nel luglio 1953, a bordo di una Lambretta «che – dice lui – sembrava un triciclo».

Appuntamento per venerdì 5 aprile (ore 18), alla sala del Consiglio comunale di Ancona, col patrocinio dell’Amministrazione. All’evento, organizzato dai Circoli Riccardo Lombardi e Pungitopo, Franzoni illustrerà al pubblico il suo libro (acquistabile nei punti vendita Mondadori e online), che ripercorre un’esperienza umana di forte solidarietà e condivisione vissuta in gioventù dal padre, scomparso di recente.

«Tutto iniziò quando mio padre, nel luglio 1953, assieme ad un amico Salvatore (Toto) De Giacomo, raggiunse l’Olanda, colpita a fine gennaio, insieme ad altri Paesi del Nord Europa, da una drammatica inondazione che interessò anche la Gran Bretagna. Il cedimento di tre dighe la mise in ginocchio, ci furono 1800 vittime» – spiega Franzoni.

Il giovane anconetano, alla pari di altri concittadini si mise a disposizione della popolazione disastrata, vanga in mano, senza risparmiarsi. Insieme ad altri 23 ragazzi da tutta Europa, lavorò  come volontario per ricostruire gli argini di difesa del territorio. Anche i Vigili del Fuoco italiani, tra i quali cinque anconetani, si erano impegnati a favore delle popolazioni colpite appena dopo l’inondazione.

Un gesto generoso e lungimirante, da antesignani della moderna Protezione civile, in linea con una visione transfrontaliera di Europa unita, maturata attraverso le lezioni di uno dei suoi maestri, quell’Altiero Spinelli autore del celebre ˊManifesto di Ventoteneˊ.

Incuriosito dal racconto paterno, approfondito negli ultimi anni, Diego Franzoni ha voluto ripercorrere quel viaggio con il suo scooter Yamaha 125, in solitaria, e da questa esperienza è nato il volume, che condensa storia, ecologia ed emozioni. A condurre la presentazione, il 5 aprile sarà il giornalista e scrittore Giancarlo Trapanese insieme all’onorevole Valdo Spini. Porteranno il loro saluto il sindaco dorico, Daniele Silvetti, e l’Arcivescovo, Angelo Spina.

Franzoni, com’è nata l’idea di un libro?

«Nel 1953, mio padre e il suo amico, Toto De Giacomo, andarono nel nord Olanda per fare volontariato, dato che il 1° febbraio ’53 una grossa inondazione devastò quei territori. L’Olanda fece una chiamata ai giovani da tutta Europea e loro risposero. Erano in 23, c’erano anche 5 vigili del fuoco di Ancona. Partì il 6 luglio e arrivò il 24 a Wieringen. Alloggiò in un Ostello della Gioventù, che si trova ancora là, a 50 metri dal mare, ed è in vendita. Sa, gli ostelli di una volta erano come gli attuali social: un modo per conoscere altri giovani, per stare insieme».

Lei ha ripercorso quei luoghi…

«Sì, sono partito con il mio scooter, zaino in spalla».

Ha alloggiato anche lei in un ostello?

«Certo che sì».

Un viaggio non facile, quello di suo padre…

«Direi proprio di no. Papà e il suo amico attraversarono l’Italia, la Svizzera, ma soprattutto la Germania. E lo fecero otto anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. I rapporti fra italiani e tedeschi non erano così rosei, credo…E poi c’era la questione passaporti, lingua, la difficoltà di trovare la strada giusta».

Come ha saputo di questa avventura?

«Un po’ per caso. È stato mio figlio a ritrovare un libricino del nonno con delle vignette e le informazioni del viaggio. C’erano una venticinquina di foto e un mini diario. Ho provato a chiedere più informazioni a papà, mi ha detto che avrebbe dovuto scrivere qualcosa per il Corriere Adriatico ma che poi il progetto naufragò. Gli chiese se avesse voluto fare ora quell’intervista, ma declinò. È deceduto nel 2021».

Suo padre è stato uno dei primi ecologisti della storia…

«È così, questo è un libro che parla del rapporto tra me e papà, ma anche di Ancona, di ecologia e di Unione Europea. Papà frequentò i seminari di Altiero Spinelli sul federalismo europeo, un’idea ancora oggi inattuata ma pur sempre attuale».

Come l’hanno accolta in Olanda?

«Molto bene, anche se non ricordavano di questo episodio. Adesso, sto traducendo il libro anche in olandese per presentarlo pure lì in estate. Intanto, il 5 sarò ad Ancona e il 13 a Monsano».

Senta, lei è stato assessore comunale all’ambiente dal 2009 al 2012. Con la politica ha chiuso?

«No, mi hanno chiesto di candidarmi a sindaco a Monsano e ho accettato. Però, vorrei vedere più giovani impegnati in politica. Oggi, i ragazzi preferiscono fare volontariato nelle associazioni che tesserarsi ad un partito. Ma la politica, se fatta con etica e senso del dovere, è la più alta forma di volontariato».

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